Non riesco ad essere serena!

Salve dottori, ho 24 anni e sono una ragazza molto carina ( non ho mai avuto problemi a trovare ragazzi,anzi), sono socievole,solare...e studio giurisprudenza (il mio sogno è sempre stato diventare un avvocato e quindi lo faccio con estremo piacere e riesco anche bene).Sono fidanzata da 4 anni con un ragazzo che mi ama e che io amo molto.
il mio problema è che non riesco mai a mantenere un rapporto stabile in amicizia:ho avuto tantissime delusioni e sicuramente in molti casi è stata colpa degli "altri" ma in altri mia. Di questa cosa soffro molto e mi chiedo spesso il perchè...con l' aiuto anche di qualche persona sono arrivata a capire forse il motivo: io da un' amica mi aspetto quello che io farei e direi per lei. Più che un' amicizia io vivo il rapporto come un rapporto fraterno,morboso.."in simbiosi".
Detto questo, nell'ultimo periodo ciò che mi fa stare davvero male è che non riesco ad essere serena, vivo in uno stato contino di "coscienza sporca" anche se non ho motivo di averla, ho sempre paura che le persone ce l' hanno con me. E purtroppo in questo, un ruolo "pericoloso" lo svolge Facebook e ogni cosa che leggo su quel social penso che sia riferita a me e ho paura.
Sembra qualcosa di stupido,ma questo stato mi sta portando a stare davvero male e purtroppo nessuno mi capisce. Non posso andare da uno psicologo perchè i miei non lo accetterebbero mai,considerando il problema "stupido".
vi prego datemi qualche consiglio.
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
Gentile Utente,

indipendentemente da cosa ne pensino i suoi genitori nel caso in cui la sua situazione richiedesse una consulenza psicologica o una psicoterapia tale intervento non sarebbe sostituibile da un consulto online.

Lei ci parla di amicizie finite male per colpa delle sue eccessive aspettative e di molte delusioni, ma vorrei che fosse un po' più precisa.
Può raccontarci come si evolvono in genere queste relazioni con gli amici?

Non mi è chiaro in che senso lega questo discorso alla sensazione di avere la "coscienza sporca": può spiegarsi meglio?
Può fare qualche esempio?

Dr. Stefano Pozzi, psicologo psicoterapeuta
Riceve a Milano e Mariano Comense
s.pozzi@psychology.it - 340.2665359

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dopo
Utente
Utente
allora per quanto riguarda le amicizie...un esempio: ero amica dal liceo di una ragazza,ci sentivamo non sempre perchè lei studia fuori ma c' eravamo sempre quando ne avevamo bisogno. A giugno diagnosticano a mio padre un tumore. All' inzio benigno,poi si scopre maligno. Io stavo malissimo,lei mi stava vicino..un giorno le scrivo un msg per aggiornarla sul fatto che la situazione era più grave del previsto e lei non mi chiama. Io ci resto male e le scrivo un sms "ci sono rimasta male..mi aspettavo che mi chiamassi". Lei da lì è partita dicendo che sono egocentrica,che tutti avevamo dei problemi,che non poteva ruotare tutto intorno a me,ecc. Da allora non l' ho piu sentita e ovviamente sono stata malissimo.
Ma ce ne sono tante di delusioni che ho avuto. A volte ho sbagliato io perchè magari me la sono presa eccessivamente per qualcosa,poi volevo tornare indietro e ovviamente l' altra persona non era più disposta.Ad esempio me la prendo molto se una persona fa qualcosa che non rientra tra i miei principi,infatti ho allontanato persone che tradivano i fidanzati.
Riguardo alla "coscienza sporca"..intendevo che ho sempre paura di sbagliare a parlare,a fare qualcosa...allora quando leggo qualcosa o sento un' amica strana (magari per problemi suoi) penso sempre che ce l' abbia con me. mi chiedo "ho fatto qualcosa?che ho potuto farle che sta arrabb con me?"
Sembrano sciocchezze ma io inizio a stare male sul serio.
Il mio fidanzato e mia mamma giustificano queste situazioni dicendomi che le amiche sono gelose: in alcuni casi era vero e l' hanno dimostrato...ma è ovvio che non possa essere sempre cosi.
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
Le invidie esistono, ma non giustificano tutti i fallimenti nelle relazioni d'amicizia fra donne.
E' possibile che lei si attenda troppo, che sia eccessivamente rigida nel giudicare chi appunto non rispetta i suoi principi e che scambi per amicizia relazioni di mutuo aiuto.
Della sua amica del liceo ci ha detto "c'eravamo sempre quando ne avevamo bisogno", il che fa parte dell'amicizia ma non può costituirne la porzione prevalente.

