Confusione non so che fare !

Gentili medici,
sto passando un brutto periodo ed è come se mi sentissi ingabbiato senza sapere cosa fare e come uscirne. Ho 20 anni e sono al secondo anno di giurisprudenza. Ho dato solo un esame su 9. Il primo anno non trovavo il metodo di studio e il secondo quando cominciavo a capire si è ammalata mia madre di tumore. Tutto ciò mi ha bloccato nuovamente. Nonostante io tenga tutto dentro cercando di non mostrare le mi debolezze non riesco ad andare avanti. Non ho versato una lacrima da quando si è ammalta mia madre perchè cerco di non pensarci. Mio padre invece pensa che ho da più esami e io non ho il coraggio di dirli la verità. Sopratutto ora che c'è il 'problema' di mia madre. Tutto ciò mi crea un peso enorme dentro di me e sento come se potessi scoppiare da un momento all'altro. Non so cosa fare e come muovermi: se continuare e cercare di recupere o lavorare. Ho tutti i giorni mal di testa, mi sento debole e mi gira la testa. Tutti questi pensieri in testa mi bloccano nel fare tutto. Vorrei studiare ma non ci riesco. Forse soffro di ansia non lo so. So che non posso più continuare cosi. Mi sento bloccato in tutto. Forse dovrei andare da uno pscicologo ma non saprei come spiegare tutto ai miei genitori. Mi serve qualche consiglio. Vi ringrazio per la vostra disponibilità e scusate lo sfogo.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, sta fronteggiando alcune situazioni per lei difficili.

La malattia di sua mamma, che lei affronta "cercando di non pensarci"; la sua situazione all'università, in cui "è bloccato"; la difficoltà ad ammettere con i suoi familiari che ha un problema con il suo percorso di studi.

A volte, quando le cose all'università vanno male, c'è chi "gioca d'azzardo": dice di aver fatto, pensando di recuperare. Ma poi le materie si accumulano, e conosco persone che, pur avendo sostenuto uno o due esami, avevano detto a casa di averne sostenuti 15 o 20.

A quel punto, le cose si fanno sempre più difficili. Come uscirne?

Lei cosa pensa?

In merito alla sua situazione familiare, come state affrontando la malattia di sua madre? Come sta reagendo il vostro nucleo familiare? Che tipo di rapporto ha con i suoi genitori?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro ragazzo,

mi sembra di capire che la scelta di studiare Giurisprudenza non sia stata del tutto libera, ma che hai ricevuto in qualche modo (più o meno esplicito) delle pressioni perchè studiassi per diventare avvocato.

Dal momento che sei arrivato all'università dopo il diploma di scuola superiore dubito che il problema sia solo il metodo di studio, ma che sia legato più che altro alla materia in questione e alla tua motivazione a studiarla.

Hai deciso di mentire sugli esami sostenuti perchè la tua famiglia si aspetta molto da te?

Dal momento non solo che la verità prima o poi verrà fuori, ma soprattutto che stiamo parlando del tuo futuro, penso sia utile che tu faccia uno sforzo e dica le cose per come stanno anche ai tuoi.

Hai tutti i diritti di cambiare facoltà o anche di non terminare l'università, se non ne hai la giusta motivazione.

Capisco che la malattia di tua mamma complichi le cose, ma sarebbe molto più drammatico che scoprisse la verità nel momento in cui pensasse che stai per laurearti, piuttosto che adesso: sei ancora sufficientemente giovane da ricominciare un altro corso di laurea a ottobre o da fare altro, cosa che col passare del tempo sarebbe sempre più complicata.

Mentre andavi ancora a scuola cosa ti aspettavi per il tuo futuro?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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dopo
Utente
Utente
@ Dr. Gianluca Cali': Grazie per la risposta. In merito agli esami universitari sono cosciente che sarebbe meglio parlarne subito con mio padre. Però non riesco a trovare il momento adatto e non saprei come affrontare il discorso. So che si arrabbierebbe e mi direbbe "devi pensare allo studio e basta, non hai altri problemi". Non credo possa capire tutti i problemi che ho dentro e che mi bloccano. Si aspetta molto da me, anche se so che lo fa perchè vuole il massimo per suo figlio. Ma forse il massimo per me non è il continuare lo studio, e questo lui non lo capirebbe. Non saprei neanche come giustificarmi per gli esami che lui pensa che ho dato. Non so se continuare all'unviersità perchè non riesco a capire se è solo il momento che mi blocca, oppure se è lo studio che non fa più per me. Per questo non so se lasciare o no. So comqunque che devo prendere una decisione. I mesi passano veloci e devo sapere cosa voglio. Per la situazione famigliare mio padre è pensione e segue molto mia madre e anche mia sorella (28 anni) mentre io cerco di non pensarci ed è come se avessi un rapporto distaccato da mia madre, non per cattiveria ma perchè è come se dentro di me avessi un 'rifiuto' di affrontare la sua situazione perché mi rendo conto che prenderne pienamente coscienza mi distruggerebbe del tutto. E' difficile da spiegare perchè neanche io so realmente cosa ho 'dentro' in questo momento.

