Mi sento a pezzi

Buongiorno Dottori,
mi sento impazzire e vorrei tanto un vostro consiglio.
Sono tre giorni che sono a letto senza alzarmi, la notte ho difficoltà a dormire, mi sveglio quasi ogni ora e piango, non ho fame, non sto mangiando se non la sera qualcosa perchè c'è mio padre e non voglio fargli vedere che qualcosa non va..anche se forse si è notato. Non sto studiando, avevo una simulazione ieri e non sono andata a farla, non mi interessa piu' nulla. Il perchè riguarda una mia conoscente che da due mesi va dal mio stesso psicologo, ho sviluppato una gelosia che non so gestire. Una volta mi ha chiamata col nome di lei, si è poi scusato e corretto, io non ho detto nulla, ho pensato di essermi sbagliata ma ne dubito. Forse è accaduto perchè tiravo fuori la mia gelosia senza fare il nome di lei, però. Io non credo mi abbia fatto elaborare bene la cosa, forse non gli compete. Martedì questa ragazza mi ringrazia per il consiglio perchè "la sta aiutando molto"..e qui sono crollata, ho annullato la mia seduta e mi ritrovo così. Vorrei sapere come fare per uscirne, io sono stata così con tutti, ogni persona la sentivo "mia" e non volevo dividerla con nessuno. Ho preso appuntamento con una donna, una psicologa, sperando che lei possa darmi qualche dritta..ma devo attendere la prossima settimana. Io non mi sento affatto bene, mi sembra di scoppiare tra la rabbia, il sentirmi inutile, abbandonata..e la tristezza della mia vita si unisce come da concentrato. Grazie per eventuali risposte.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 506 41
Gentile ragazza,

il modo migliore per affrontare questo problema, che è anche un problema di relazione col terapeuta, è parlarne direttamente con l'interessato.
Se durante le sedute, quando Lei viene chiamata col nome dell'amica per errore o per altre questioni per Lei fastidiose, non lo fa presente, la terapia non Le è certo utile.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Utente
Utente
Si, dottoressa ha ragione. Ma volevo cercare di essere "matura", invece non ha funzionato. Amica poi, lo fosse stato, non sopporto il fatto di essere stata spronata in passato a studiare con qualche collega per non stare da sola, l'ho fatto con questa persona e poi, lei viene accettata lì.
Se riuscirò a capire se potrò ancora andare lì dovrò di certo parlarne.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, certo che ne deve parlare con il terapeuta.. a questo punto le domando che rapporto ha con suo padre.. con sua madre.. perchè questa .. gelosia.. viene da lontano.. lei si sente scippata dell'attenzione e dell 'affetto del padre.. sicuramente il suo terapeuta dedica a ciascuno il suo tempo e la sua professionalità, ma esiste il tranfert, come sa.. e tutto viene colorato di emozioni , pensieri, rimandi..
Succede continuamente tutto questo..perchè irrazionalmente si pensa che l'attenzione, la disponibilità, l'affetto sia una torta e .. io resto senza, perchè c'è lei.." ogni persona la sentivo .. mia.".man mano che migliorerà la sua autostima vedrà che accetterà che l'intrecciarsi degli affetti , nulla ci toglie, perchè la prima cosa è voler bene a sè stessi, sentirsi autonomi, e diventare capaci di .. guardare oltre..
cosa ne pensa ?

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Utente
Utente
Dottoressa Muscarà, le sue parole mi fanno effetto perchè è tutto quello che penso anch'io. E vorrei tanto un medico che mi avesse aiutato a superarla dicendomi queste esatte parole, ma non è mai accaduto. Anche io credo provenga da altre situazioni ma da sola non so gestirlo. Mi sento in colpa per pensare a questa cosa, quando i problemi sono altri, e quando chi mi sta creando inconsciamente il problema continua a vivere come nulla fosse. Io razionalmente non accetto di fossilizzarmi su questa cosa. Con mio padre e mia madre non parlo, rapporto basato sul cosa mangi o altre cose banali. Voglio loro bene, vorrei che mio padre fosse felice piu' di quanto lo vorrei per me, vorrei eliminare tutti i suoi problemi..ma non posso nulla e me ne rammarico ogni giorno quasi.
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Dr. Gerry Grassi Psicologo, Psicoterapeuta 18 3
Gentile Utente, oltre ai suggerimenti dei colleghi mi sento di spostare anche la Sua attenzione su quello che è il problema nel momento attuale. E onestamente il fatto che lei percepisca "gelosia" per una paziente del suo psicologo non può certo essere considerato un problema di ordine clinico.
La invito a parlarne chiaramente con la nuova collega che la seguirà sperando che riesca a focalizzare un obiettivo più preciso da raggiungere nella psicoterapia.

Saluti.

Dr. Gerry Grassi Psicologo & Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Breve Strategica e Ipnosi
www.gerrygrassi.com

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Utente
Utente
Infatti, può darsi che sia solamente io "pazza" a farmene un problema. Ci penserò prima di quest'incontro per affrontare la cosa e poi chissà, cavarmela da sola!