Rapporti di coppia a distanza -per quanto si puo' resistere?

Gentili psicologi del forum,

vorrei chiedervi un parere circa la gestione dei rapporti di coppia a distanza. La mia storia in breve: sto insieme da ormai 4 anni ad un ragazzo meraviglioso, che conosco da quando ero ragazzina, ma la nostra relazione è sempre stata a distanza. Con il tempo sono riuscita a spostarmi per fare sì che la distanza diminuisse (dalla costa ovest degli Stati Uniti a meno di 300km di distanza attualmente)e la gestione della nostra relazione è molto migliorata. Siamo stati capaci a far fronte alla sfiducia iniziale, alle difficoltà di comunicazione,a conoscerci piano piano,etc.

Ma ora io inizio a sentire il desiderio di qualcosa di piu', magari di convivere, pensare ad una famiglia, se non altro poter dormire insieme quasi tutte le notti. Non mi sembra un desiderio malsano, ma per il momento per ragioni pratiche non credo che potrei realizzarlo. Lui ha un buon lavoro che non avrebbe senso lasciare, e a me è appena stata offerta una buona borsa di studio per i prossimi 4 anni...Da un lato so che la nostalgia di lui (che spesso si somma alla nostalgia per l'Italia, per la mia famiglia, etc) è anche costruita dalla mia mente e un po' "romanticizzata", ma ormai credo di conoscerlo bene e so di non idealizzare troppo la nostra relazione.

Forse vorrei solo sentirmi dire da una voce esterna ed autorevole "signorina, si trovi un lavoro nello stesso posto del suo moroso, e la pianti di lamentarsi". Non so perchè non mi basta dirmelo da sola, forse perchè ho paura di sacrificare la mia carriera (molte piu' opportunità all'estero), forse perchè ho paura di quello che implicherebbe pensare veramente a mettere su famiglia, forse perchè mi sembra di essere ancora giovane. Le uniche cose di cui sono certa è che quando siamo insieme stiamo bene, quando siamo lontani, per quanto cerchiamo di reprimerlo, non proprio benissimo.

Grazie mille della vostra attenzione.
Stella
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
sembra che la quotidianità sia l'aspetto al quale abbiate dovuto rinunciare dall'inizio della relazione e ora sia diventato una priorità che sembra difficile da realizzare,
le sue perplessità sono comprensibili considerando la sua età e le sue aspirazioni professionali.
Io credo che la voce autorevole da ascoltare non sia quella di una persona esterna ma quella che nasce dentro di lei e all'interno del suo rapporto di coppia, a volte però può essere difficile fare chiarezza dentro di sé e, in questo senso un colloquio con uno psicologo-psicoterapeuta potrebbe aiutarla a migliorare la consapevolezza dei suoi bisogni affettivi oltre che dei suoi obiettivi.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Graziella Tornello Psicologo, Psicoterapeuta 217 4 16
Gentile utente, dirle di trovare un lavoro nella stessa città del suo fidanzato forse non è il consiglio giusto, altrimenti lo avrebbe già messo in pratica.
Sarebbe deleterio che qualcuno le dicesse cosa fare...
Anche se non è la risposta che si aspetta, la decisione deve venire da lei anche perchè mi sembra che ci siano molti elementi a frenarla:
>> forse perchè ho paura di sacrificare la mia carriera (molte piu' opportunità all'estero), forse perchè ho paura di quello che implicherebbe pensare veramente a mettere su famiglia, forse perchè mi sembra di essere ancora giovane.
Anche se qualcuno la indirizzasse in un senso, lei penserebbe a cosa perderebbe non intraprendendo l'altra strada.
Si prenda il suo tempo per valutare ogni opzione e per capire se la persona che le è accanto è quella giusta.

Cordialmente.

Dr.ssa Graziella Tornello
Psicologa - Psicoterapeuta individuale, di coppia, di famiglia.
www.psicoterapeutatornello.it

