Perché mento in questo modo?

Gentili signori medici,
scusatemi per il disturbo. Ho 26 anni e sono a chiedere il vostro parere in merito alla mia tendenza compulsiva alla bugia. Mento sempre, a tutto e tutti, anche quando non ce n'è assolutamente motivo.
Gli unici soggetti a cui non mento e non ho mai mentito sono:
1)il mio ragazzo, perché lo amo troppo;
2)la mia unica amica, perché è l'unica che ho e non voglio rovinare la nostra amicizia;
3)medici e psicoterapeuti, altrimenti non avrebbe senso consultarli.
Mento anche a perfetti sconosciuti, gente che so che al 99% non rivedrò mai più, clienti, datori di lavoro, conoscenti, non so se è per abitudine, per divertimento, perché mi piace inventare storie, fatti, particolari, persone non vere...
Le mie bugie più gettonate sono, non in ordine di frequenza ma casuale:
-mi aumento gli anni (anche di 6-7 anni, c'è chi mi dice "come te li porti bene" e chi ci casca...);
-mi attribuisco titoli di studio che non ho (ci cascano TUTTI);
-racconto aneddoti divertenti, tragici o bizzarri senza ragione per farlo (ci cascano TUTTI);
-dico di essere sposata o di stare per sposarmi (ci cascano TUTTI);
-dico di avere una bambina (idem);
-dico di avere amici che non ho, di cui invento nome, cognome, aspetto fisico, età, titolo di studio, hobbies...ogni minimo dettaglio insomma;
Per farla breve, invento di tutto e di più. Sono arrivata a dire di essere orfana (a volte solo di madre o solo di padre, altre volte di entrambi i genitori), di essere di origine spagnola o francese e di essermi trasferita in italia da 10 anni (so lo spagnolo, l'inglese e il francese a livello da interprete, questo è vero), di avere avuto tragici incidenti, di essere stata violentata. Un po' di tutto insomma. Non parlo di questo mio problema molto grosso con la mia attuale psicoterapeuta perché temo poi non mi crederebbe più neanche lei!
Grazie al cielo ho un'ottima memoria, altrimenti sarei davvero nei guai!Esiste una patologia, un disturbo mentale, qualcosa insomma che dia un nome a questa mia orribile abitudine, bisogno, necessità?
Ormai non mi accorgo nemmeno più di mentire, o meglio: distinguo perfettamente bugie e verità, ma le bugie mi escono di bocca prima ancora che abbia finito di pensarle.
Che cos'ho?Perché faccio così?A volte penso di essere pazza, altre che mi piaccia inventarmi una realtà diversa, altre che ho troppa fantasia...So solo che quasi sempre dopo aver mentito sto male e soffro molto, mi sento uno schifo.Come si fa a smettere e perché faccio così?Grazie mille a tutti voi in anticipo.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dalle molte altre richieste che ci ha fatto in passato, però, sembrerebbe che dire bugie potrebbe essere l'ultimo dei suoi problemi, o quasi.

>>> (ci cascano TUTTI)
>>>

Sembra che questa cosa le dia soddisfazione. Se è davvero così, perché disfarsene?

>>> Non parlo di questo mio problema molto grosso con la mia attuale psicoterapeuta perché temo poi non mi crederebbe più neanche lei!
>>>

E secondo lei come mai qualcuno dovrebbe avere difficoltà a crederle?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Giusi Daniela Ventimiglia Psicologo, Psicoterapeuta 17
Gentile Utente,
in che occasioni ha l'impulso di mentire?
Il fatto che non ne parli con la sua terapauta non è già un modo di mentirle..
o meglio di manipolare la relazione? Relazione da cui lei stessa dovrebbe trarre beneficio.

Il punto non è dire le bugie o la verità ma come si sente lei a riguardo.
Forse il dire le buglie le permette gestire la relazione, ma purtroppo questo la conduce
davanti il rischiio di perdere l'autenticità delle sue relazioni.

La saluto cordialmente.

