Contrasti familiari per via di una relazione non accettata

Salve, non so quanto questo consulto potrà essere letto, ma io attualmente sono disperato. Cerco di essere sintetico.
La vigilia di Capodanno io e la mia fidanzata abbiamo avuto un litigio che è sfociato in una sua reazione fisica, provocandomi graffi sulla faccia e una corposa tirata di capelli. Tornato a casa ho raccontato cos'era successo ai miei genitori perchè preso dalla situazione e in cerca di conforto. I miei mi hanno permesso, la sera stessa, di chiarire, ma il litigio è ricominciato e la mia ragazza mi ha provocato un danno di 200 euro in macchina. C'è da dire che ho messo in mezzo anche carabinieri e ambulanza per avere qualcuno che mi dicesse che fosse ubriaca, ma non hanno fatto niente. Dopo qualche giorno io e lei chiariamo, ma la mia famiglia è irremovibile: non posso uscire, non devo assolutamente vederla e non vogliono più sentirne parlare (mia madre ha chiuso tutto quello che era legato a lei in una busta che ho dovuto restituirle qualche giorno fa). Dopo qualche altro giorno, interviene mia zia, sorella di mia madre, a cui da piccolo ero molto legato, e insieme ai miei genitori scrive su un foglio delle regole che devo rispettare. Da allora potevo uscire 3 ore al giorno e prendere la macchina solo 3 volte a settimana. Considerando che lavoro in un pub 3 volte a settimana e considerando che se non volessi prendere la macchina da casa mia a casa della mia ragazza sono minimo 45 minuti, la situazione è diventata man mano insostenibile, ma ho cercato di sopportare, anche se vedere la persona che ami un'ora al giorno fa male. Un giorno, dopo una sera che avevo potuto prendere la macchina, mia madre dice di aver trovato della cenere sul cruscotto e quindi i giorni da 3 passano a 2. La mia reazione non si fa attendere e quel giorno esco la mattina e torno la sera. Loro mi tolgono la macchina del tutto e una sera che io volevo uscire e non volevano (perchè ero uscito già le 3 ore concesse) scendo contro la loro volontà e dormo fuori. Rischio di perdere il lavoro al pub, ma per ora hanno deciso di lasciarmi la macchina solo ed esclusivamente per andare a lavoro (dovendo rispettare anche in quel caso degli orari). Io, personalmente, non riesco più a sopportare questa situazione e con me la mia fidanzata. Stiamo entrambi male e non sappiamo che fare. I litigi si susseguono di continuo con i miei genitori e con mio padre è praticamente impossibile parlare anche perchè è ancora chiuso in una mentalità provinciale per la quale chi sta per strada dopo la mezzanotte è un poco di buono. Ho provato a cercarmi un lavoro per avere una mia indipendenza, ma non si trova niente. Dimagrisco a vista d'occhio e ho perennemente l'ansia. Non ricordo quand'è stata l'ultima volta che ero rilassato. Non so a chi rivolgermi visto che i miei amici non sanno cosa rispondermi e visto che la mia famiglia è tutta contro questa storia. Confido in una vostra risposta. Grazie infinite.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile utente,
Amici e familiari, possono ascoltare, ma solitamente vanno in confluenza con gli stati emotivi altrui, perdendo di lucidità
Un amore così collerico ed improntato ad agiti, la ricerca di un lavoro e le insoddisfazioni successiva, credo che potrebbero trovare ascolto preso uno psicologo, che l' aiuterebbe a lavorare sulle sue risorse, trasformando le sue difficoltà in una vera marcia in più...

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazzo,
concordo con quanto scrive la mia collega, dr.ssa Randone.
La soluzione migliore è quella di rivolgersi ad un collega di persona, dato che lei sembra aver perduto molta della sua autonomia, probabilmente mettendoci anche del suo. Forse può organizzarsi per il lavoro in modo diverso, certamente non deve chiedere a nessuno il permesso per uscire di casa.

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
da quel che riferisce sembra essere ancora troppo figlio, sottomesso a regole che lei stesso sembra in gran parte rispettare, quasi fosse un bambino.
Fermo restando che le reazioni della ragazza sarebbero meglio da comprendere in quanto davvero eccessive e travalicanti il limite, i suoi genitori non possono decidere al posto suo e nemmeno imporle rigide regole. La relazione tra genitori e figli dovrebbe maturare via via durante la crescita, quella tra voi sembrerebbe davvero ferma a epoche precedenti oltre ad essere autoritaria, cosa che non va mai bene (semmai autorevole!)
Le regole da rispettare vengono negoziate con i figli man mano che crescono. Alla sua età dovrebbe avere tutt'altro rapporto con i genitori, improntato ad una maggiore parità dovuta alla sua età adulta, pur sempre nel rispetto dei ruoli.

Si faccia aiutare da un nostro collega per affrontare queste problematiche che la trattengono in un rapporto immaturo con i suoi genitori, dal quale sarebbe opportuno affrancarsi. Non significa voltare loro le spalle, ma maturare una maggiore distanza emotiva che le consenta di gestirsi con l'autonomia opportuna per la sua età. E nemmeno di non rispettare le regole di civile convivenza e di educazione finché starà in casa con loro.

