Cambiare psicologo/abbandonare terapia

Salve,da circa 6 mesi vado da una psicologa,mi sono rivolto a lei per risolvere alcuni problemi sorti dopo la mia ultima relazione sentimentale.Devo dire che tutto mi è stato molto utile,ma nel corso della terapia sono emersi altri problemi, che abbiamo iniziato ad analizzare.Ora in questo periodo della terapia,mi trovo un pò stanco,faccio fatica a tirare "fuori le cose", e questo a detta della mia psicologa è un problema,perchè cosi lei non riesce a darmi una mano.A dire il vero, mi rendo conto che non "butto fuori" molto, ma non sono un caso cosi disperato, la mia sensazione è quella che in questo momento non ho molto da dire.Arrivo al dunque,la psicologa mi ha detto che forse è il caso di smettere, perchè non riesce più ad andare avanti,e tanto per farmi un esempio mi ha detto che gli altri pazienti parlano di più (e li mi sono sentito sminuito). Non so come comportarmi perchè vorrei abbandonare tutto, ed inoltre non sento più utile il percorso che sto facendo. La mia domanda è questa: è normale parlare poco? e normale che ci si possa insabbiare perchè il paziente parla poco? (provoco : se fossi autistico?).A me sembra di avere detto tutto quello che avevo da dire, ma ora mi sento un pò incompreso se la persona a cui mi sono rivolto, mi dice che non può far niente, se non parlo.Cosa posso fare? Vi ringrazio!
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La psicologa mi sembra che si stia mostrando onesta nel dirle che non riesce ad aiutarla. Può succedere, e in quel caso il professionista ha il dovere di dirlo e proporre l'interruzione del percorso o l'invio presso un altro collega.

Quanto al parlare poco, può essere un handicap in alcuni tipi di terapia e meno in altre. Forse può essere più preciso e dirci che tipo di terapia sta facendo. In alcune forme di terapia il terapeuta può guidare la persona con domande mirate, quindi è meno importante che parli spontaneamente molto di sé. In altre, come probabilmente la sua, ci si aspetta che il paziente parli senza che sia esplicitamente orientato a farlo.

Il confronto con gli altri pazienti ("parlano di più") può essere stato una piccola provocazione da parte della psicologa, per vedere se riusciva a sbloccarla. Sto solo ipotizzando.

Magari potrebbe essere un po' più preciso sul tipo di problema che l'ha condotta in terapia e su quelli emersi successivamente.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
E' normale che ci siano dei momenti nella terapia in cui si fa più fatica: magari si stanno affrontando argomenti difficili da far emergere oppure è un fisiologico calo di motivazione, o un momento della vita in cui ci sono un po' meno energie.

Certamente la psicoterapia psicodinamica è basata su ciò che "porta" il paziente (con gli autistici non si fa una classica psicoterapia, ma altri tipi di trattamenti); se c'è un momento di difficoltà, o si lavora su questa "stanchezza" oppure si può pensare di diradare o sospendere le sedute per un po'.

Il fatto che lei si sia sentito sminuito è già di per sè un contenuto sul quale si dovrebbe confrontare con la sua psicologa: come mai il "tanto per farmi un esempio" lei l'ha vissuto con un sentimento di inadeguatezza?

Sono molti i contenuti sui quali si può lavorare in seduta. Provi a parlarne con la psicologa, forse si sente in un momento di stallo e insieme potete trovare nuovi significati sui quali lavorare.

Saluti

Dr.ssa Paola Cattelan
psicologa psicoterapeuta
pg.cattelan@hotmail.it

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dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per le risposte! Mi sono sentito inadeguato, perchè lei mi diceva appunto che non parlavo, o che parlo poco, e confrontandomi con gli altri pazienti, mi sento diverso.
Penso che la cosa migliore da fare sia proprio quella di fermarmi, perchè in questo momento in effetti non ho molte energie.
I problemi per cui mi ero rivolto, erano la rabbia per la mia relazione finita male, ed i problemi emersi dopo sono relativi a delle ansie sociali, relativamente a persone dell'altro sesso. In breve, mi sono isolato nel cercare o sperimentarmi in nuove opportunità. Da una parte ci sono le mie "ansie sociali", dall'altra ci sono delle difficoltà oggettive, quali una difficoltà intrinseca, sia dal giro di amicizie che ho, che non mi permettono di avere nuove occasioni, cosi facilmente.

Percepisco il fatto che, per quanto voglia risolvere questo problema, la terapia non può far molto per questa cosa. Prima di migliorarmi da questa situazione ho bisogno di tempo (cosa che ho già fatto notare alla psicologa).

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Mi sembra che lai abbia già effettuato una scelta, o meglio i suoi tratti di insicurezza sociale la stiano guidando a ritrarsi ancora una volta.