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Dr. Roberto Fantasia Psicologo, Psicoterapeuta 99 1 1
"Forse perchè ho paura di sacrificare la mia carriera.
Forse perchè ho paura di quello che implicherebbe pensare veramente a mettere su famiglia.
Forse perchè mi sembra di essere ancora giovane."
Forse perchè mille pensieri, ipotesi e interpretazioni le impediscono di agire e di scegliere. C'è un dato reale: non è il momento di pensare ad una famiglia, lei oggi se ci pensa non si sente pronta, è ovvio.
Lei sa che potrebbe coronare un sogno (la convivenza) ma non ne ha la certezza. Non esiste, in questo, una certezza matematica, purtroppo!
Ma soprattutto, lei si sta proteggendo da un rischio troppo alto e temuto: fare una scelta responsabile che comporta il rischio di fallire. Forse lei teme di perdere tutto, lavoro e amore. E' vero può succedere. Teme di non poterlo sopportare? Cerca un consiglio autorevole esterno per giustificarsi in caso di fallimento? Per poter dire " non è stata colpa mia"..."quel dottore ha sbagliato! Mi ha consigliato male". Troppe fantasie, cara signorina, oggi affolano la sua mente. Qual'è la realtà?
Per adesso continui a mantenere separati lavoro e affetti, e nel frattempo non escluda la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo-psicoterapeuta: potrebbe davvero aiutarla, non dandole i consigli che lei cerca, a fare veramente chiarezza dentro di sè. E fare chiarezza dentro di sè è ciò che di buono può fare, ora, per lei e per il suo futuro, augurandole che sia vicino ai suoi sogni.
Arrivederci

Dr. Roberto Fantasia
www.psicologo-fantasia.com

[#4]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Grazie mille per le vostre gentili risposte. I vostri pareri mi sono utili non tanto per avere un alibi o una giustificazione per le mie scelte, vorrei capire se vista dall’esterno una situazione del genere sembra piu’ chiara di quanto non lo sia per me.

Il suggerimento comune è che dovrei cercare di capire meglio cosa voglio/sento dentro di me, per prendere una decisione sensata. Avete perfettamente ragione, ma purtroppo mi interrogo consinuamente (frorse anche un po’ ossessivamente) su “cosa voglio fare da grande”, “quali sono le mie priorità nella vita”, se voglio continuare a fare la giramondo o stanziarmi da qualche parte…e finora non riesco ad essere costante in una risposta.

Il fatto è che sull’ultimo punto non avrei dubbi: se avessi una buona possibilità per farlo, tornerei nella mia città natia senza nessuna esitazione. E questo perché per ora lo stile di vita che sto conducendo mi da tante soddisfazioni, ma anche moltissimo stress, oscillazioni di umore e un po’ di tristezza.


Essere sempre sballottati non fa bene alla psiche, secondo me! Tanti piccoli strappi alla fine non fanno un callo, ma distruggono. E’ l’instabilità che mi pesa, non avere una quotidianità, come dice la dottoressa Camplone. Mi serve sempre qualche ora (in realtà anche qualche giorno) per adattarmi, sia quando torno dove vivo sia quando vado dal mio ragazzo – e per aggiungere confusione, spesso passo anche del tempo con i miei. Ho spesso il sonno disturbato, mangio in maniera irregolare, appena sono da sola mi abbuffo, ogni volta che lascio il mio ragazzo ho brevi momenti di depressione.

Per carità, sono cose piccole e conosco i trucchi per alleviarle (facendo sport, stando con i miei amici, cercando ogni volta di farmi qualche piccolo regalo..) ma sono mezzi fittizi. Mi chiedo quanto posso sostenere una situazione simile. Altri anni? Certe volte mi sembra di non farcela nemmeno un altro giorno. Speravo che mi sarei abituata alla distanza, ma passa il tempo e ogni volta che dobbiamo salutarci fa male come i primi…

Davvero non so come facciano i pendolari d’amore a stare bene con se stessi e con le persone a cui vogliono bene. E’ come cercare di essere in due posti allo stesso tempo.

Grazie ancora per i vostri pensieri e, se vorrete, futuri commenti.
[#5]
Dr. Maurizio Brescello Psicologo 102 1
Gentile utente, la voce autorevole che le dice cos'e' meglio per lei, non puo' che essere la sua. Probabilmente un supporto psicologico potrebbe aiutarla a rafforzare o a costruire l'auterevolezza di questa voce, che mi creda dovra' pronuciarsi su molti altri temi della sua vita.

Dr. Maurizio Brescello

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Dr. Roberto Fantasia Psicologo, Psicoterapeuta 99 1 1
"purtroppo mi interrogo continuamente (forse anche un po’ ossessivamente) su “cosa voglio fare da grande...e finora non riesco ad essere costante in una risposta".
Si concentri sul presente. Cosa vuole fare oggi? Come vuole vivere adesso?
La distanza potrebbe essere la maschera di un conflitto più profondo: lei si chiede come facciano i pendolari d’amore a stare bene con se stessi e afferma che "E’ come cercare di essere in due posti allo stesso tempo".
Il problema è proprio questo: come fa a stare bene con sè stessa se non accetta che la realtà è una sola? Non cerchi quello che manca. Si accontenti di quello che c'è oggi: si goda l'intimità quando questa è possibile, e senza lamentarsi nel resto del tempo faccia il resto della sua vita. Bisogna imparare a gestire i propri stati emotivi, anche quelli negativi, impedendo che siano questi a prendere il sopravvento. Lei è la padrona e la responsabile dei suoi stati emotivi. E' lei che ha il potere di conservare o perdere la speranza. Lei ha il potere di creare l'armonia dentro e fuori di sè. Lei sta diventando adulta ed esserlo significa imparare a fare anche questo. E soprattutto scelga oggi se restare insieme a distanza o eventualmente separarsi: queste sono le uniche due possibilità. Non ce ne sono altre. Se non riesce da sola ne approfitti per farlo con chi può aiutarla a trovare gli strumenti dentro di sè: adesso potrebbe essere l'occasione giusta.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Davvero non so come facciano i pendolari d’amore a stare bene con se stessi e con le persone a cui vogliono bene.
>>>