Dr.ssa Giusi Daniela Ventimiglia
www.giusiventimiglia.altervista.org

[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille per le vostre risposte.

Rispondo al dottor Santonocito: sì, mi dà molta soddisfazione riuscire ad ingannare la gente e mi faccio schifo e paura da sola per questo. Non dico alla mia psicoterapeuta di questa mia tendenza perché temo che poi potrebbe non fidarsi più di me come paziente e anche perché, essendo appunto una terapeuta, potrebbe smascherarmi molto facilmente.

Per la dottoressa Ventimiglia: le bugie scattano soprattutto quando ho a che fare con donne della mia età o che potrebbero avere al massimo il doppio dei miei anni, essere mia madre tanto per capirci.
Con le ragazzine non sento il bisogno di mentire, il sentimento più forte che provo nei loro confronti è l'invidia perché sono giovani, belle, e hanno tutta la vita davanti, mentre io a quell'età lì vivevo barricata in casa con gli occhi sempre fissi sui libri.
Con le ragazze della mia età mi sento profondamente a disagio, l'unico modo in cui riesco a parlarci è mentire spudoratamente, senza dignità. Sto troppo male con loro, siamo troppo diverse.
Con le donne più grandi tasto il terreno, se temo possano smascherarmi non mento, diversamente lo faccio per ricevere la loro approvazione e i loro complimenti.
Con gli uomini mento molto meno, quasi per niente, perché di solito mi fanno molte meno domande sulla mia vita privata, si fanno gli affari loro e mi apprezzano già così di solito, mentre nel resto dei casi, intendo dire con un'esigua minoranza di uomini e con le donne, devo sempre apportare delle migliorie per farmi apprezzare, o meglio, ricevere complimenti che mi facciano stare meglio. Lì per lì sto davvero meglio, mi sento bene, forte ma poi...quando penso che è tutta una farsa...vorrei sparire dallo schifo e dalla vergogna.
Un piccolo esempio, ovvero quello che mi ha portato a scrivervi quest'oggi: sono andata a ritirare la mia pergamena di laurea, veramente bellissima, con tanto di scritta "con lode"sopra. La segretaria, che non avevo mai visto prima (credo sia nuova, poi non so), mi dice:"complimenti signorina!Laurearsi con lode alla Scuola Interpreti (mi sono laureata esattamente 2 anni fa) è davvero un gran bel traguardo!Che cosa fa ora?"Premesso che io avrei voluto risponderle "Si faccia gli affari suoi, lei non ha il diritto di chiedermi nulla!", le ho risposto invece "sto conseguendo una laurea magistrale presso l'Ateneo di Modena in Lingue per la Comunicazione nell'Impresa, se va tutto bene mi laureo a fine anno" (le tempistiche rientrano perfettamente, è quel che sta facendo la mia amica). E lei "Complimentoni allora!Le faccio i miei migliori auguri!"Lì per lì sono stata bene, mi sentivo allegra, poi però quando ho pensato "e se le avessi detto che sono 2 anni che faccio un lavoro in cui non uso minimamente le lingue e che avrei poter fatto anche con la terza media che cosa avrei avuto?La sua compassione?Già, faccio pena, è questa la realtà." E mi sono messa a piangere pensando a quanto io sia un fallimento.
[#4]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Una cosa è inesorabilmente vera, purtroppo, e non avrebbe senso mentirle: non è da qui che potrà trovare la soluzione al suo problema. Se va in terapia, è quella la sede per parlare del suo problema. Altrimenti che senso ha andarci?

Cordiali saluti
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Dr.ssa Giusi Daniela Ventimiglia Psicologo, Psicoterapeuta 17
Gentilissima Utente,
concordo con il collega, non è questa la sede per risolvere la sua soffrenza,
lo psicoterapeuta è un professionista, ed in quanto tale non è lì per giudicarla ma per aiutarla a superare il suo dolore.

La saluto Cordialmente
[#6]
dopo
Utente
Utente
Grazie comunque per l'aiuto e buon lavoro.