Penso che il suo timore che qualcuno abbia male interpretato le sue parole o i suoi gesti derivi dal disorientamento che sta provando nel relazionarsi agli altri e dai conseguenti dubbi che riguardano come instaurare un'amicizia duratura e soddisfacente.

Su cosa si sono fondate finora le sue amicizie?
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dopo
Utente
Utente
in che senso?
Per farle capire come intendo io l' amicizia. Sentivo per un periodo una mia amica nervosa e triste,le chiedevo il perchè e lei diceva che non poteva dirmelo. Io ho cercato di starle vicino " da lontano", "senza sapere" ma solo perchè me lo sono imposta. Perchè per come interpreto io l' amicizia...lei se mi considerava davvero un' amica DOVEVA dirmelo e io avevo il DOVERE di starle vicino.
Questa stessa amica ha delle sue amiche e quando esce con loro io ci resto male perchè non mi invita.Io,invece,quando esco con altre persone la invito sempre. Ma lei ha detto che non devo offendermi per queste cose.
Se dico una cosa per cui ci resto male,dopo mando mille messaggi per "rimediare" per paura di perderla.( e questo l' ho sempre fatto...non solo ora che mi sono rimaste poke amiche)
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
Intendo dire: le sue amicizie si sono fondate su interessi comuni, sulla frequentazione obbligata di determinati ambienti (es: scuola, oratorio, squadra), sulla spinta ad aiutare qualcuno che poi è diventato - o si attendeva diventasse - suo amico?

Mi sembra che lei abbia delle idee piuttosto rigide e una visione doveristica dell'amicizia: chi è suo amico non deve comportansi in certi modi e deve comportarsi in altri.

In questo modo però rischia di rinchiudere l'altro in un recinto dal quale può scappare solo allontanandosi da lei, o portando lei a percepire l'allontanamento temporaneo come un tradimento e un abbandono.
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dopo
Utente
Utente
si ha ragione, mi sa che questo è il mio problema.
Comunque le mie amicizie sono sorte sempre o a scuola o all' università, in alcuni casi ho iniziato dei rapporti perchè vedevo la persona sola e volevo integrarla.
Il problema è che "gli altri" hanno sempre qualcosa da dire sul mio conto: addirittura mi criticano perchè sono troppo studiosa, dicono che il mio fidanzato è brutto e meriterei di meglio e notano cose che io in loro neppure guardo. Io sono sicura di me e non ho bisogno di andare a notare i difetti degli altri.
Allora io vorrei un consiglio: "come riuscire a fregarmene di quello che dicono?" perchè io ci sto male. Invidio il mio fidanzato perchè ha un carattere bellissimo in questo senso,cioè qualunque critica gli viene mossa,lui se ne frega.
Anche sulle amicizie,mi rendo conto che molte persone non hanno amiche ma loro se ne fregano e vivono lo stesso bene...io invece ne soffro.
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Dr. Stefano Pozzi Psicologo, Psicoterapeuta 173 4 17
E' più sano soffrire per l'assenza di amicizie che essere indifferenti alla propria solitudine, non crede?

I rapporti nati con gesti da "crocerossina", pur motivati dalle migliori intenzioni, di solito non durano perchè sono relazioni d'aiuto e non di amicizia fra pari.
Di solito chi ha fatto il primo passo per aiutare l'altro dopo un certo periodo lo considera un ingrato o se ne sente sfruttato.