@ Dr. Flavia Massaro: La ringrazio per la sua risposta.
Da subito dopo le superiori ho deciso di fare giurisprudenza. Un pò perchè mi ha sempre ispirato il mondo giuridico e un pò perchè tutti mi dicevano che sarebbe stata la mia strada (prof. di diritto compresa). Quindi tutti pensavano fosse la mia strada e anche io lo pensavo (forse sbagliando) e mi sono buttato su questa facoltà senza 'guardarmi intorno' un pò di più. Tutti si aspettano molto da me e pensano che io sia intelligente e uno studente modello. Ma non è così. I parenti quando mi vedono mi dicono 'eccolo il futuro avvocato/magistrato' e io faccio un piccolo sorrisino ma dentro di me in quel momento sento un vuoto perchè tutti pensano che io diventerò quello che si aspettano ma forse non sarà proprio così. Vorrei rispondere a tutti 'ma quale avvocato, sono solo uno studente sotto la media che non riesce ad andare avanti'. Vorrei che gli altri non si aspettasero niente di me. E'come se loro sapessero meglio di me cosa voglio diventare. Il problema ora è che non so come reagire e con chi consigliarmi. Non voglio deludere tutti quanti. Non saprei come fare. Alle superiori mi vedevo come un futuro 'avvocato' ma col tempo ho preso coscienza che non è proprio così facile e che, forse, non è ciò che voglio. Il problema è che neanche io so, in questo momento, cosa voglio per il mio futuro.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Però non riesco a trovare il momento adatto e non saprei come affrontare il discorso

Vede, sta già circoscrivendo il problema: da "non so che fare" a "quando parlo con mio padre? Cosa gli dico?".

Sono questioni più "piccole", e "spezzettare i problemi", quando ci sembrano molto grandi, è un modo spesso efficace per cominciare ad affrontarli e non sentirci sopraffatti.

>>Ma forse il massimo per me non è il continuare lo studio, e questo lui non lo capirebbe.

Forse suo padre non "DEVE" capirla. Forse sarebbe desiderabile se lo facesse, ma non è "TENUTO" a farlo. Altrimenti, sembra che lei, prima di parlare con suo padre, aspetti una sorta di "rassicurazione" che la capirà ed accetterà una sua decisione.

Un adulto si assume le responsabilità delle sue azioni e delle sue scelte, ANCHE se gli altri non lo capiscono e non lo accettano.

Qualsiasi decisione lei prenda (continuare o lasciare gli studi)...

>>io cerco di non pensarci ed è come se avessi un rapporto distaccato da mia madre, non per cattiveria ma perchè è come se dentro di me avessi un 'rifiuto' di affrontare la sua situazione perché mi rendo conto che prenderne pienamente coscienza mi distruggerebbe del tutto.

Più che "rendersi conto" forse "teme" che prendere coscienza di quello che sta accadendo la distruggerebbe.

E' possibile che l'addolori, che le faccia molto, molto male. Ma è così sicuro che la distruggerebbe, accettare che sua mamma sta male? Come fa a sapere se, tra 10 anni, i costi emotivi da pagare per essersi "distaccato" non sarebbero maggiori di quelli che pagherebbe essendo più "partecipe" al difficile momento della sua famiglia?
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
"Tutti si aspettano molto da me e pensano che io sia intelligente e uno studente modello. Ma non è così"

L'intelligenza da sola non basta e, se parliamo di università (dove non ci sono scadenze improrogabili come a scuola), quello che conta di più è probabilmente la motivazione.
Ci sono molte persone non particolarmente intelligenti che si sono laureate perchè credevano fortemente in quella strada e/o amavano quello che studiavano, ma questo non è il tuo caso.

Sei passato (come molti) dalla fantasia alla realtà, e cioè dalle fantasie sulla figura ideale dell'Avvocato (o Magistrato) alla fatica concreta che comporta diventarlo.
Non che chi è più motivato di te non faccia alcuna fatica, ma se ti sei accorto che "il gioco non vale la candela" la fatica diventa davvero titanica.

La tua intelliganza potrà essere messa a frutto in qualunque altro campo tu deciderai di investire le tua capacità, ma mi sembra chiaro che non è quello della Legge.
La gabbia in cui ti senti costretto dipende in parte da chi ti sta attorno, ma è responsabilità tua uscirne perchè, ti ripeto, è del tuo futuro che stiamo parlando e non del loro.

Ovviamente i tuoi parenti ti salutano nel modo che ci hai descritto, ma non perchè non possano vederti in altri panni se non in quelli del legale: sapendo quello che studi e immaginando che tu ne sia felice (e in pari o quasi con gli esami) cos'altro dovrebbero dirti?
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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio entrambi per l'aiuto e il tempo 'speso' per consigliarmi. E' chiaro che devo affrontare il prima possibile questi problemi e confrontarmi con mio padre. Anche se sarà difficile dovrò prendere atto del fatto che devo cambaire qualcosa e cercare di capire cosa voglio fare realmente. Tutto dipende da me e dalle mie decisioni. Non devo farmi influenzare da quello che potrebbero pensare gli altri: anche se ne rimaranno delusi. Spero di trovare il coraggio di affrontare il prima possibile questa situazione. Solo così, forse, riuscirò a togliermi questo 'peso' e vivere più serenamente insieme alla mia famiglia.
Grazie ancora.
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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Forza, e tanti auguri per la salute di sua mamma
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Grazie a te per averci scritto, se vuoi facci sapere come si evolverà la situazione!