La psicoterapia può fare molto, ma ci vuole una buona dose di pazienza, fiducia e coraggio.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Sembra che la scelta sia già stata fatta anche se tutto quello che lei scrive a noi potrebbe essere materiale utile da elaborare in seduta.
Se così non le viene da fare è possibile che abbia ragione la sua terapeuta a dirle che non riesce più ad aiutarla. Probabilmente quello che lei le ha trasmesso, in modo del tutto inconsapevole, è la sua voglia di troncare e di non voler più collaborare attivamente nel lavoro terapeutico che deve, necessariamente, coinvolgere entrambi i membri della coppia.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
dipende dal tipo di terapia, il parlare a raffica non equivale a fare una buona e proficua terapia ed il non parlare o parlare poco, una pessima.
Se però l'alleanza terapeutica non è più ad un buon livello, cioè tra la sua terapeuta e lei, non c'è più un buon feeling, forse è il caso di elaborare questo nuovo sentire in seduta o di prendersi una pausa.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> I problemi per cui mi ero rivolto, erano la rabbia per la mia relazione finita male, ed i problemi emersi dopo sono relativi a delle ansie sociali, relativamente a persone dell'altro sesso. In breve, mi sono isolato nel cercare o sperimentarmi in nuove opportunità. Da una parte ci sono le mie "ansie sociali", dall'altra ci sono delle difficoltà oggettive, quali una difficoltà intrinseca, sia dal giro di amicizie che ho, che non mi permettono di avere nuove occasioni, cosi facilmente.
>>>

I problemi per cui è andato in terapia e quelli emersi dopo a me sembrano facce di una stessa medaglia.

Se lei ha di base una difficoltà sociale, specie con l'altro sesso, è consequenziale che, finita una storia, si senta arrabbiato e abbattuto: non ha altre scelte. Non ha una gamma di opzioni fra cui scegliere. È come il giocatore che ha finito i soldi e perso tutto, ma vorrebbe giocare ancora.

L'umore depresso porta spesso con sé rabbia. Quando non si riesce a risolvere un problema che ci sta particolarmente a cuore, dopo tanto tempo, subentrano facilmente frustrazione e rabbia. Che mi pare proprio lo stato in cui si trova lei adesso. La depressione è una reazione (anzi, una non-reazione) di rinuncia a questo stato di cose, la stessa rinuncia che probabilmente la sta portando allo scoraggiamento verso la terapia.

C'è però un'altra possibilità, ovvero che *questa* terapia non stia realmente incontrando appieno le sue aspettative. Forse avrebbe bisogno di un tipo di terapia più attiva, che la indirizzi in modo più direttivo verso il raggiungimento di ciò che vuole.

Può leggere qui e informarsi un po':

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
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dopo
Utente
Utente
Le vostre risposte sono state molto illuminanti, penso che porterò tutte queste idee nella prossima seduta. Comunque vi farò sapere come andrà a finire, o come proseguirà la terapia.

Vi ringrazio per le vostre risposte.





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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Ci farà piacere conoscere gli sviluppi.

Saluti.
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Ci aggiorni pure.

Un caro saluto
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Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 338 11 2
Credo sia fondamentale che lei porti alla sua psicoterapeuta il proprio senso di inadeguatezza in questo particolare periodo del vostro lavoro.
Fa parte anche questo del lavoro che terapeuta e cliente possono fare insieme: tollerare di poter sostare - per un certo periodo - in un'area un po' scomoda, apparentemente sterile, ma che in realtà può aprire a prospettive molto diverse. Bisogna solo attraversarla.

Diverso è, invece, se lei sente che, rispetto agli obiettivi iniziali, il lavoro che avete fatto ha già raggiunto dei risultati apprezzabili.

E' fisiologico che nel corso di una terapia emergano progressivamente elementi più profondi e "interessanti", ma non è detto che debbano essere analizzati tutti! Dipende dall'alleanza iniziale che lei ha stabilito con la sua terapeuta e dal margine reciproco di contrattazione che potete darvi: gli obiettivi possono anche cambiare in itinere!

Cordialità,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

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dopo
Utente
Utente
Salve a tutti, volevo aggiornarvi in merito alle vostre risposte.
Dopo quel periodo a sedute ridotte, mi sono sentito in grado di riprendere con la mia psicologa.E' stata una cosa incredibile, abbiamo ripreso con le sedute a cadenza settimanale, e le sedute andavano molto bene, tanto che ieri abbiamo concordato di sospendere!! Sono molto molto contento, perchè abbiamo raggiunto tutti i nostri obiettivi! Vi ringrazio per il vostro supporto!!!

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Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 536 10 16
Sono felice che, con i colleghi, le siamo stati d'aiuto.

Aver raggiunto i propri obiettivi è sicuramente gratificante e un buon punto di ri-partenza.

Saluti!
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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Lieti di averla aiutata.

Un caro saluto