Affrontare il tradimento

Gentili Dottori,
dopo 6 anni e mezzo, la relazione che vivevo ha avuto fine e nel modo più doloroso possibile.
Dopo un paio di mesi in cui avvertivo che qualcosa fosse cambiato e le spiegazioni del mio partner, ogni volta diverse e più insoddisfacenti, una terza persona mi ha confermato ciò che sospettavo, ossia il tradimento, e, messo alle strette, lui ha confessato.
Oltre a non riuscire ad accettare l'idea del tradimento in sé, sono segnata dagli interrogativi.
Tutto è cominciato nel mese di Dicembre, quando ho preso a sentire il mio partner lontano, distante, senza più attenzioni per me (era, infatti, un mesetto che tra di noi non c'era alcun rapporto intimo, che lui giustificava, ogni volta, con lo stress per il lavoro); poco prima di Natale, lui mi comunica che ha bisogno di staccare, perché sotto pressione eccessiva, mi chiede comprensione per la sua decisione di partire per 2 giorni a Londra (poi, scoprirò che ci è andata con lei).
Io vivo questa sua decisione con molto turbamento, ma la accetto. Al suo rientro, lo sento sempre più lontano e gli chiedo spiegazioni sul suo modo di agire; abbiamo un litigio, nell'ambito del quale lui mi dice che ultimamente avverte una eccessiva conflittualità tra di noi e che, un mese prima, a seguito di un brutto litigio, aveva pensato di lasciarmi. Io era consapevole della gravità di quanto successo tempo prima, ma non certo che avesse avuto intenzione di lasciarmi, ma lui mi rassicura, mi dice che si tratta soltanto di un momento difficile e che la sua strenua intenzione è quella di andare avanti, di superare tutto.
Purtroppo le cose dopo non vanno meglio, perché io ho il sospetto che ci sia un'altra persona e glielo faccio presente, lui mi assicura che non è così, che, sì, sente qualcuno, ma è un qualcuno che anch'io conosco e lo fa solo perché soltanto con lei riesce a parlare.
Nei nostri confronti successivi, lui passa dal rassicurarmi del fatto che non mi vuole lasciare, non mi vuole perdere e che insieme possiamo superare tutto (tanto che ritroviamo anche l'intesa sessuale), al successivo manifestarmi i suoi dubbi, le sue incertezze sul da farsi: mi chiede di stargli vicino, di assecondarlo, di far passare il momento, che continua ad attribuire solo al lavoro, per "vedere come va".
Questa spiegazione non mi convince affatto, ed anche se, in un primo momento, avevo deciso di rimanergli vicino, i dubbi si fanno sempre più forti e provoco l'ultimo confronto. In tutto questo, lui ha continuato a dirmi che mi amava... Quando io lo metto alle strette, lui non confessa subito il tradimento (peraltro, commesso, almeno fisicamente, due giorni prima, quando, sempre per lavoro, lui e lei si sono allontanati, insieme, con il mio benestare), ma mi attribuisce la responsabilità della fine, accusandomi di non aver avuto pazienza, di aver continuato ad opprimerlo. La sua giustificazione è la seguente: "sono alcuni mesi che ci penso ed ho capito che non ti amo più, ora sono innamorato di lei".Sono davvero devastata
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile signora,
La perdita di un amore e' sempre devastante se poi avviene insieme a un tradimento e' ancora piu' dolorosa.
Purtroppo bisogna mettere in conto che le relazioni difficilmente sono davvero durature. Subentra l'abitudine e con questa la curiosità i nuove conoscenze.
Questo non significa che il rapporto interrotto sia stato di poco valore, ma solo che il tempo lo ha logorato.
Lei e' giovanissima, abbia fiducia e volti pagina.
Auguri

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
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Gentile Dottoressa,
la ringrazio per la sua positiva risposta.
Tuttavia, in questo momento non posso fare a meno di interrogarmi sul perché, dato che, anche su stessa ammissione, il rapporto andava logorandosi, non sia stato fatto nulla per impedirlo.

La ringrazio ancora,
cordialmente.