Falsa omosessualità

Gentili dottori buongiorno, sono un ragazzo di 26 anni e da circa 3 anni vivo una situazione che sta degenerando nel vero senso della parola. Le persone intorno a me mi danno del gay, anche se io non lo sono ASSOLUTAMENTE, ci tengo a sottolinearlo. Per "persone intorno a me" non intendo solo coloro che frequento più spesso, ma qualunque persona che mi veda o che scambi 2 parole con me dopo un minuto esatto giunge a questa conclusione. Si, lo sò, può sembrare un problema banale, ma vi assicuro che questa cosa mi ha assolutamente rovinato la vita sotto multipli aspetti. Non ho amici, non ho una ragazza, non ho voglia di uscire di casa, ormai è diventato un problema anche scendere a comprare un pacchetto di sigarette. A lavoro sono lo zimbello di tutti, come mi giro 2 secondi mi ridono alle spalle, sono il loro burattino di cui ridere per ammazzare il tempo. Da qualche mese a questa parte anche i parenti hanno cominciato a guardami in modo strano, qualcuno ha anche intrapreso discorsi inerenti, certo, nessuno di loro mi ha chiesto: "ma ti piacciono gli uomini?" ma comunque il senso era quello. Nessuno mi rispetta, nessuno vuole chiacchierare con me amichevolmente e mi rivolgono parola solo se costretti a farlo (sul lavoro ad esempio). Sto sempre da solo, sono sempre arrabbiato, non riesco più neanche a guardare le persone in faccia perchè sò cosa pensano di me. Sono una persona estremamente orgogliosa e non riesco a sopportare tutto questo; se avessi avuto un altro carattere mi ci sarei fatto una risata sopra e stop, ma non ci riesco. L'unica difesa che la mia mente ha escogitato per proteggermi è la violenza. Trascorro ore e ore a guardare video di risse, incontri di pugilato o qualsiasi altro sport da combattimento, ascolto musica che mi dia carica, mi alleno da solo in casa non per migliorare il mio aspetto fisico, ma solo per rompere la testa al primo che mi manca di rispetto. Mi rendo conto perfettamente che questa cosa non porta benefici ma è l'unico modo che ho perchè la gente mi guardi con occhi diversi. Ho perso un lavoro per aver litigato con un collega in presenza di clienti; stavo per perdere il secondo per aver litigato con un cliente; una persona a me cara, vedendomi sempre chiuso in casa mi invitò a trascorrere una serata tra amici (potete immaginare come è andata a finire); ieri sera al lavoro c'è mancato davvero un pelo perchè si ripetesse il tutto. Con questo non voglio dire che sono un pazzo che se ne và in giro a litigare con tutti, ma sono un essere umano e ho un certo livello di sopportazione anch'io. Fondamentalmente sono un ragazzo tranquillo, generoso e altruista, sono le persone che ho intorno che mi portano all'esasperazione. Ovviamente il tutto porta conseguenze negative: dormo poco, mangio poco. e altri aspetti che dovrei approfondire meglio. Sono qui a chiedervi gentilmente qualche prezioso consiglio perchè davvero non vedo nessuna via d'uscita. Grazie anticipatamente
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Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile ragazzo, mentre leggevo il suo consulto ho provato ad immaginare come si sentisse una persona che viene considerata "X" mentre lui sa intimamente di essere "Y".

Che poi "X" ed "Y" siano "omo" o "etero" può diventare anche secondario (ma non necessariamente). Il problema principale è sentirsi disconfermati in un aspetto importante del proprio modo di essere.

Le vorrei chiedere alcune cose, giusto per avere qualche informazione in più. Innanzitutto, che cosa, dell'essere scambiato per omosessuale, la fa maggiormente arrabbiare? Può sembrarle una domanda banale, ma forse non tutti si arrabbiano per gli stessi motivi.

Poi, ha mai provato a chiedere a qualcuno di cui si fida o con cui ha o ha avuto un rapporto più sereno come mai sia convinto che lei è omosessuale? Cioè, cosa della sua persona convince gli altri di questo?

