Autolesionismo e altri disturbi

Buonasera,
mi rendo conto che ciò di cui vorrei parlare richiederebbe molte più parole e una situazione diversa, ma il motivo per cui sto scrivendo è principalmente per capire se ho bisogno o meno di ulteriore aiuto.
Quando ero ancora minorenne, durante l'intera durata delle scuole medie, ho subito atti di bullismo, dal bullismo psicologico a quello fisico. La mia reazione si limitava al cercare di reagire come meglio potevo, al parlarne con i miei, che mi hanno sempre supportata, e a cercare di mostrarmi forte, senza riuscirci sempre. Durante quel periodo o poco prima inoltre, ho incontrato una ragazza che si divertiva a spaventarmi, ad inculcarmi paure che mi sono trascinata dietro fino all'estate scorsa. Esse erano così terribili da non farmi nemmeno dormire, per cui contribuivano ancora di più al mio stess psicologico.
In primo superiore mi resi conto che gli effetti del bullismo, ormai terminato, si stavano ripercuotendo sempre di più sulla mia psiche, tant'è che ho iniziato ad avere forti attacchi d'ansia, che poi si trasformarono in attacchi di panico. Fu così che decisi di andare da una psicologa, che mi ha aiutata molto. Gli attacchi di panico, anche se raramente, continuano a persistere, soprattutto se mi capita di pensare al mio passato, se mi capita di avere paura di tornare in quella condizione. Durante i primi due anni delle superiori ho convissuto con tutto ciò, avevo perenni pensieri autolesionisti, desideravo buttarmi da un balcone, o sotto una macchina, anche se non volevo morire. iniziai così a farmi del male sul serio, con lamette o qualsiasi altro oggetto appuntito. A volte mostravo le mie ferite, che non facevano nemmeno male durante l'atto, a volte mi vergognavo e le nascondevo. Intanto, avevo anche iniziato ad effettuare strani rituali, e questi mi torturavano la mente, perchè credevo che se non avessi fatto una determinata cosa, tutto sarebbe andato peggio. Io credevo ormai di essere guarita, infatti il senso di vuoto è sparito, come l'autolesionismo e tutto il resto. Non capisco però perchè, ancora adesso tendo a trarre piacere dalla mia tristezza. Ad esempio, se qualcuno a cui tengo tanto si comporta male con me, una parte di me gode della mia infelicità, e ancora di più poi godo nell'essere consolata e ricevere scuse (anche se credo che ciò sia normale). Inoltre, se può essere rilevante, dall'età di 4 anni ho sempre avuto paura di morire e di essere abbandonata, pur venendo da una famiglia assolutamente equilibrata e presente al modo giusto (ciò è stato affermato anche dalla psicologa). Spesso mi arrabbio senza motivo e tendo ad aggredire anche quando non vengo attaccata, quasi come se fossi sempre sulla difensiva. Il mio masochismo mi sta distruggendo nei rapporti sociali, perchè a volte cerco lo scontro, pur di trovare giovamento nell'essere triste.
Sperando di ricevere una risposta, ringrazio in anticipo.
[#1]
Dr.ssa Susanna Raule Psicologo, Psicoterapeuta 23 2
Buonasera,
alcune ferite hanno bisogno di tempo e di cure per guarire. Questo mi sembra il suo caso. I disturbi d'ansia e gli atti di autolesionismo parlano di due modi diversi di esprimere lo stesso disagio. Entrambi richiedono cure, le esigono. Un attacco di panico non si può ignorare e una ferita fisica deve essere medicata, in qualche modo.
Entrambi sono modi anche per chiedere di venir curati dagli altri e infatti lei afferma che ama venir consolata e ricevere le scuse degli altri.
Sono attenzioni di cui noi tutti abbiamo bisogno, ma che lei ricerca anche "in negativo", aggredendo gli altri. E l'attenzione che ci può dare qualcuno che aggrediamo è senz'altro un'attenzione forte.
Non conoscendo meglio la sua storia clinica, non mi sento di spingermi oltre con le riflessioni. Di certo percepisco una sofferenza nella sua lettera e il bisogno di cure, da parte sua e da parte degli altri.
Non mi sembra una cattiva idea andare a cercare queste cure dove sa che può averle, magari dalla sua "vecchia" psicologa, magari da una nuova. Lei saprà scegliere ciò che è meglio per lei.
Mi pare anche che abbia già fatto un bel pezzo di cammino: il senso di vuoto e il bisogno di ferirsi sono passati. Non è poco, quello che ha già fatto.
Forse, ora, le serve solo ancora qualcuno con cui fare un pezzetto di quel cammino che porta al luogo in cui ci prendiamo cura di noi stessi da soli e sappiamo come chiedere agli altri di prendersi cura di noi.
La saluto con affetto.

Dr.ssa Susanna Raule,
psicologa, psicoterapeuta a indirizzo Gestalt integrato

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Cara ragazza,

quando definisce il suo comportamento centrato sul "masochismo" è come se in maniera inconsapevole cercasse di ri-sperimentare modelli relazioni appresi, ma, come lei ben comprende, del tutto disfunzionali.

Talvolta può capitare che un modello di stare con l'altro, pur essendo doloroso, viene comunque messo in atto per il semplice fatto che non si conoscono (o non si sono sperimentati) modelli alternativi, diversi e più funzionali.

Cerchi di trovare un modo diverso di approcciarsi all'altro, altrimenti in questo modo difficilmente sarà soddisfatta delle sue relazioni sociali.

Questo processo è tutt'altro che semplice, dovrebbe iniziare un trattamento psicologico. Meglio se di psicoterapia ad indirizzo psicodinamico.

Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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