Paura e depressione

Salve
vorrei parlarvi della mia situazione mentale per cercare di venirne a capo dato che non ce la faccio più a stare cosi.
Sono un ragazzo di 26 anni, agli occhi degli altri conduco una vita da ragazzo "normale", nel senso che ho studiato, mi sono laureato anche a pieni voti, sono di bella presenza e quindi, da questo punto di vista, non c'è nulla che non va.
In realtà, sono anni che sono infelice e triste, non riesco a godere di nulla di quanto di positivo mi accade, tendo sempre a svalutare la cosa; inoltre,non ho fiducia in me, ovunque metto piede, penso sempre che gli altri pensano di me che sono stupido, anche se nulla oggettivamente succede. Penso di non valere nulla, e me ne sto accorgendo soprattutto in questo periodo. In pratica ho perso il lavoro da precario che avevo l'anno scorso, e attualmente, quando mi si presenta un'occasione di lavoro, tendo sempre a sperare che non mi vogliano, perchè è come se dentro di me sentissi una grande paura di affrontare la vita, paura di non riuscire, di fare brutte figure.
Da un lato spero che non mi prendano a lavorare, e dall'altro passo tanto tempo della mia giornata a lamentarmi che non c'è lavoro! è questo atteggiamento che non capisco, ed inoltre non mi fa prendere decisioni, e resto in una situazione di stallo.
Ogni giorno mi sento triste, anche se non riesco a spiegare il perchè, e non riesco ad individuare un obiettivo di vita, pur avendo una fidanzata da lungo tempo; purtroppo credo anche che il mio atteggiamento stia rovinando la nostra relazione, dato che nei momenti che contano, nei momenti in cui dovrei essere pronto a prendere decisioni importanti per me, non ci sono mai!
Non riesco ad uscire da questa maledetta situazione; sono andato da uno psicoterapeuta, ma non mi ha dato soddisfazione, e mi ha prescritto del cipralex che io,però,non intendo assumere se non è necessario!
spero di sappiate spiegare il perchè di questo stato mentale.
grazie
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Difficile dirle, senza conoscerla meglio, il perchè della sua sofferenza.

Lei sembra avere una scarsa autostima che la porta a temere di non riuscire al punto da evitare di provarci.

Questa sua caratteristica personale è inserita in un momento evolutivo comune ai giovani della sua età in cui si è chiamati a staccarsi dalla famiglia per andare verso la propria indipendenza (lavoro, coppia...).
La sua fragile autostima non la sostiene in questa "impresa", il tono dell'umore si abbassa e mantiene il circolo vizioso di esperienze fallimentari.

Provi a cercare uno psicoterapeuta che "le dia maggior soddisfazione", cioè con il quale si trovi maggiormente a suo agio per lavorare sul delicato piano dell'autostima.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile ragazzo,
da qui non è possibile darle una spiegazione del suo stato mentale, anche perchè esso non è un elemento isolato di lei, ma fa parte della sua intera persona e come tale va considerato e compreso.

Dice di essersi rivolto ad uno psicoterapeuta, ma questa figura professionale non può prescrivere farmaci, come è successo a lei, quindi forse si è rivolto ad uno psichiatra?

Le suggerisco di individuare uno psicologo psicoterapeuta che la possa prendere in carico a aiutare a fare chiarezza sulla sua siutazione.

Cordiali saluti

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
io sono andato da un medico psicoterapeuta,per questo mi ha potuto prescrivere farmaci.
Ritornando alla mia situazione,io so solo che se non riprendo a lavorare rischio di compromettere il mio futuro in modo irrimediabile. Devo buttarmi nelle nuove avventure anche se mi fanno paura e mi portano ansia,oppure cosi facendo peggioro solo la situazione?
Grazie mille
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Devo buttarmi nelle nuove avventure anche se mi fanno paura e mi portano ansia,oppure cosi facendo peggioro solo la situazione?"

Gent.le ragazzo,
credo che come tutti noi anche lei sia chiamato a fare delle scelte e ad assumersi la responsabilità di rischiare che si rivelino un fallimento, ma sono questi ultimi che ci consentono di scoprire davvero chi siamo, non ci sono scorciatoie o trucchi per evitarli.
Tuttavia la considerazione di sé non dovrebbe essere compromessa da un errore o un insuccesso, altrimenti la paura di sbagliare potrebbe "inibire" la sua disponibilità a fare nuove esperienze.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Caro Ragazzo,
i sentimenti di insoddisfazione si intersecano all'immobilismo che l'attanaglia, creando un circolo vizioso che non le permette di andare avanti.
Per quanto tempo è andato da uno psicoterapeuta?
Ha effettuato un percorso di psicoterapia o solo qualche consulenza?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
sono andato soltanto per 3 volte. In realta' il dottore mi conosceva gia' perché un anno prima mi recai da lui perché avevo problemi di ipocondria,dai quali sono uscito con molta fatica.
Io davvero non so cosa pensare,tra qualche settimana devo trasferirmi in altra regione per cominciare a lavorare ed ho una terribile ansia,paura.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Tre volte non sono bastevoli, i sintomi se non trattati si trsformano e ritornano sotto altra veste. A trasferimento avvenuto, cerchi un altro clinico, che possa occuparsi di lei. Saluti
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Anche l'ipocondria ha una base ansiosa e questo, probabilmente, è un tratto della sua personalità che deve imparare a gestire al meglio.