Si tratta di una sua caratteristica personale (ad esempio, un modo di gesticolare o parlare)? Si tratta di un pettegolezzo che è partito come gioco o scherzo e poi è "sfuggito di mano"?

Ed infine, un'altra domanda. Il fatto di comportarsi in modo violento, come l'ha aiutata finora a provare meno rabbia? Ha cercato o trovato altri modi di gestire le sue emozioni? C'è stato qualcos'altro che ha funzionato, magari in passato, ed ora non funziona più?
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dopo
Attivo dal 2012 al 2012
Ex utente
Salve dottore, innanzitutto vorrei davvero ringraziarla per la celerità della sua risposta. Cercherò di rispondere alle sue domande nel modo più dettagliato possibile e mi scuso sin da ora con coloro che, leggendo questo consulto, possano sentirsi offesi da ciò che sto per dire.
Chi è l'omosessuale? Dal mio punto di vista l'omosessuale è una persona contro natura, una persona da tenere a debita distanza (forse per paura di essere scambiati come tale), una persona con cui non è possibile instaurare un rapporto di amicizia (stesso motivo elencato sopra), un gay è più una donna che un uomo. Scambio di battute tipico tra due amici: "guarda che bel seno che ha quella" , "che belle cosce che ha quell'altra" (sto cercando di non essere volgare); con un omosessuale potresti parlare di questo? Se provo anche solo per un secondo ad immaginare un uomo che fa sesso con un altro uomo mi si accappona la pelle. Cosa mi fa arrabbiare? il fatto che io sono un uomo a tutti gli effetti non un "mezz'uomo"; l'essere deriso da tutti continuamente, la mancanza di rispetto, molte persone fanno addirittura finta che non esisti, non ti salutano, ti danno sempre le spalle, neanche ti guardano in faccia, come ti giri un secondo colgono l'occasione per ridere di te; provi ad immaginare di vivere questa situazione tutto il giorno tutti i giorni. Non so se la mia risposta sia stata esauriente, avrei molti esempi pratici accadutimi che potrebbero meglio delineare cosa mi fa veramente arrabbiare, ma dovrei utilizzare un linguaggio volgare e preferisco soprassedere.

Provo ora a rispondere alla sua seconda domanda. Come potrei mai parlare con qualcuno di questa cosa? Per il mio carattere mi risulta estremamente impossibile; l'unica persona con cui ho avuto modo di scambiare due parole di numero (in quanto aveva assistito ad un mio litigio) mi disse:" il gay è nella tua testa, buttalo fuori ". Ad ogni modo il fattore prioritario che convince le persone che io sia gay è il mio viso, ormai anch'io quando mi guardo allo specchio penso: "ce l'ho proprio la faccia da gay", anche se credo che questo mio pensiero sia scaturito da questa ossessione in quanto sono stato sempre soddisfatto del mio aspetto estetico, sempre molto sicuro e orgoglioso di me stesso, ovviamente prima che tutto ciò accadesse. In aggiunta al fattore "viso" il fatto di stare sempre da solo in casa e di non parlare mai con nessuno ti porta prima o poi a non saper dialogare con le persone, ad essere sfuggente, ad abbassare lo sguardo, a ridere come un cretino anche quando non c'è nulla da ridere. Io mi rendo conto benissimo di queste cose, ma solo dopo che sono accadute, tale è diventato il mio livello di ossessione da quando apro la porta di casa per uscire a quando la apro per rientrare. Come le dicevo, una persona che ti vede e che scambia 2 parole con te non ci mette più di un minuto a giungere alla conclusione che sei gay.

