Tristezza e abbandono di oggetti...

Gentili dottori,
mi interesserebbe molto un vostro parere su una questione, perchè credo di avere un piccolo problema con la tematica dell'abbandono.
Quando vado in un negozio a comperare qualcosa, se vedo che di quell'articolo ne sono rimasti solo due pezzi, devo sforzarmi di prenderne uno solo, perchè sento una spinta emotiva che mi porterebbe a pensare "ecco, adesso l'altro resterà solo". Tipico esempio la confezione da 6 bottiglie di acqua del supermercato: quando devo prendere solo due bottiglie, se trovo già una confezione sciolta da altri che ha dentro per esempio 3 bottiglie, o le prendo tutte e tre oppure ne sciolgo un'altra da 6 e le due bottiglie le prendo da lì, perchè lasciare un'unica bottiglia "da sola" mi crea disagio. So che sembra da pazzi...
Non parliamo di quella volta, anni fa, che ho trovato un peluche a forma di orsetto su un muro accanto al parcheggio. Ho dovuto fare davvero un grande sforzo per lasciarlo lì, perchè mi sembrava solo e abbandonato, e a distanza di anni mi sento ancora un po' in colpa per non averlo preso.
Questa difficoltà la sento per ogni genere di oggetti, anche se ovviamente si fa più forte quando si tratta di cose dalla forma animale, come ad esempio appunto il peluche.
Sensazione simile accade quando perdo per sbaglio qualcosa (avverto un input emotivo simile a "adesso penserà che non lo volevo più, si sentirà abbandonato") e il disagio è in proporzione a quanto ero affezionata all'oggetto in questione e a chi me l'aveva dato.
Ovviamente quando sento questa sensazione mi fermo un secondo per razionalizzare la cosa, perchè so perfettamente che gli oggetti sono cose inanimate e non hanno nè pensieri nè emozioni, intendiamoci, e cerco di non darci corda, ma già il fatto che tendenzialmente io senta così non mi pare tanto normale.
Non ci sono stati traumi nella mia infanzia, l'unica cosa forse è il fatto che mio padre se n'è andato di casa quando avevo 18 anni, ma non credo dipenda da questo, in primis perchè con lui caratterialmente non andavo d'accordo e la sua assenza mi è andata bene, in secondo luogo ero già grandicella... Poi mia madre ha trovato un'altra persona, e lì in effetti ho sofferto molto perchè lei mi ha messo da parte per un certo periodo perchè era "innamorata persa" di lui, però insomma alla fine sono riuscita ad accettare la cosa e adesso a grandi linee si è sistemato tutto, e comunque in fondo il periodo brutto è stato più di 15 anni fa...un bel po' di tempo!
Ad ogni modo, secondo voi, continuando a razionalizzare questi miei comportamenti riuscirò a evitare che mi vengano spontanei?
Molte grazie
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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile utente,
l'importanza di un disturbo è data anche dal grado di disagio che provoca. Se il disagio non è intenso forse non necessita tutta questa attenzione. Inoltre un altro elemento importante che rende un problema psicologico tale è il grado di impedimento che produce. Non sembra che la sua vita, eccetto per le "rimuginazioni" di cui parla sia particolarmente intaccata dall'"abbandono". Non voglio minimizzare ma neanche ingigantire....
La spiegazione che lei attribuisce a questo pensiero/comportamento è legata ad alcune sue situazioni relazionali passate. Talvolta "proiettiamo" negli oggetti aspetti interni che ci riguardano. Non è detto che il "razionalizzare" la scarsa attenzione di mamma o la separazione da suo padre significhi che emotivamente il problema non esiste.

Attualmente la sua vita come la definirebbe?

Forse questo è un elemento che merita attenzione.

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, il fatto che siano passati molti anni non vuol dire che per lei l'abbandono del padre e questa mamma "persa" d'amore non siano stati difficili da superare e non siano ancor oggi presenti in un angolo del suo cuore.. Il tempo è soggettivo.
Come dice il Collega a volte proiettiamo sul mondo esterno i nostri rimossi.. lei è stata brava, ha razionalizzato difensivamente ed è andata avanti.. questi pensieri che si affacciano alla sua mente, non mi sembrano molto disturbanti, alla fine..quindi li consideri nuvole che passano..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Attivo dal 2013 al 2013
Ex utente
Vi ringrazio per i vostri interventi, allora continuerò a razionalizzare quei pensieri assurdi sperando che presto o tardi il disagio sparisca.
Cordiali saluti e grazie ancora