Infatti, molte volte non ci riescono.

A volte vengono nei nostri studi persone in questa situazione, che dallo psicologo vorrebbero la "spinta", la propulsione che da soli non riescono a darsi per tagliare i ponti con la terra natia e andare a raggiungere l'amato (o l'amata). Ma lo psicologo può aiutare a trovare dentro di sé le risorse per compiere tale salto SOLO se queste risorse sono già presenti. E non si tratta tanto di *capire*, ma di *sentire* il peso e l'importanza di una famiglia da costruire, confrontandola con la sensazione dolorosa del lasciare quella d'origine, gli amici, il paese natale e tutto il resto.

Si tratta obiettivamente di una scelta difficile, che poche persone sono in grado di compiere anche quando l'amore è "quello della propria vita". In ogni caso non è dai nostri consigli che riuscirà a compierla, dovrà necessariamente basarsi su ciò che sente lei, le priorità e i suoi valori sono solo suoi, sarebbe controproducente e inappropriato mettergliene in testa altri.

Tuttavia, parlarne di persona con un collega potrebbe aiutarla a fare maggior chiarezza in ciò che vuole.

Quanto si può resistere? Fino a quando l'uno o l'altra dice "basta".

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#8]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Lo so, bisogna stare bene con se stessi nel presente, fiorire dove si viene seminati, come si dice. Ha ragione, Dott.Fantasia, a dire che maschero un po' un conflitto di fondo: ho come la sensazione di star sprecando il mio tempo. Faccio un sacco di cose interessanti, utili per la mia carriera, vivo in un mondo bello per molti aspetti, ma che cos'è la bellezza se non la si condivide con chi si ama? Un tempo mi bastavano i miei amici, condividere con loro la quotidianità e le novità era sufficiente, ma adesso ogni giorno di lontananza mi sembra, se non proprio un giorno sprecato, un giorno meno importante di quelli trascorsi insieme alla persona che amo.

Non ho nessun dubbio sullo stare insieme. Il mio solo dubbio è quanto dovrei lottare per vivere nello stesso posto. E in questo periodo sono proprio nella momento di transizione (anzi, fra un po' di mesi) verso una nuova fase, quando questa lotta verebbe piu' senso.

Dr. Santonocito, il problema per me è proprio sentire correttamente il peso di una scelta iuttosto che un'altra, ed è complesso perchè ci sono sempre molte incognite sul futuro. Pensi che certe volte immagino di restare accidentalmente incinta, per avere una causa di forza maggiore che mi obblighi a tornare in Italia (spero che nella realtà non avvenga nulla di simile, povero bambino!). E' che per me la situazione è opposta a molti altri: i ponti con la famiglia li ho tagliati gia molti anni fa, la mia indipendenza l'ho conquistata, forse con un briciolo di egoismo, ed ora ritornare in Italia comporterebbe riavvicinarmi alla mia famiglia, tornando alle responsabilità e gioie di essere vicina ai miei cari, e finalmente poter vivere con (o almeno vicinissima a) il mio ragazzo, che darebbe una felicità immensa a tutti e due.

Come dire, in realtà la risposta la so già da me: se avessi l'occasione, sarei felice di tornare. Quindi sta solo a me il trovarla, quest'occasione, magari in maniera un po' meno teatrale di una gravidanza indesiderata :)

Oppure, forse è solo un periodo un po' piu' difficile e stressante, e devo aspettare qualche mese prima di prendere decisioni compromettenti.