Non so dirle perchè le vengono rivolte critiche e inviti a cercare di meglio, bisognerebbe poter entrare molto nello specifico: se deciderà di prendere contatto di persona con uno psicologo potrà sicuramente farlo.
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dopo
Utente
Utente
la ringrazio...è stato gentilissimo ;)
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Attivo dal 2011 al 2015
Psicologo
Gentile utente,
lei ha ormai 24 anni, non le sembra che sia arrivata l'ora di prendere le decisioni da sola? se sente il bisogno di andare da uno psicologo può farlo tranquillamente, con o senza il consenso dei suoi genotori. Del resto per gli altri è facile giudicare cosa è giusto o non giusto fare, ma chi soffre è LEI!
Nella sua vita affettiva lei dà tanto e si aspetta lo stesso. E' giusto ma questo bisogno continuo di essere ricambiata pienamente negli affetti potrebbe benissimo derivare dall'insicurezza generata nell'ambito del sistema familiare, per cui cerca fuori ciò che non trova in casa. Dare molto ci rende vulnerabili e crea l'effetto contrario.
Le mie ovviamente sono ipotesi che dovrebbe approfondire nel corso di una vera terapia.
Impari a mettere al primo posto sè stessa, staccandosi un altro dalle reazioni o dai pensieri degli altri e inizi un percorso su di sè. Non è giusto soffrire per far contenti gli altri.. le pare?
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dopo
Utente
Utente
ha ragione! Così come ha ragione sul fatto che dovrei staccarmi dai miei genitori,purtroppo sono molto legata a loro e ancora non riesco ad essere indipendente. Nello stesso tempo la cosa che in questo caso mi blocca a chiedere l' aiuto di uno psicologo...è di sicuro l' aspetto economico,essendo una ragazza che studia e non lavora.
I miei genitori mi hanno avuta quando erano abbastanza grandi "37 e 40 anni" rispetto a mia sorella e mio fratello.Infatti mia sorella ha 39 anni ed è sposata con dei figli e mio fratello ha 37 anni e anche lui sposato con dei figli.
Io so come sono fatti e loro non ammetterebbero mai che ho dei problemi. A 16 anni ho preso due scatole di pillole e in ospedale mi dissero che dovevo essere seguita da uno psicologo ma loro si rifiutarono di portarmi. Da 4 anni sono dimagrita 13 kili e per un periodo ho mangiato e vomitato ma loro non se ne sono accorti, mi hanno solo torturata per il fatto che sono troppo magra.
Però non gliene faccio una colpa perchè io tendo a nascondere il mio male interiore....un pò perchè me ne vergogno,un pò per non dare a loro altre preoccupazioni,
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Dr. Antonio Raia Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 140 5
Gentile ragazza,
mi unisco al coro di chi mi precede, e la esorto a consultare uno Psicologo. Capisco perfettamente i suoi impedimenti ma il primo passo per il cambiamento è iniziare a metterci la faccia in prima persona.
Per quanto concerne gli impedimenti economici, può provare alla sua asl di appartenenza, pagando il ticket di 38,00 euro circa può effettuare più incontri. Oppure può contattare un professionista privato e parlargli anche della sua difficoltà economica, trovo che noi Psicologi dobbiamo tener conto assolutamente della questione economica, specie per quanto concerne la regolarità delle sedute.
Non perda l'occasione di "riprendersi" un po di serenità.
Le auguro il meglio,
Antonio Raia
www.psicologibenevento.it
329.80.29.784

















Dr. Antonio Raia
329.80.29.784
www.centropsicologicodelsannio.it

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Attivo dal 2011 al 2015
Psicologo
Gentile ragazza,
il cambiamento deve partire da lei, innanzitutto convincendosi del fatto che è adulta e ha bisogno di prendere le decisioni con la sua testa. Il fatto che i genitori non le approvino deriva anche dalla sua difficoltà di dialogo, per mancanza evidente di comunicazione chiara e trasparente.
Mi permetto di darle un piccolo consiglio, anche se questa sede è troppo superficiale per poter azzardare pareri professionali, qundi prenda tutto con le opportune cautele. Le proporrei di andare con sua madre dal medico di famiglia, con una scusa qualsiasi e poi magari si fa aiutare da lui a convincerla, raccontando in quella sede la verità . In questi casi c'è bisogno di una mediazione perchè i rapporti tra voi sono troppo confusi e il dottore può indicarle l'asl migliore.
Oltre a questo ci sono i centri sociali per giovani (ONLUS gratuite) dove potrà socializzare e farsi aiutare dagli psicologi. Questo è fondamentale anche per la carriera che andrà ad affrontare.