Grafomania e iperlessia.

Mi sono imbattuta in questi due termini e vorrei capire meglio di cosa si tratta.

A me succede questo.
Passo più ore al giorno a compilare cruciverba. E, talvolta, mi capita anche di prendere libri o riviste a caso, per ricopiarle. Questo solo per poter scrivere.
Anche nel periodo (breve) durante il quale ho lavorato, trovavo piacevole lo stare ore a protocollare a mano fogli e fogli di fatture.

Oppure, succede di ritrovarmi a leggere libri per inerzia. Anche se non sto capendo, anche se nel frattempo mi dis-concentro (pur leggendo per mia volontà e non per studio), continuo nella lettura.
Ciò, comunque, non succede sempre.

Volevo sapere se tali comportamenti potrebbe rientrare nella sfera di questi disturbi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La sua richiesta fa pensare che lei abbia soprattutto un problema d'ansia. Perciò sarebbe utile verificare quest'aspetto con il terapeuta dal quale è in cura, come già suggerito in passato.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Non so. Questa volta, la mia era soprattutto una curiosità.

Perché ho saputo dell'esistenza di queste parole, riflettendo su contenuti dell'ultima seduta. E mi sono trovata a pensare a certe mie abitudini.
Abitudini che, comunque, non vivo con ansia. Anzi, sono cose che mi rilassano. E non ritenevo importante doverne parlare col terapeuta, prima di adesso.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Se prova piace e rilassamento da queste attivita', non credo si debba porre il problema, scrivere spesso rilassa , se lei corela queste attività' ad una sorta di dipendenza , sara' il cao allora di discuterne con il terapeuta.
Saluti

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

al di là di questa specifica richiesta, mi sorge un dubbio legato al percorso terapeutico che stai seguendo, sia relativo alla relazione con la psicologa che ti segue (come ti hanno risposto pochi giorni fa i Colleghi psichiatri le vacanze di Natale, ma anche periodi più lunghi come la pausa estiva, hanno un significato e una loro utilità in terapia e al rientro dalle pause si parla sempre di come è andata ... senza il terapeuta), sia soprattutto alle tue risorse.

Mi spiego meglio: è come se tu in un certo senso non avessi ancora la padronanza del disagio (e questa è una questione importante da portare in terapia) né gli strumenti (anche in parte) per fronteggiare dubbi (ansia?) in merito a tante questioni. Quindi a questi dubbi non sai dare una risposta tua, ma vuoi delle conferme.

Il problema è che ti stai ritrovando con una psicoterapia che stai, a mio avviso e con i limiti di un consulto on line, usando male, se senti il bisogno di scrivere qui. Un percorso psicoterapico usato bene dal paziente è quello in cui i dubbi vengono portati in seduta, in maniera tale da apprendere lì (e non qui, per ovvie ragioni) COME fare a fronteggiarli, COME fare a stare bene.
Prova a vedere il terapeuta come uno strumento da sfruttare, come fosse un bisturi per asportare un male... per quanto possa essere doloroso all'inizio, i benefici in seguito non tarderanno ad arrivare. Una volta asportato il male, si sta bene. Se poi questo ti fa in qualche modo paura, perchè preferisci lasciare le sedute con lo psicologo più in superficie, lo comprendo. Ma non sono di alcuna utilità per te.

Saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#5]
dopo
Utente
Utente
Per dr. Pileci.

Grazie per le sue parole.

Mi rendo conto che, le varie volte in cui mi sono trovata a chiedere aiuto qui, coincidevano con momenti di forte confusione.

C’è spesso confusione, ma che credo di trasmettere ciò anche durante le sedute, allo psicoterapeuta. Che è anche psicoanalista e psichiatra.
Perché, di fatto, dopo tutto questo tempo, permane comunque una difficoltà di espressione verbale. C’è proprio difficoltà a creare pensieri, oppure ad esprimerli. A rapportarmi con le persone, e quindi anche con lui, in modo consono alla mia età.

Quando vengo a scrivere qui, ma anche altrove, sono momenti durante i quali mi trovo a riflettere su di me e la mia situazione, in un modo che non riesco a fare in automatico durante la seduta.
Ho bisogno di tempo, per metabolizzare. Ma poi, comunque, passano le ore, i giorni, e l’apatia mi fa tornare nella confusione. L’apatia o, al contrario, piccoli eventi che mi fanno sbarellare dalla mia vuota routine.
Credo succeda questo.

Mi rendo conto di non essere in grado di raccontare ciò che mi succede ora, ciò che è il mio passato, durante la seduta.
Anche se, comunque, sento dei piccoli e lenti cambiamenti. Sia nei miei approcci con mia madre, sia con lo psicoterapeuta. Ma sono, appunto, piccoli e lenti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Quando vengo a scrivere qui, ma anche altrove, sono momenti durante i quali mi trovo a riflettere su di me e la mia situazione, in un modo che non riesco a fare in automatico durante la seduta.
>>>

Riuscire a mettere i pensieri per iscritto ma aver difficoltà a comunicarli oralmente potrebbe essere un sintomo d'ansia. Preoccuparsi (ciò che le chiama "curiosità") nell'apprendere che esistono disturbi con sintomi che rassomigliano a ciò che ci succede può essere un altro sintomo d'ansia.

Per questo dovrebbe parlarne con il suo terapeuta.

Cordiali saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ho bisogno di tempo, per metabolizzare"

Proprio per questa ragione ritengo che dovresti imparare ad utilizzare meglio la psicoterapia: da una parte non puoi mica pensare di stravolgere modi di essere e di pensare attuati per 25 anni nel giro poche settimane. In poche settimane con approcci attivi come quello ad esempio cognitivo-comportamentale è possibile vedere questi modi di essere, ma poi per modificarli c'è bisogno di più tempo. Ci vuole tempo e spesso si apprezza ancora di più la psicoterapia anche a distanza di tempo dalla conclusione. Dall'altra, proprio se soffri d'ansia e ti affanni ancor di più, concentrandoti su questo e su ogni piccola questione, faciliterai l'amplificarsi dei sintomi e... un po' di confusione. Da qui mi pare dunque sensata anche l'apatia, che ti sta segnalando cose importanti: fai una pausa, perchè c'è confusione!

E' per questo che ti stiamo suggerendo di portare queste importanti informazioni in seduta: quello è il tuo spazio per esplorare il modo in cui senti, pensi e ti comporti. Fuori dalla stanza d'analisi (ma nella vita, non tramite un pc) è la palestra per mettere in pratica. Solo così potrai capire come vanno le cose. Con il giusto tempo e ridiscutendo con la terapeuta progressi e -nel caso ci fosse- qualche piccolo insuccesso. Ma senza scoraggiarti, fa parte anche questo del percorso.

Ti faccio tanti auguri.