Ultima risposta. Fondamentalmente io non sono una persona violenta. Accumulo rabbia giorno dopo giorno (per i motivi elencati nella prima risposta) finchè non sono saturo. Voglio farle un esempio pratico per illustrarle al meglio come funziona il meccanismo. Le persone che incontri inizialmente non hanno confidenza con te e quindi ti deridono alle spalle cercando di non farsi scoprire (ovviamente il gay è stupido e non se ne accorge) e fai finta di niente, un giorno, due giorni, tre giorni e accumuli accumuli rabbia su rabbia. Prima o poi queste persone acquistano confidenza e si sentono cosi sicure del fatto loro (loro i superuomini e tu il povero gay), che parte la battutina:" come stai frociò? ma che vuoi portarmi a letto? l'hai mai preso.......? " ed è li che scatta la molla. Ora lei mi ha chiesto come la violenza mi ha aiutato a provare meno rabbia. Una volta che il ciclo è completato, le persone smettono di ridere di te, o forse lo fanno ancora ma mi creda ci vanno molto molto cauti, qualcuno inizia a vederti come uomo e a trattarti come una persona normale, altri iniziano a guardarti come un infame (tra i due mali lo preferisco un milione di volte). La violenza non mi aiuta a provare meno rabbia, mi aiuta a vivere in pace per un tempo molto limitato; perchè limitato? quale datore di lavoro vuole un attaccabrighe nel proprio esercizio che gli fa perdere i clienti?ti mandano a casa, sei costretto a cercarti un nuovo posto di lavoro, nuove persone e la ruota ricomincia a girare; (parlo sempre del lavoro perchè come le avevo accennato è il mio unico contatto col mondo esterno).

Ora mi chiedo, per quanto tempo posso andare avanti cosi? prima o poi succederà qualcosa di cui mi pentirò amaramente ne sono certo. Ecco perchè sono qui ad illustrarle il mio problema, mi rendo conto che lei non può darmi la soluzione definitiva ma spero vivamente che possa darmi un prezioso consiglio. La ringrazio anticipatamente e mi scuso di nuovo se avessi utilizzato un linguaggio non consono ma l'ho fatto per illustrare al meglio la mia situazione.
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Attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
>>Chi è l'omosessuale? Dal mio punto di vista l'omosessuale è una persona contro natura, una persona da tenere a debita distanza (forse per paura di essere scambiati come tale), una persona con cui non è possibile instaurare un rapporto di amicizia (stesso motivo elencato sopra), un gay è più una donna che un uomo.

Gentile ragazzo, queste idee sono molto diffuse. Molte persone pensano che gli omosessuali siano persone contro natura, perchè, secondo natura, l'accoppiamento avviene solo tra partner di sesso opposto. Ma è proprio vero?

Già "in natura" l'atto sessuale avviene sia in modo omosessuale, sia in modo eterosessuale. Può sembrarle una cosa poco importante, ma forse ci dice qualcosa.

Ci dice che spesso abbiamo paura di qualcosa che non conosciamo bene. Mi permetta una domanda: ha mai conosciuto una persona omosessuale? Ha mai parlato con lui (o lei, se era una ragazza)?

Queste puntualizzazioni mi sembrano importanti perchè, oltre al legittimo fastidio per il fatto che gli altri dicano "sei X" quando uno si sente "Y", mi sembra che se ne sommi un altro, ovvero il fatto che lei potrebbe vivere emozioni omofobiche.

Questa espressione significa che lei prova sentimenti di disgusto, ribrezzo, paura nei confronti di persone ad orientamento omosessuale, con il desiderio di tenerle a distanza per paura che gli altri possano pensare che anche lei lo è.

E questo, gentile ragazzo, le sta portando tutta una serie di guai, perchè alimenta la sua rabbia e la sua paura.

>>Scambio di battute tipico tra due amici: "guarda che bel seno che ha quella" , "che belle cosce che ha quell'altra" (sto cercando di non essere volgare); con un omosessuale potresti parlare di questo?

Beh, forse sì, forse si potrà parlare d'altro. Lei parla di questo tutto il tempo con i suoi amici?

>>Se provo anche solo per un secondo ad immaginare un uomo che fa sesso con un altro uomo mi si accappona la pelle

Molte persone hanno difficoltà a relazionarsi anche solo mentalmente con l'idea che ci siano esseri umani, esattamente come noi, che però provano attrazione sessuale per persone dello stesso sesso.

