Mancanza di concentrazione in pubblico

Buongiorno,

ho 31 anni e ho questo problema sin dalle scuole elementari.

Ogni volta che faccio qualcosa davanti alle persone divento maldestra e perdo la concentrazione, vado in completo stato di confusione. Non riesco ad esprimere al meglio i miei pensieri e capita che spiego male anche concetti che conosco. La sensazione che provo è quella di "non capire cosa devo fare", vado in confusione. E un'altra sensazione fastidiosa che provo è quella di credere che io stia infastidendo il mio interlocutore, che questo non mi sopporti.
Faccio qualche esempio banale.

A un esame (orale) all'università un prof. mi disse che usavo un linguaggio troppo semplice per esprimere i concetti, mentre avrei dovuto usare un linguaggio più elaborato e un lessico più ricercato.

Vado a votare, esco dalla cabina per depositare i due fogli, vado nel panico e piego male i fogli, perché davanti alle persone perdo la concentrazione.

Nella lingua straniera questa cosa è facilmente visibile: se devo parlare con qualcuno pur conoscendo bene la lingua, mi sembra di dimenticare quello che so e uso parole semplici (quando in realtà leggo libri, guardo film in lingua ecc)

Questo mio andar in confusione nel sentirmi osservata mi costò un brutto incidente in macchina due anni fa: una macchina che mi stava troppo attaccata dietro, mi ha mandato talmente in confusione che ho fatto un semi-frontale con una macchina che mi veniva da destra con il risultato di un airbag scoppiato e una macchina buttata via.

qualche volta è successo che in situazioni in cui dovevo fare qualcosa davanti agli altri, sbagliando ho portato la persona di fronte a me a rimproverarmi come fossi un incapace, e questo mi generava imbarazzo e anche un po' di senso di colpa, fino quasi a dovermi giustificare per il mio "errore"
Non credo di avere disturbi dell'attenzione, nella lettura sono molto concentrata e ho di solito buona memoria, nello scritto mi esprimo bene e se parlo da sola sembro un oratore greco, prosodia molto buona e linguaggio del corpo adeguato.
Davanti agli altri perdo la concentrazione su me stessa, mi confondo e a volte faccio delle gaffe, sia nel dialogo che nelle azioni. Se ripenso a me dopo la conversazione e provo a vedermi in terza persona, è come se non mi piacessi e mi immagino cosa potrebbe aver pensato di me l'interlocutore.

Cosa potrebbe essere? Cosa mi consigliate di fare per migliorare la performance?

Grazie
[#1]
Dr. Nunzia Spiezio Psicologo 531 20 3
Cara ragazza,
intanto la invito a leggere questo contributo di un collega.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/977-quando-gli-altri-diventano-un-problema-capire-e-vincere-la-fobia-sociale.html
Dopo, se lo ritiene, può rivolgersi ad un collega della sua città per parlare dal vivo tutti i segni e i sintomi del disagio che prova. Sono sicura che le sarà molto utile.
Le faccio tanti auguri e teniamoci in ascolto.

Dr.ssa Nunzia Spiezio
Psicologa
Avellino

[#2]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Cara ragazza, sembra proprio che lei abbia, nonostante tutta la sua preparazione, problemi di autostima, le sembra cioè di non essere mai .. abbastanza.. abbastanza brava, in gamba, sicura..
A questo punto è necessario riflettere sulla sua storia , sui suoi genitori severi , sul tipo di educazione, così esigente con lei ..
Le consiglio di farsi aiutare a chiarire le varie tappe evolutive della sua vita, anche in strutture pubblche, questo .. disorganizzarsi, perdere la concentrazione è rischioso e fonte di dolore, si dia aiuto, è importante non solo saper fare, ma saper anche essere capaci di proporsi, perchè si crede in sè stessi, ci si vuol bene, ci si piace..per non proiettare sull'interlocutore le proprie paure..
Coraggio, mia cara, guardiamo,, con comprensione e affetto la brava bambina che lei è stata.. sicuramente..e guardiamo con occhi adulti, diversi, quel padre severo di cui ci parlava nel 2013, che magari faceva così, perchè convinto che i figli debbono essere "educati" per il loro bene..vittima di uno stereotipo antiquato..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

in casi del genere -facilmente risolvibili perché è possibile agire direttamente sul comportamento attraverso adeguati training di apprendimento per affinare le abilità mancanti- sono opportuni trattamenti attivi e focalizzati, in cui uno psicologo, meglio se di formazione cognitivo-comportamentale ad esempio, prescrive e corregge il comportamento del pz.

