Sindrome da abbandono

buongiorno,
sono la mamma di una bimba di 9 mesi che, da qualche settimana, si sveglia molto spesso la notte (anche dopo un'ora o al massimo due ore e mezza) piangendo e non si calma finchè non la attacco al seno. Giorni fa ha avuto l'otite ma il pediatra mi ha assicurato che è passata e che si sveglia per questa sindrome! Cosa posso fare? Non riposo più e mi sto debilitando!
La ringrazio e le auguro buon lavoro e buone feste!
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

il pediatra Le avrebbe detto che la Sua bimba si sveglia e fa fatica a riaddomentarsi nonostante le Sue rassicurazioni a causa della sindrome da abbandono?

Prima dell'otite la bimba faceva la stessa cosa, oppure è pensabile che abbia preso questa cattiva abitudine?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

una bambina di nove mesi potrebbe svegliarsi la notte per diversi motivi non necessariamente abbandonici.

Lei pensa di essere una mamma eccessivamente preoccupata e apprensiva?




Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno Dottori,
grazie per le vostre risposte. Il pediatra mi ha assicurato che l'otite è passata e la bimba gode di ottima salute ora ma che questo è proprio il periodo in cui i bimbi possono soffrire di questa sindrome...ho letto e sentito parecchie mamme che bene o male hanno questo problema...chi non allatta combatte con il ciuccio ecc...lei si sveglia piange disperatamente appena la attacco dopo pochi minuti si riaddormenta per ricominciare poi l'iter dopo un'ora o ora e mezza. Diciamo che ha iniziato questa cosa in concomitanza con un semplice raffreddore a fine novembre, si svegliava anche ogni dieci minuti per diverse notti e poi ci ha regalato tre notti stupende dove dormiva anche per 4 ore e mezza di fila (forse doveva recuperare?) , poi sono iniziati di nuovo i problemi e, nel frattempo, è subentrata l'otite. Abbiamo escluso che si tratti di fame in quanto anche con il latte artificiale succede la stessa cosa. Per rispondere alla domanda del Dott Del Signore no, non mi reputo una mamma eccessivamente preoccupata e apprensiva! Di giorno non cerca il seno così disperatamente.
Vi ringrazio molto
[#4]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile signora,
Ansie materne a parte, l' allattamento, se così protratto, assume poi svariati significati, oltre quello di reale nutrimento.

Il seno diventa consolazione, anti/dolorifico, anti/ansia, rassicurazione materna, sonnifero, calore e così via.....

Provi, con garbo e calma, magari quando l' otite sarà lontana a togliere il seno la notte ed a sostituirlo con il ciuccio, del resto la notte si dorme, non mangia

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#5]
Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
Gentile Utente,

la situazione che lei descrive potrebbe non essere una "problematica" in senso stretto. Si sa che i bambini quando sono piccoli hanno delle necessità che vengono espresse (non potendo parlare) con altri mezzi, ossia con una comunicazione diversa come ad es. il pianto.

>>Il pediatra mi ha assicurato che l'otite è passata e la bimba gode di ottima salute ora ma che questo è proprio il periodo in cui i bimbi possono soffrire di questa sindrome..<<
Se la bimba gode di ottima salute si tratta solo di comprendere i bisogni della bambina che in sostanza significa regolare i suoi stati affettivi. Fatto questo probabilmente anche la regolazione sonno-veglia si stabilizzerà.

Questa "sindrome" probabilmente non è una sindrome (perché non esiste), ma un bisogno naturale che tutti i bambini hanno, ossia quello di avere una relazione preferenziale ed esclusiva con la principale figura di riferimento (la mamma). Si chiama attaccamento e sarà il prototipo delle future relazioni affettive.