Ma grazie mille per avermi dato lo spazio per parlare ed avermi cosi' attentamente risposto.
[#9]
Dr.ssa Federica Guagliardo Psicologo 11
Gentile ragazza, sono rimasta colpita dal termine da lei utilizato "la giramondo" e per associazione ricordo un amico che fa il "giramondo" per via della scelta consapevole della professione e che il più delle volte instaura rapporti a distanza. Ora mi chiedo quanto questo girovagare non sia in realtà una appasionante ricerca di qualcosa, appassionante ma insoddisfacente allo stesso tempo, quando si rimane con il vuoto e la solitudine.Infondo anche un rapporto a distanza è un girovagare intorno ad esso ma non entrare ma in esso, un controllo illusorio di un desiderio ideale più che reale. Certamente lei è giovane ma ho la sensazione che questo giramondo serve solo ad avere un controllo illusorio rispetto ad una paura profonda..
Mi scuso per l'intrusione
Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Guagliardo

[#10]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile Dottoressa Guagliardo,

grazie per "l'intrusione", mi ha fatto molto piacere leggere il suo commento. Credo che lei abbia ragione, girovagare è stimolante, molto piu' intenso magari che costruirsi una piccola realtà in un solo luogo, ma spesso porta a tanta solitudine. Uno cerca di circondarsi di amici, ma spesso relazioni instaurate in fretta e troppi addii ogni volta che si riparte lasciano piu' amaro in bocca che felicità per le novità scoperte.

Personalmente mi sono ampiamente stufata di girovagare. L'ho fatto con tre paesi diversi in poco piu' di 6 anni (esclusa l'Italia, in cui cerco di tornare spesso) e all'euforia di ricominciare ogni volta in un posto nuovo si sta pian piano sostituendo il bisogno di stabilità. Io non ho lo spirito della vera giramondo, anche se per un po' di tempo l'ho fatto. Certo le professioni di oggi spingono molto a viaggiare e non avere legami troppo stabili, ma per me - forse come donna che un giorno vorrebbe mettere su famiglia, forse come persona che sta un po' invecchiando e non vuole piu' comportarsi come una ragazzina senza limiti nè confini - la stabilità è un sogno da realizzare.


Non è solo il problema dell'amore a distanza, ma di tutta la vita a distanza. Che poi sembra quasi siano cose di serie B, perchè vissute con distacco, leggerezza...ma alla fine fanno soffrire anche piu' e fanno mettere in discussione molto di piu'che le situazioni "normali".

Forse il suo amico invece è davvero un giramondo dentro, è parte del suo carattere non attaccarsi a nulla, che per alcuni aspetti è anche una bella cosa, ma ci vuole fegato per non attaccarsi mai alle persone.
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Dr.ssa Federica Guagliardo Psicologo 11
Mi complimento per le sue intuizioni...autentiche e profonde!!!!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
" ci vuole fegato per non attaccarsi mai alle persone. "

Gent.le ragazza,
apparentemente le persone che sembrano non aver bisogno di instaurare relazioni significative che generano un "legame" possono sembrare più "forti", in realtà bisognerebbe chiedersi se, al contrario, non si legano a nessuno perché percepiscono troppo "rischioso" vivere un'esperienza di apertura e condivisione profonda con l'altro.
Tuttavia lei sta cercando di dare voce ai suoi bisogni e, in particolare al bisogno di progettualità e stabilità che è segno di un processo di crescita personale che coinvolge la sua autoconsapevolezza.
[#13]
dopo
Attivo dal 2011 al 2011
Ex utente
Gentile Dott.ssa Camplone,

grazie per le sue risposte, sono proprio belle. Ho guardato la sua pagina, credo che lei faccia un lavoro davvero interessante!
Purtroppo spesso sappiamo molto bene "in teoria" quali sono le cose piu' giuste per noi stessi, per la nostra coppia, per stare bene, per vivere una vita equilibrata...ma poi in pratica nei momenti di stress e fatica ci lasciamo andare. Un po' come non riuscire a seguire costantemente una dieta sana. Nella mia relazione ho notato che tante volte faccio e dico cose che normalmente noterei essere stupide, superficiali e magari non molto sensibili, ma magari solo per colpa della stanchezza. E purtroppo la distanza spesso acuisce queste piccolezze. Anche se non so se le coppie che vivono vicine siano immuni da questo tipo di "cadute".

L'autoconsapevolezza di cio' che si vuole (specialmente sul lungo termine), che lei ha menzionato, è cosi' difficile da raggiungere! E spesso la confusione di uno puo' far soffrire anche il partner. Io sono fortunata, ho al mio fianco una persona molto matura e serena, ma certe volte vorrei potergli offrire piu' risposte circa il futuro...e non è facile. Poi forse in realtà queste risposte vorrei piu' che altro fornirle a me stessa ;)
[#14]
Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazza,
la ringrazio i miei colleghi ed io cerchiamo di offrire un aiuto nell'orientare le persone che attraversano un periodo di confusione, lo facciamo con i limiti connessi ad una consulenza on line, ma sempre fiduciosi della presenza di quelle risorse interiori che a volte gli utenti fanno fatica ad individuare.