Sviluppo personale

Salve a tutti, Sono un ragazzo (?) di 28 anni, originario della Sicilia ma trasferitosi all'estero da circa 2 anni dopo una relazione di 7 e con tanta voglia di sperimentare cosa significava vivere in un paese non tuo e conoscere gente di culture diverse. Sono da due anni in Terapia della Gestalt per far fronte ai miei problemi di socializzazione, anche se non sono tuttora sicuro che questa sia la forma di terapia migliore. Cerco di spiegarmi meglio: sono sempre stato una persona timida, introversa e chiusa in se' stessa. Trovavo difficile fare amicizie e creare legami per paura di essere mal giudicato o deriso, ma tentavo e ho una bella rete di amicizie a casa... Da quando mi sono trasferito pero' noto che queste caratteristiche si sono enfatizzate sempre di piu'. Alle volte non mi vedo capace di conoscere gente nuova, ho un blocco enorme che e' come se ottenebrasse il cervello, come se creasse nebbia al suo interno e non mi permetta di parlare normalmente, scherzare o esprimere la mia opinione su qualsiasi cosa quando sono in compagnia di qualcuno. Altre volte passo periodi di euforia generalizzata, dove non penso al giudizio degli altri e mi comporto come ho sempre fatto (comportamento che ho l'impressione risulti "strano" o "fuori dal mondo agli altri). Questa situazione mi crea enormi difficolta' a livello relazionale ed anche a lavoro, dove mi sento spesso preso in giro dai colleghi, come se fossi il "Fantozzi" della situazione insomma. Noto che spesso riesco soltanto ad aprire bocca per criticare qualsiasi cosa (la citta', il lavoro, un collega...) anche se non me ne rendo conto immediatamente. Ho un buon lavoro d'ufficio e dovrei essere felice, ma sento che non e' la cosa giusta per me. Mi sento allergico al corporate environment e fuori dallo spirito collaborativo. Preferisco lavorare da solo e senza direttive da parte di boss o superiori. Ho paura che questa situazione e il senso di insicurezza generale su di me, sulle mie potenzialita' e su quello che voglio mi abbiano fatto diventare amaro, acido, arido con me stesso e con gli altri. Passo le mie giornate in maniera routinaria: lavoro e casa. Ho una sola persona che posso definire amica ma a parte questo, poco e niente.
Faccio regolarmente uso di marijuana, a volte piu' di una volta al giorno, ma sento di averne bisogno per spegnere il cervello, troppo spesso pieno di pensieri che si agitano continuamente in testa e che mi rendono piu' confuso del normale. Sto maturando la decisione di lasciare il lavoro, tornare a casa e terminare gli studi che ho lasciato in sospeso o di cambiare totalmente paese e ricominciare daccapo, anche se temo si possa ripresentare la stessa situazione.
Durante la terapia ho capito che forse devo lasciar perdere il lato "bambinesco" del mio carattere, crescere e assumere delle responsabilita ma ho una paura tremenda di fallire e cerco costantemente appoggio da parte di qualcuno. ho bisogno di un consiglio...Grazie in anticipo per la pazienza e buona giornata
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
le ha portato benefici il percorso in atto?
Come mai cerca pareri qui, immagino abbia posto all'attenzione del suo curante ciò che ci ha esposto. Che risposte ha ricevuto?

Spostarsi, cambiare luogo non azzera i problemi interiori, ci seguono ovunque se non sono stati risolti.

Ha esposto al suo terapeuta le perplessità in merito al percorso in atto?

<Faccio regolarmente uso di marijuana, a volte piu' di una volta al giorno, ma sento di averne bisogno per spegnere il cervello,>
Questo nuoce alla sua salute e anche se momentaneamente può ottundere il suo tormentoso pensare, sostiene e amplifica i suoi disagi che andrebbero affrontati in terapia.

Parli dei suoi dubbi con il suo curante e poi decida se sia il caso di continuare o di cambiare.

Cordiali saluti

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it