Incapacità a relazionarsi

Buonasera,
come prima cosa complimenti per il sito.
Sono una ragazza di 21 e il mio problema è che ho grandissima difficoltà a relazionarmi con le altre persone, soprattutto di sesso maschile, mi spiego meglio. Quando sono con le persone che conosco sono molto spigliata, una chiaccherona, a tratti anche simpatica, ma quando ci sono persone estranee, che mi piacciano o meno mi blocco. Il mio mutamento è così netto che nessuno della mia famiglia, a parte la mia adorata nonna, riesce a crederci... Sono conscia del fatto che per potersi relazionare bisogna conoscere la persona che si ha di fronte, ma questo problema per me è davvero insopportabile. Lo è anche perchè non sopporto di essere giudicata, e va da sè, che con un comportamento del genere passo dalla tipica ragazza che se la tira, e questo è un aspetto del tutto estraneo al mio carattere, anzi... Quando era una ragazzina ero super spigliata, poi anni di prese in giro alle medie hanno modificato irrimediabilmente il mio carattere...Alle superiori ho cercato di fare amicizia con persone diverse per cercare di vincere la mia insicurezza, ma mi sono avvicinata a persone molto forti caratterialmente che mi hanno "soffocato"... Adesso frequento altra gente, ma la storia non cambia... sicuramente influisce il fatto che non ho mai avuto un ragazzo, e questa cosa, dato che ho ben VENTUNO anni mi da il tormento... Fisicamente sono una ragazza normale, con molti difetti, ma c'è di peggio, almeno spero... Fatto sta che tutte le volte che mi guardo allo specchio non mi piaccio, e se mi domando "ma perchè un ragazzo mi dovrebbe trovare interessante?" non trovo risposta... e questo si ripercuote anche nel relazionarmi con gli stessi ragazzi, perchè nelle poche volte che qualcuno mi avvicina, penso che lo faccia per un secondo fine, e questo perchè sono stata fregata e delusa dalle persone a cui volevo più bene... Ogni volta che qualcuno mi si avvicina divento impacciata, timida e non riesco a relazionarmi, sebbene mi sforzi...
si potrebbe dire che il più grande "pregio" che ho è la grande disponibilità nell'aiutare gli altri...se posso aiutare ben venga, che si tratti di un consiglio una spiegazione o riassunti di esame, anche se mi sono costati fatica, e so che l'altra persona non li ha, non perchè non poteva farli, ma semplicemente perchè era troppo impegnata a divertirsi... Ecco recentemente una persona a cui voglio un mondo di bene, mi ha detto che probabilmente mi comporto così solo per essere accettata, può essere? anche questo che pensavo fosse un mio pregio in realtà non esiste?
come posso fare per acquistare fiducia in me stessa, e di conseguenza imparare a relazionarmi con gli altri?
ringrazio anticipatamente
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazza,;
Il quesito che pone non e' semplice. Almeno non semplicistico.
Il tipo di approccio a cui faccio riferimento mi induce a suggerirle di ricorrere ad uno psicologo psicoterapeuta per esaminare le rappresentazioni di se stessa e soprattutto perche' sia convinta che la sola modalita' reazionale possibile per lei sia aiutare gli altri.
PoSsono esserci elle ragioni perofonde a tale convinzione e bisognerebbe analizzarle perche' ci sia un reale migliioamento nella sua qualita' di vita.
I migiori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Cara ragazza,

la timidezza non è necessariamente un difetto; il segreto sta nel fatto di farla diventare un pregio.
Non tutti siamo uguali e non tutti abbiamo le stesse modalità di avvicinarci all'altro. Il nostro modo di avvicinarci all'altro si posiziona lungo un continuum che va dalla sfacciataggine alla incapacità di proferire verbo davanti a sconosciuti.

Mi sembra di capire dalle sue parole che ha comunque relazioni sociali soddisfacenti una volta rotto il ghiaccio anche se resta carente la capacità di "lasciarsi andare" con persone dell'altro sesso appena conosciute.

Può essere che lei cerchi di conquistare gli altri, di cercare la loro accettazione, aiutandoli anche quando meno se lo meritano. Ma lei cosa sente? Sente che il suo aiuto viene dal cuore o pensa che davvero possa essere come dice la persona a cui vuole un mondo di bene? Come si sente dopo aver prestato aiuto alle persone che ne hanno bisogno?
Non è detto che sia necessariamente così.

La fiducia in se stessa può essere acquisita provando a modificare il suo modo di porsi, cercando, come accennavo prima, a far divenire la sua timidezza un pregio.

Sorridere timidamente, ammiccare con lo sguardo spostandolo dagli occhi dell'interlocutore, imparare, in altre parole, a giocare con la sua timidezza, può diventare una grande arma di seduzione.

Da qui, senza conoscerla personalmente e senza conoscere la sua storia di vita è difficile poterle dare consigli più puntuali.
Se il disagio che sente diviene però invalidante per la gestione della sua quotidianità le consiglio di rivolgersi ad uno psicologo di persona che potrà aiutarla a fare un po' di chiarezza e gestire meglio la sua emotività.

Un caro saluto

Dr. Roberto Callina - Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Specialista in psicoterapia dinamica - Milano
www.robertocallina.com