Inoltre cerchi di chiarire con la sua partner e di comprendere se è il caso di tollerare che si comporti a quanto pare in modo lesivo nei suoi confronti.
In poche parole dal mio punto di vista sarebbe il caso di riflettere sul suo modo di stare nei rapporti affettivi, da quelli familiari a quelli sentimentali.

Tra l'altro dice di lavorare a un pub, non le consente una maggiore indipendenza economica per pensare a soluzioni differenti?
In ogni caso è vero che in questo periodo il lavoro è difficile da trovare, ma la proattività è un elemento essenziale che ci può far ottenere risultati. Dunque non si demoralizzi e continui nella sua ricerca, nonostante gli insuccessi.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
A onor di correttezza, devo assolutamente aggiungere un dettaglio che ho dato per scontato: sono ancora iscritto all'università. Lo aggiungo solo perché non voglio che venga tralasciato nulla e non si pensi che io filtri i fatti a mio vantaggio (cosa perennemente rinfacciatami da mia madre). A mio parere, università o meno, una situazione del genere è insostenibile.
P.s.: tra le varie regole impostemi compare anche "non prendere meno di 24 ad un esame universitario".
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile ragazzo,
Se i suoi le danno queste regole e lei le riceve c'e davvero una assurda collusione.
Che interesse/piacere ha lei a sentirsi cosi' infantilizzato?
Si sente protetto? E questo la fa stare bene?
L'autonomia la impensierisce?
Che tipo di educazione ha ricevuto in famiglia?
La gratifica sentirsi coccolato e protetto?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Utente
Utente
Da parte mia c'è stato più di un tentativo di "ribellione", a cui sono seguite sceneggiate plateali da parte dei miei genitori. Ovemai dovessi ribellarmi ancora minacciano di togliermi la macchina anche per andare a lavoro e questo mi farebbe perdere quei quattro soldi che prendo, mi impedirebbero di uscire anche a piedi e pretenderebbero che io resti in casa a studiare dalla mattina alla sera. Non so più in che direzione andare. Tutti mi dicono di resistere ma questa situazione mi sta solo facendo del male.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
No guardi caro ragazzo,
Lei e' troppo aderente a questa situazione per esserci un briciolo di ribellione in lei.
Niente le vieta di continuare così se la gratifica, pero' non si lamenti (a voce).
Rifletta su questa sua "dipendenza" dalla famiglia. Se di tratta di questo tendera' a riproporla anche nei futuri momenti relazionali.
Questa e' la riflessione che le propongo.
[#8]
dopo
Utente
Utente
Ho accennato grossomodo le risposte che ho ricevuto su questo sito alla mia famiglia, avvisandoli che, qualora andassi da uno psicologo in carne ed ossa, non devono ostinarsi a fare muro contro muro se non dice quello che loro vogliono sentirsi dire. Mia madre ha risposto che a tal punto parlerà lei con lo psicologo o se necessario ricorrerà a un altro. Ditemi voi come posso uscire da questa situazione se queste sono le predisposizioni. Aiutatemi.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Mi sembra che la risposta data da sua madre indichi uno scarsissimo rispetto di lei (Che scrive).
E dal suo comportamento (di lei che scrive) sembra che la sua dipendenza dai suoi sia assoluta.
Non possiamo fare nulla per lei in queste condizioni. La decisione è l'attivazione puo' e deve muovere solo da lei.
Spero e le auguro che arrivi nella sua vita un evento che sia in grado di farle realizzare che una dipendenza di questo tipo non e' tollerabile ne' possibile.
I migliori auguri
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Ho accennato grossomodo le risposte che ho ricevuto su questo sito alla mia famiglia, avvisandoli che, qualora andassi da uno psicologo in carne ed ossa, non devono ostinarsi a fare muro contro muro>
Perdoni, la sua tattica è sbagliata ed è indicativa della sua eccessiva dipendenza e del mettere in atto soluzioni disfunzionali al suo problema.
Fermo restando che i suoi non si possono intromettere in un suo eventuale e personale percorso psicologico, (privacy e deontologia professionale non lo permettono) e che lei non è tenuto a riferire alcunché su quanto avviene negli incontri, né che ha intenzione di andare da uno specialista, dato che è maggiorenne.

Sarà lo specialista che incontrerà che la aiuterà a venire a capo di queste dinamiche distorte e a comprendere come fare e quant'altro detto in precedenza.

[#11]
dopo
Utente
Utente
Dopo un ulteriore contrasto, in cui mia madre ha letto parte di questo consulto e mi ha rinfacciato di non aver scritto che voglio solo dormire e uscire senza studiare, c'è stato un litigio dopo il quale mi sono fatto due borse e me ne sono andato. Dormirò da qualcuno per un po in attesa di trovare un lavoro. I miei mi hanno chiesto di restituirgli le chiavi e quando decido di tornare busso.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Si faccia aiutare, piuttosto che agire d'impulso.
Conquistare la propria autonomia e indipendenza emotiva non significa chiudere con i genitori.

Ma imparare a gestire se stessi e i rapporti in modo differente, il che aiuta anche ad avere una relazione equilibrata con loro, da adulti. Come già le ho detto il suo apporto alle dinamiche accennate è comunque significativo essendone lei soggetto attivo e partecipe.

Rifletta.