L'università e la voglia di studiare

Gentili Dottori,

vorrei sottoporvi il mio problema in quanto ormai continua a procrastinarsi da diversi anni e non riesco a trovare una soluzione.

Ho 23 anni e da quando sono piccolo ho avuto sempre delle grandi difficoltà nello studio; i miei genitori, in particolare mio padre, mi hanno sempre spinto, a volte aiutandomi a studiare, per poter continuare gli studi nonostante la mia scarsa voglia di stare seduto sulla sedia.

Le scuole superiori sono state per me un incubo poiché avevo l'attitudine ad essere molto partecipe in classe, con interventi intelligenti e degni di nota, ma non riuscivo a studiare a casa;
questo mi ha portato ad avere enormi problemi di relazioni sociali con i miei compagni di classe che giustamente vedevano dell'insolito e del buffo nel mio comportamento inconcludente. Nel secondo anno di liceo sono stato bocciato ed i miei genitori sono stati costretti a mandarmi ad una scuola privata dove però l'ambiente era caotico e pieno di persone che, in quanto a voglia di studio ne avevano meno della mia. Il risultato di tutto ciò è stato che ho fatto due anni in uno alla scuola privata e provando a ritornare alla statale ho constatato gli stessi problemi perciò dovetti tornare alla scuola privata dove alla fine ho conseguito il diploma con un 60 striminzito nonostante gli aiuti.

Finite le superiori decisi di iscrivermi all'università con scarso successo e scarso interesse così iniziai a cercare di orientarmi verso la mia passione (il disc jockey) e trascorsi 3 anni di esperienze varie mi accorsi che purtroppo quel mondo non era fatto per le persone idealiste come me e ho dovuto mollare tutto.

A settembre del 2013, su consiglio di mio padre, provai (tanto per provare) il test di ammissione alla facoltà di giurisprudenza, che non superai, ma fui ammesso grazie ad un ripescaggio.
L'approccio con la facoltà è stato migliore di come me l'aspettassi e partecipavo attivamente alle lezioni mostrando grande interesse verso la materia e partecipando attivamente a tutti i seminari.

Arrivato il periodo degli esami è stata molto dura e ho cercato di studiare come non ho mai fatto provando quantomeno a imparare gli argomenti principali;
il risultato è stato che non ho passato il test scritto al primo appello ed al secondo appello mi sono prenotato tardi e pur avendo fatto un buon pre-test non ho potuto dare l'esame orale.

Dodici giorni fa ho iniziato a studiare il secondo esame e cominciai con le migliori intenzioni però adesso mi sono bloccato per via delle troppe pagine, perché ho perso tutta la mia curiosità; provo a leggere le pagine e sento che in testa non mi entra più nulla.

Non so più cosa fare, forse proverò a chiedere un consulto psicologico ma per ora vorrei sapere cosa ne pensate, se per voi può essere o no un problema di Iperattività o deficit dell'attenzione o qualcos'altro non lo so.

Grazie per l'attenzione che porrete in essere riguardo la mia problematica.
[#1]
Dr. Francesco Mori Psicologo, Psicoterapeuta 1.2k 33 31
Gentile ragazzo,
il disturbo da deficit di attenzione è un problema grave e pervasivo. Non è connesso soltanto agli aspetti dello studio ma influisce su tutte le attività di vita. In ogni caso soltanto una valutazione di persona può darle una risposta in questo senso.
Si può trattare anche di un problema di motivazione.
Sembra che lei abbia intrapreso molti dei percorsi di studio (l'università per i più è difficile e faticosa) soprattutto per gratificare i suoi genitori, le loro aspettative.
Se non si sente tagliato per lo studio non è una catastrofe.
Cerchi piuttosto di capire che cosa vuole diventare.....

Restiamo in ascolto

Dr. Francesco Mori
Psicologo, Psicodiagnosta, Psicoterapeuta
http://spazioinascolto.altervista.org/

[#2]
dopo
Attivo dal 2012 al 2016
Ex utente
Gentile Dott. Mori,

innanzitutto La ringrazio per la risposta celere e cortese,

in secondo punto posso affermare che ha centrato il punto della situazione, in quanto ho avuto sempre le idee abbastanza confuse sul mio futuro e ogni decisione da me intrapresa, ad eccezione di quella del disc jockey, mi è stata sempre caldamente consigliata da mio padre il quale si prende spesso carico dei miei problemi.

Ho provato a spiegargli che non riesco materialmente a reggere questo tipo di studio ma lui continua ad insistere dicendo che io non offro soluzioni e che adesso il paese è in crisi e non verrò mai assunto da nessuno con il mio scarso profilo lavorativo. Continua a dirmi che lui può aiutarmi a farmi entrare nel posto in cui lavora lui solo se conseguo come minimo una laurea breve.

A me tutto ciò sembra una forzatura, lui continua a dire in giro ai suoi colleghi e amici che io sono al terzo anno di università, continuava in passato a dire che io mi ero diplomato con 80, continua a mentire a tutti perché si vergogna di dire che ho buttato 3 anni della mia vita a non fare nulla.
Secondo lui io dovrei "ingoiarmi" questo rospo, dovrei provare almeno a dare questi esami perché è possibile che conseguendo un buon risultato mi possa venire una maggiore motivazione.
Lui ha sempre avuto grandi aspettative da me, mi ha sempre reputato un ragazzo molto intelligente, fin da quando ero bambino, e lo stesso dicono tutti i miei familiari.

Io credo di essere davvero una persona sveglia ed intelligente, però non riesco proprio a reggere materialmente degli esami di questa portata. Io studio più per curiosità che per dovere, perciò quando affronto degli argomenti a me ostici tendo spesso ad evitarli o quantomeno a cercare riassunti online per facilitarmi il compito. Poi ho un altro problema, odio ripetere le cose ad alta voce, preferisco capirle ed assimilarle col tempo, farmene un idea mia e poi spiegarla come fosse una cosa di tutti i giorni. Il mio metodo purtroppo non collima con i tempi brevi dettati dall'università e perciò mi trovo in difficoltà.

La ringrazio nuovamente per l'attenzione che pone in essere verso il mio problema.

Cordiali Saluti.