Penso sempre al cibo

Buongiorno.

Ho quasi 27 anni, peso 56 kg per 1.62 di altezza. Non sono sovrappeso ma le mie forme sono "morbide" e il mio aspetto fisico è un cruccio da ormai 10 anni. Da pochi giorni mi è stata diagnosticata un'ernia jatale (con asportazione di un piccolo polipo) che mi sta portando a curare l'alimentazione in maniera più oculata. Il problema è che penso sempre al cibo. Mangerei sempre, in qualsiasi momento, e dire che non è mai stato un piacere per me. Qualche anno fa capitava di abbuffarmi, cercavo di vomitare ma non riuscivo allora digiunavo per qualche giorno o esageravo con l'attività fisica. Non vorrei essere pelle e ossa, vorrei semplicemente stare bene e liberarmi da questa ossessione che mi fa vivere l'alimentazione sana e lo sport come sacrifici che mi rendono triste e stressata. Se solo riuscissi ad eliminare questa fissazione sono certa che riuscirei ad ottenere l'equilibrio psico-fisico che desidero senza troppo angosciarmi. Quando penso di aver risolto mi scopro a mangiare schifezze o fare lunghi aperitivi e dopo poco il mio fisico ne risente e mi accorgo di star peggio. Ogni anno il mio peso "balla" anche di 5/6 chili, tempo fa fumavo molto per controllare la fame (ora ho smesso di fumare) e bevevo alcolici senza mangiare: sono eccessiva in ogni mio tentativo di controllo.

Cosa posso fare? Questo pensiero è sempre più gravoso e mi deconcentra dalle cose veramente importanti. Ultimamente conto le ore, i minuti che mi separano da un pasto all'altro. Non vivo bene e tante volte non riesco a godere con gioia i bei momenti che la vita mi riserva. Sono ormai donna ma stando così mi sembra di non emanciparmi mai. Lavoro ma non posso spendere soldi in consulti privati. Grazie per l'attenzione, un saluto.
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220 123
(..). Se solo riuscissi ad eliminare questa fissazione sono certa che riuscirei ad ottenere l'equilibrio psico-fisico che desidero senza troppo angosciarmi. (.)

gentile utente è l'idea di perder peso che, spesso, trasforma l'idea del cibo in ossessione a tal punto da ricercarlo e, paradossalmente, non perdere alcun peso.

(..)sono eccessiva in ogni mio tentativo di controllo(..)
così come più si cerca di mantenere il controllo più lo si perde. questo significa che piccole concessioni (piccole perdite volontarie di controllo) ci permettono di non perderlo definitivamente
legga questo
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/1121-cibo-e-ossessione-quando-la-malattia-sta-nella-dieta.html

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie molte per la risposta, ha sicuramente ragione. Qual'è il suo consiglio? Come posso svincolarmi da questa fissazione ormai radicata nella mia mente, il mio ELEFANTE?
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
dovrebbe rivolgersi a uno specialista direttamente, per affrontare in modo efficace il suo problema con il cibo e il suo aspetto fisico insieme alle preoccupazioni che intorno ad esso ruotano. Da qui purtroppo non possiamo aiutarla come lei meriterebbe non per cattiva volontà, ma per via dei limiti del consulto on line

Può usufruire del servizio publlico, presso le strutture ASL del suo territorio, ecco un link per informazioni e riferimenti
www.asl13.novara.it/‎

Cordialmente

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#4]
Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile Signorina
Come le hanno riferito anche i colleghi, ogni tanto "peccare" o "trasgredire" fa bene. Legga fra i blog e troverà una notizia che fa al caso suo. Lei ha un peso normale e la sua morbidezza e le sue forme fanno di lei un essere unico e insostituibile.
Ma detto questo, il consiglio più importante è senz'altro quello di rivolgersi ad uno psicologo/a per conoscere se stessa attraverso se stessa, o per meglio dire, attraverso i suoi sintomi.
I conflitti psichici; ho fame/ma non mangio, generano un malessere che rende difficili anche le relazioni ed alla sua giovane età e con la sua sensibilità sarebbe sicuramente un "vero peccato" non usufruire di una pratica psicoterapeutica.
Se decide ci tenga informati
Cordialità

Paola Dei: Psicologo Psicoterapeuta
Didatta Associato FISIG Perfezionata in criminologia
Docente in Psicologia dell’Arte (IGKGH-DGKGTH-CH)

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Ragazza,
il rapporto con il cibo, è una ambito estremamente delicato, che correla con infinite variabili intrapsichiche e relazionali.
Il cibo, diventa spesso, un sostituto materno, un utero caldo nel quale rintanarsi, un amico\amante, un antidepressivo, ansiolitico, sonnifero ecc.....

Ripristinare il suo significato originale di nutrimento del corpo e non della psiche, è possibile, ma bisogna effettuare un lavoro più ampio, con l'aiuto di uno psicologo.

Ha problemi anche nella sfera sessuale?

legga questo articolo, poi mi dice cosa ne pensa e se si ritrova in qualche passaggio....



http://www.valeriarandone.it/articoli/153-conflitti-femminili-tra-sessualita-ed-alimentazione

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#6]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie di cuore per i vostri consigli. Non ne ho mai parlato con nessuno ed è sicuramente questo primo contatto è uno step molto importante per me, nonostante sia virtuale.

Senz'altro il faccia a faccia con un esperto potrebbe essermi d'aiuto, ma prima dovrò farmi un po' di forza. A 16 anni sono stata dalla psicologa del liceo ma mi sono resa conto che ponevo un filtro ai miei racconti per non mostrare eccessiva debolezza. Magari sminuivo le cose che davvero mi facevano soffrire e mi dicevo che erano piccolezze. Questo conflitto con il cibo non era ancora subentrato in maniera così prorompente, anche se il mio aspetto è sempre stato fonte di disagio. Adesso mi considero una bella ragazza, da un certo punto di vista pecco anche di amor proprio a volte, non capisco perché poi crollo così.

La sfera sessuale in passato mi creava ansie, ma mi sono legata a (brave) persone che purtroppo non mi piacevano abbastanza. Non sono mai stata sola, ho sempre cercato un ragazzo con il quale stare e a volte ho commesso degli errori di...leggerezza, ma ora da questo punto di vista mi posso dire serena. Mi rendo però conto che mi voglio più bene quando mi sento apprezzata, come se avessi sempre bisogno di qualcuno per sentirmi completa. Non vorrei. La mia è una famiglia normale, i miei genitori sono sempre stati amorevoli. Sono figlia unica, un po' viziata... Non riesco a vedere in loro la radice del mio disagio e non vorrei mai che lo fossero.

Adesso valuterò seriamente di rivolgermi a qualcuno. Non sono né bulimica né anoressica... Ma se riuscirò a togliermi questo peso non diventerò più magra, ma sicuramente più leggera :)
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