E questo probabilmente deriva anche dal fatto che la nostra società, attualmente, è molto orientata in senso omofobico. Non passa giorno che qualche uomo politico non faccia qualche dichiarazione contro le persone omosessuali; molti comici ancora oggi fanno il verso alle persone omosessuali per far ridere; è negato loro il diritto di formare una famiglia, sono discriminati sui luoghi di lavoro, sono spesso aggrediti per strada, picchiati, oltraggiati. E questo perchè? Perchè amano persone dello stesso sesso. A leggerlo, non le sembra strano?

Aggiungo che una forma di turbamento, nel confrontarsi con l'omosessualità, la provano moltissime persone, anche eterosessuali.

>>Ad ogni modo il fattore prioritario che convince le persone che io sia gay è il mio viso, ormai anch'io quando mi guardo allo specchio penso: "ce l'ho proprio la faccia da gay", anche se credo che questo mio pensiero sia scaturito da questa ossessione in quanto sono stato sempre soddisfatto del mio aspetto estetico, sempre molto sicuro e orgoglioso di me stesso, ovviamente prima che tutto ciò accadesse.

Lei ha fatto un'osservazione molto lucida: è possibile che questo modo di pensare scaturisca proprio da questo suo "chiodo fisso" che le martella la testa.

>>In aggiunta al fattore "viso" il fatto di stare sempre da solo in casa e di non parlare mai con nessuno ti porta prima o poi a non saper dialogare con le persone, ad essere sfuggente, ad abbassare lo sguardo, a ridere come un cretino anche quando non c'è nulla da ridere

Forse lei sta centrando un'altra questione importante. Se cominciamo a vivere "nella nostra testa" ci perdiamo la vita reale. E spesso i nostri comportamenti possono risultare fuori misura o contesto, inappropriati, proprio perchè, invece di vivere quello che sta accadendo in quel momento, ci concentriamo su quello che stiamo pensando o che pensiamo che gli altri pensino...

>>La violenza non mi aiuta a provare meno rabbia, mi aiuta a vivere in pace per un tempo molto limitato; perchè limitato? quale datore di lavoro vuole un attaccabrighe nel proprio esercizio che gli fa perdere i clienti?ti mandano a casa, sei costretto a cercarti un nuovo posto di lavoro, nuove persone e la ruota ricomincia a girare; (parlo sempre del lavoro perchè come le avevo accennato è il mio unico contatto col mondo esterno).

Per riassumere quello che lei ci ha detto: a fronte delle battute di chi pensa che dire "frocio" sia un insulto, e sia pure divertente, lei ha cominciato a concentrarsi sul fatto che può apparire omosessuale agli altri. Inoltre, lei coltiva tutta una serie di pensieri molto negativi (ed anche abbastanza stereotipati) sugli omosessuali. Questo le ha provocato una serie di conseguenze per lei spiacevoli: emozioni negative come la rabbia, ritiro dalla vita sociale, reazioni violente, comportamenti sociali poco naturali, perdita di un posto di lavoro.

Come fare?

Innanzitutto, la invito a leggere un articolo sull'argomento:

http://www.cbtpalermo.net/rivolgersi-ad-uno-psicologo/identit%C3%A0-di-genere-ed-orientamento-sessuale/

Contiene alcune informazioni utili a mettere in discussione alcune idee sull'omosessualità. Finchè non farà questo, ogni riferimento al tema "omosessualità" potrebbe evocare in lei emozioni di disgusto, di rabbia, di paura, ed impedirle di vivere serenamente anche la sua eterosessualità.

Poi, può prendere semplicemente in considerazione l'idea di cambiare giro di frequentazioni: magari potrebbe scoprire che non tutte le persone si divertono ad appioppare agli altri etichette per prenderli in giro!

Infine, può valutare l'idea di una consulenza psicologica. E questo per imparare come gestire più adeguatamente la sua rabbia, come affrontare i suoi interlocutori senza perdere il lavoro, come accettare che esistono persone omosessuali che sono esseri umani di egual valore rispetto agli altri.

Cordiali saluti