Chiuso in me stesso senza obiettivi

Salve, sono un ragazzo di 23 anni e sono chiuso in me stesso. Da troppo tempo ormai. Saranno 2 anni che non esco più con gli amici. Inoltre sono sempre a casa. Esco per fare il minimo indispensabile. Tutto è cominciato quando il mio migliore amico ha litigato con me. Una prima volta lo avevo "accantonato" per un certo periodo per una ragazza...(che mi ha anche lasciato, ci sono stato malissimo). Sapete, il tipico caso di una persona che da tutto e alla fine viene lasciata così. Il mio migliore amico ha deciso di darmi un altra possibilità. Così ricominciarono i giorni felici. Ma poi di nuovo per una bugia piuttosto lunga che ripetevo sempre sono stato allontanato di nuovo. Stavolta definitivamente. Ho sbagliato lo so... ma la bugia non era cattiva. Io non mi ritengo una persona cattiva. Ho purtroppo il difetto di non riuscire ad esprimermi. Insomma mi sentivo "sfruttato" per il fatto di avere un auto e ripetevo la bugia di non poter uscire di casa a volte. Anche perchè sono uno studente e guadagno poco lavorando come cameriere. Scoperta la bugia, non mi ha voluto più parlare. Il mio sbaglio è stato che non ho insistito per riprendere i rapporti. Non insisto mai sulle cose... Non riesco a dire quello che penso... Dal giorno che ci siamo allontanati non sono uscito più di casa. Mai una festa, nulla. A volte ci penso, vorrei avere di nuovo degli amici e invece mi ritrovo solo a passare le mie giornate al pc navigando nella rete o a giocare. Ho perso la voglia di studiare, sono all'università. Sto trascurando anche gli amici dell'università. Insomma mi sto trasformando in un vegetale. Non so più cosa voglio dalla mia vita. Se mi venisse chiesto:"Cosa vuoi diventare"? "Quali sono i tuoi obbiettivi"?. Io non saprei rispondere. Non ho voglia di niente. Spesso mi dico che stare solo non è così male, ma volte un barlume di luce c'è: mi dico che non posso continuare così. Inoltre quelle rare volte che vado ad una festa mi sento come se fossi lo sfigsato di turno. In qualche modo misterioso... mi vengono chiesti favori che io prontamente esaudisco, ma mai mi permetterei di chiedere un favore a qualcun' altro. Forse non mi ritengo degno di avere. Infine mi sento come se nessuno mi prendesse in cosiderazione. Faccio una richiesta, dico qualcosa e gl ialtri faticano a capire o fanno finta di non sentire.

Ringrazio gli psicologi che sapranno darmi un aiuto, un consiglio, che sapranno porgermi una mano e farmi vedere la luce dove ormai c'è quasi solo oscurità.

Scusate il post così lungo.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
gentile Utente,
un primo obiettivo è ripartire da se stesso, comprendere cosa vuole dalla vita, dalle amicizie , dallo studio e da tutto quanto la riguarda nel profondo.
Il suo benessere non può dipendere dalla presenza-assenza di un amico, ma da tanto altro.
Forse, qualche colloqio de visu con uno psicologo, anche presso la struttura pubblica, potrebbe farla ripartire proprio da se stesso.
Cari saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Luigi Gileno Psicologo, Psicoterapeuta 211 2
gentile utente, nella vita i momenti di difficoltà possono condizionare la nostra ricerca di realizzazione.
ancor di più quando intervengono dei "traumi" emotivi in campo sentimentale e amicale.
il consiglio che le posso dare è quello innanzitutto di ritrovare gli obiettivi che si vuole prefiggere ed eventualmente, se vede che questo non le riesce naturalmente, può rivolgersi ad un terapeuta per chiedere aiuto e sostegno.
ci tenga informati.
cordiali saluti.

Dr. Luigi Gileno

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazzo, da quello che scrivi sembrerebbe che il bicchiere visto dal tuo punto di vista sia mezzo vuoto!

Per coloro che funzionano così centrale è il tema dell'amore e dell'amabilità personale, nonchè del valore (autostima). Questo La porta a desiderare di essere preso in considerazione, ma anche a credere di non valere abbastanza per sè e per gli altri. Per quale ragione si sente in dovere di fare sempre e prontamente favori agli altri e di non poter domandare per se stesso?
Sarebbe stato così inaccettabile per Lei solo per qualche volta dire al Suo amico che non poteva accompagnarlo solo per una questione di denaro o eventualmente dividere le spese, visto che guadagna poco?

In altri termini potrei suggerirLe un trainig sull'assertività, cioè apprendere l'abilità (che non è innata, bensì appresa) di esprimere i propri sentimenti e le proprie opinioni senza per questo dover rompere la relazione con l'altro. Tuttavia da quello che scrive sembrerebbe più opportuno un percorso psicoterapico per lavorare su questi aspetti. Anche perchè il suo sentirsi bene così ("...Spesso mi dico che stare solo non è così male...") è una strategia che in un primo momento la farà stare bene (non si espone e quindi non c'è ansia, nè disagio, nè imbarazzo, ecc...), ma sul lungo periodo c'è il rischio di cronicizzare questi vissuti e aumentare la sofferenza.

Provi a pensarci.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica