Autolesionismo genitale infantile

Buonasera,
sono una ragazza 22enne e vorrei un parere su una questione che mi preme molto.

Quando ero piccola, parlo della fascia d'età della scuola materna e delle elementari, avevo frequentemente comportamenti che oggi definirei autolesionistici a livello genitale. Ad esempio, infilavo tra le grandi labbra della vagina dei fogli di carta igienica con sopra del sapone liquido, con il fine volontario di sentire bruciore.
Oppure, la notte, quando ero a letto, utilizzavo dei cotton fioc come per premere contro l'imene; altre volte delle mollettine di metallo a becco per "pinzare" e "pizzicare" la pelle delle parti intime; altre volte ancora usavo un biberon giocattolo piuttosto appuntito, infilandolo nell'ano e insufflandoci dentro dell'aria.
Il tutto era sempre contornato da fantasie fervide, la più frequente delle quali era quella di un vecchio scienziato pazzo che rapiva bambini per far loro del male, torturandoli in quei modi, e le mie mani erano le mani di questo personaggio inventato. Che mi ricordi, però, non mi vedevo su quel "tavolo da laboratorio" come "me stessa", era come se in quei "giochi" -così li consideravo- mi estraniassi come individuo, concentrandomi sulle sensazioni fisiche di dolore.
E c'era una forte carica autoerotica in queste pratiche, le ricercavo.
Da che ho memoria, di sicuro ho fatto queste cose dai 4 ai 10 anni.

Per moltissimo tempo non ho ripensato a questi ricordi come a qualcosa di traumatico, ma è da qualche tempo che non so più come guardarmi.
E' possibile, normale aver avuto simili perversioni in età così precoce? Una personalità così megalomane e masochista? Il riaffiorare di quei ricordi oggi mi provoca non disagio, non vergogna ma angoscia.
Non ho ricordi di molestie subite, quindi non so ricondurre quello che facevo a qualcosa che ho vissuto. Ero/sono una persona disturbata?

Specifico anche che ho un rapporto strano con il "contatto fisico": lo rifuggo quasi completamente con i familiari e anche con gli amici non riesco a lasciarmi andare facilmente alle cose più banali come baci e abbracci; nonostante questo sono riuscita a costruire delle relazioni anche di tipo sessuale, molto, molto difficoltose agli inizi.

Ho bisogno di aiuto.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
Gentile ragazza certe pratiche possono essere abbastanza frequenti in età infantile così come, crescendo, legarle a certe fantasie. A distanza di tempo, con l'acquisizione di una certa morale possono essere rivissute con disgusto e creare le sensazioni che prova. Il problema non nasce dal fatto di aver avuto o praticato certe cose ma dall'attribuzione di significati negativi che se ne fa poi.
E' su questo che dovrebbe lavorare con l'aiuto di un terapeuta.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottore, la ringrazio per la risposta, ma devo specificare che non provo assolutamente né vergogna né disgusto verso questi ricordi. Angoscia sì, perché non so spiegarmi come mai declinassi la masturbazione infantile in quel modo.
E le fantasie che "corredavano" quel che facevo le formulai in quegli anni, non a posteriori.

La ringrazio ancora per aver risposto.


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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

la "declinazione della masturbazione infantile in quel modo" può essere data da un'infinità di stimoli. Se da una parte potrebbe aver subito attenzioni da parte di un adulto, dall'altra potrebbe aver fantasticato e creato un racconto prendendo spunto dalla realtà e creando "una sua teoria". C'è un bel libro che si intitola "La rappresentazione del mondo nel fanciullo" di Jean Piaget, che è uno dei padri della psicologia infantile.

Un bambino non è un automa o un'ameba, ma un essere con abilità cognitive adeguate alla propria maturazione biologica: ogni bambino costruisce e organizza i pensieri coordinando a modo suo i dati e le attività più elementari che non sempre tiene conto delle leggi della natura fisica e biologica.

Cioè, potrebbe benissimo aver ascoltato i genitori mentre facevano attività sessuale, potrebbe aver visto occasionalmente materiale pornografico (essendo nata nel 1991, c'era già abbondanza di materiale per adulti nel nostro paese), potrebbe semplicemente aver scoperto che stimolare la zona vaginale crea piacere, e quindi creato fantasie. Oppure potrebbe aver fatto "suoi" racconti, avvertimenti di adulti, o semplicemente aver colto le paure genitoriali.

Insomma, potrebbero essere tante cose.

Le racconto questo aneddoto. Bambina di 3 anni in braccio ad una signora. La bambina gioco da diverso tempo con la signora ed ha stabilito un buon legame. La bambina si gira e da una craniata contro un mobile: pianto e mamma che accorre.
Smette di giocare con la signora, e più la signora cerca di giocare con lei, più la bambina si arrabbia e piange. Morale della favola: la bambina ha ensato di essere stata picchiata dalla signora e non c'è stato verso di farle cambiare idea e di spiegarle che aveva battuto la testa da sola contro il mobile. Neanche la madre, che aveva visto tutto è riuscita nell'intento.

Ha provato a chiedere ai suoi? Come era da piccola e come reagivano alle sue manifestazioni "sessuali".

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492