Noi tutti apprendiamo a parlare in pubblico, ad interessare il pubblico, a tenere alta l'attenzione, ecc... Se una persona non avesse imparato a farlo, con buona probabilità si ritroverebbe nelle Sua condizioni, che forse sono dettate da mancanza di esperienza (o non ha mai imparato a farlo) o da altro.

La cosa importante è superare questo problema.
Se poi volesse anche conoscere le motivazioni che La bloccano, potrebbe intraprendere una psicoterapia per andare più a fondo.

Legga qui per approfondimenti: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1087-le-abilita-sociali.html

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#4]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Dott.ssa Fregonese, Grazie.
In effetti quando faccio qualcosa la voglio fare bene, lo sento un bisogno, mi voglio sentire brava ma credo sia normale, cioè, come potrei decidere di fare qualcosa che mi piace o mi interessa e farlo all'acqua di rose? Non sono competitiva e non miro a essere la migliore, ma quello che faccio lo voglio fare bene.

Forse è mania di perfezionismo ma non saprei, si riversa anche sul fattore tempo: tutto deve tornare spaccando il minuto,mi fa stare bene vedere che le cose sono scandite e armoniche, equilibrate e simmetriche talvolta...essere precisa mi fa sentire più donna e più in pace con me stessa.

Mio padre sì era severo: i figli non vanno mai coccolati troppo, i bambini non devono parlare, mai mettersi troppo in mostra, con le persone bisogna essere corretti, guardare in faccia le persone significa coscienza pulita e così via. Era rigido ma era anche un uomo istruito e si impegnava molto in quello che faceva.

Però il mio disagio sociale non lo capisco:quando ero bambina mio padre mi diceva che dovevo essere spontanea....quindi vuol dire che se n'era accorto, ma io comunque ci provavo ma non mi veniva molto bene..questo mi fa pensare che forse sono nata con qualche deficit cognitivo....se penso che mio fratello è la spontaneità in persona e socievolissimo.

Secondo lei devo fare terapia di gruppo per sciogliermi?

cordiali saluti
[#5]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Carissima, potrebbe essere un'idea buona.. aggiungo però che esiste una teoria molto importante sull'ordine di genitura, secondo la quale è normale che il secondogenito sia socievolissimo, più competitivo, il primogenito più riflessivo ecc forse, anzi di sicuro, lei sara' stata gelosa , come tutti i primogeniti, di questo fratellino socievolissimo pur volendogli bene.. un fratellino toglie per forza centralità, se una poi è una brava bambina , gentile, anche timida..mi creda, suo padre è stato troppo schiacciato dal ruolo, ha fatto quello che poteva, quello che gli pareva meglio , giusto,..
Ma senz'altro la amava..
Buona giornata e buoni pensieri..
[#6]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Grazie Dott.ssa Spiezio per il suo link, sto cercando un centro adatto al mio caso.
[#7]
dopo
Attivo dal 2013 al 2014
Ex utente
Dott.ssa Angela Pileci grazie.

Sì penso anch'io che mi manchino alcune abilità sociali, ma acquisirle ora non sarebbe un processo spontaneo...cioè io sono molto autocritica e autoanalitica...ogni mossa mia e degli altri viene dosata, controllata. Si possono acquisire abilità sociali adeguate all'età mia?

Una cosa che ho notato di me è che sento moltissimo le persone (sensazioni, empatia, intuizione- senza così voler alludere che ci azzecco sempre), ma difficilmente capisco le reali intenzioni dell'interlocutore: nasconde qualcosa? è malizioso? tendenzialmente i pensieri sono negativi.
Questo mi porta a non capire come rapportarmi con quella persona in modo adeguato, di conseguenza io sono più riservata e mi apro molto lentamente.

Tutte queste cose diminuiscono notevolmente solo se le persone diventano molto familiari, fino a potermi fidare di loro e dei loro pensieri.

Grazie ancora