Le consiglio di intraprendere questa nuova avventura lavorativa con la tranquillità delle sue ottime potenzialità e di fare ancora un pezzo di percorso psicoterapeutico (anche con un nuovo professionista) che la sostenga in questa esperienza in modo che lei la possa vivere nel modo migliore.

Un saluto e auguri per il lavoro.
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dopo
Utente
Utente
ringrazio per i consigli preziosi; credo sia giusto dire che io sono sempre stato abbastanza insicuro, sin da ragazzino...ricordo benissimo che prima di completare l'iscrizione alla scuola superiore, feci ben 3 iscrizioni in 3 scuole differenti. Inoltre sempre ho avuto dubbi sulle mie capacità, sia in termini di studio/professionali che relazionali. Infatti mi domando sempre se sarò o meno in grado di superare un determinato esame o di essere in grado di farmi voler bene da chi mi circonda, ecc...
Si aggiunge anche il fatto che cerco sempre di non creare problemi a chi mi circonda, e quindi sono di natura molto timido, pur apparendo, agli occhi degli altri, un ragazzo per certi versi brillante.
Quando dissi questa cosa al medico che mi aveva in cura, mi disse che era normale non trarre soddisfazione dai complimenti altrui, in quanto la mia visione di me stesso era quella di un buono a nulla, ed in queste condizioni era normale che non mi facessero cambiare atteggiamento.
Negli ultimi tempi,inoltre,sto pensando seriamente che sono sfortunato; di recente ho avuto un incidente in moto, la dinamica è stata alquanto banale ma mi sono dovuto operare alla mano per una frattura ed ho avuto dolori fino a qualche settimana fa,mentre la mia fidanzata e la moto non si sono fatte nulla. Sia chiaro, non volevo assolutamente che la mia fidanzata si facesse male, è stato meglio cosi, ma era solo per descrivervi come mai a volte mi sento "sfigato", dato che questo episodio si inserisce in un periodo povero di cose belle.
vi ringrazio della disponibilità.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Solo per chiarezza, il suo medico dicendole che era "normale" che lei non provasse soddisfazione voleva spiegarle i suoi meccanismi psicologici - in questo momento chiusi a ricevere rinvii positivi - ma non che è normale che sia sempre così per lei.
Su questo ci si può lavorare in terapia.

Inoltre, in questo momento, il suo tono dell'umore è molto basso, perciò tende a leggere gli eventi come una conferma della sua "misera condizione" .

Tutto questo può, e deve, cambiare.

Un saluto.
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dopo
Utente
Utente
in questi casi,quale approccio terapeutico viene adottato?
Grazie per i preziosi consigli.
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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Innanzitutto deve essere fatta una valutazione psicodiagnostica dallo psicologo clinico o dallo psicoterapeuta per comprendere meglio la situazione (ipocondria, ansia, umore deflesso) e la sua storia.

In seguito deciderete insieme, su proposta dello specialista, quale percorso terapeutico seguire.
Potrebbe emergere l'utilità dell'affiancamento di un sostegno farmacologico, potrebbe venirle proposta una terapia breve focalizzata su un focus concordato insieme; potrebbe essere utile una terapia centrata sui disturbi d'anisa, oppure una psicoterapia psicodinamica più profonda.

Come vede sono diverse le possibilità terapeutiche (quelle indicate sono solo alcune), che vanno scelte dal clinico di volta in volta per ogni specifico individuo.
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dopo
Utente
Utente
Grazie delle informazioni.

saluti
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le ragazzo,
le circostanze a volte sono favorevoli a volte no ma iniziare a pensare di essere "contrassegnato da un destino negativo" è un autoinganno dal quale è necessario uscire al più presto, rinunciando al vantaggio secondario della deresponsabilizzazione.
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dopo
Utente
Utente
dottoressa,io voglio uscirne al piu' presto.
Ma c'é gia' qualcosa che posso fare io da subito? Datemi un consiglio.
Grazie
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Si non alimentare aspettative di ottenere un risultato del genere "tutto e subito", lei ha già fatto il primo passo verso il cambiamento scrivendoci ora si tratta di scegliere uno psicoterapeuta che possa accompagnarla in questo percorso.
Le consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html
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Utente
Utente
quindi una cosa giusta da fare é capire che il tutto lo riusciro' a risolvere con pazienza e col tempo,giusto?
Nel frattempo mi consiglia di vivere tutte le esperienze della vita che mi si proporranno?
Grazie
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Non si tratta di avere pazienza ma di iniziare ad immaginare un processo di cambiamento che per essere efficace dovrebbe essere graduale e vederla impegnata in prima persona, assumendosi la responsabilità di fare delle scelte e valutare quali esperienze possono rivelarsi significative e quindi meritevoli di essere vissute.
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dopo
Utente
Utente
grazie dei consigli.
Saluti