Studio, non lavoro, e i miei mi fanno pesare tutto.

Ho 24 anni, studio lingue e sono disoccupata.
Mi mancano 3 esami alla laurea, e anche se so di averci messo un pò di piu del normale, è un obiettivo che mi sn prefissata nonostante non fossi mai stata una cima nello studio, e ho intenzione di terminare.
Come fanno in molti , ho provato ad accostare studio e lavoro ma non fa per me, difatti ho dovuto lasciare il lavoro perchè non avevo tempo per studiare.
Ho avuto poche esperienze lavorative e con la crisi che c'è adesso non riesco neanche a trovare qualcosa di part-time come le ripetizioni o babysitting. Per questo i miei mi mantengono ancora. Premetto che mio padre è pensionato e mia madre casalinga ma siamo benestanti e potremmo anche permetterci uno sfizio ogni tanto...
Il problema è questo: mi fanno pesare ogni spesa che fanno per me. Dai i libri (che faccio di tutto per trovare usati), alle spese mediche (come se fossi io a decidere di stare male). Vestiti trucchi e quant'altro li compro solo quando ne ho davvero bisogno, non ho vizi, non fumo, non vado dal parrucchiere nè tantomeno a farmi le unghie dall'estetista , spesso sto a casa e quando esco con gli amici raramente prendo qualcosa. L'unica cosa che mi fa spendere regolarmente sono quei 6 euro a settimana per la sala prove (suono in un gruppo) da meno di un anno.
Non mi sembra di essere una figlia viziata, che chiede il cellulare di ultima generazione (difatti ne ho ancora uno vecchio e rotto....) o altre stupidaggini simili. Ora, stare sempre senza una euro in un periodo come questo dove non si trova niente, in più avendo l'impegno dello studio mi fa sentire rinchiusa in una gabbia e sento di non poter mai chiedere un euro perchè ogni volta c'è la predica "non puoi pesare su di noi, devi lavorare". Grazie al cavolo. Le poche cose che trovo richiedono la patente CHE NON HO perchè i miei non hanno intenzione di prestarmi la loro macchina un domani e quindi "è inutile avere la patente senza macchina". La soluzione -secondo loro- sarebbe avere una macchina tutta per me che attualmente non possiamo permetterci.

L'unica cosa che mi hanno "concesso" sono quei 50 euro al mese che devo riuscire a gestirmi, se li finisco prima stiamo da capo a dodici.
Spesso mi fanno il discorso "i tuoi fratelli hanno sempre lavorato e si sono pagati tutto da soli"..
Loro però non hanno VOLUTO finire gli studi, hanno lavorato subito perchè c'era mio padre che li ha fatti entrare a lavorare con lui. Ora si sono tutti sistemati e a volte mi fanno pure il dicorso di dovermi dare una mossa (come se studiare non fosse un impegno).
Sono arrabbiata e non so più che fare...
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

ma non è fidanzata? Di solito i fidanzati sono un buon modo per non pesare sulla famiglia. Certo, deve trovarsi un fidanzato all'antica che non si sia fatto lavare il cervello dalla parità dei sessi e che sia desideroso di pagare lui.

In un certo senso capisco anche la posizione genitoriale. Definisca meglio quel "un pò di piu del normale"... di quanti anni parliamo?
Capisce che essere in ritardo in una famiglia in cui i fratelli già lavorano e si sono tutti sistemati, avendo come unico impegno lo studio...

Daltronde, l'ha fatta Lei la scelta di non sistemarsi come i fratelli e di impegnarsi nello studio, per poi arrivare ad oggi...

E sul darsi una mossa... beh, che dirle, è Lei che inizia scrivendo di essere in ritardo e di aver scelto la via difficile non essendo "mai stata una cima nello studio"...

Come mai la scelta di studiare invece di lavorare? Cosa doveva dimostrare, e soprattutto a chi?

Dr. Fernando Bellizzi
Albo Psicologi Lazio matr. 10492

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottore,
Intanto la ringrazio per avermi risposto.
Si, sono fidanzata ma essendo anche lui disoccupato, ora come ora non vedo che aiuto possa darmi..
La sua ultima domanda è la stessa che mi viene in mente spesso.
E' vero, ho scelto io di studiare, forse per prendere una specie di "rivincita" con me stessa per non essermi mai impegnata a scuola, forse perchè mia madre mi incoraggiava a continuare a studiare a differenza dei miei fratelli, forse entrambe le cose. Ci ho messo di più come le ho detto, sto al primo anno fuori corso, ma sono ancora motivata a finire...
Anch'io come lei capisco il loro discorso, non posso dargli torto su certe cose, ma perchè farmi pesare tutto? è un modo per spronarmi?
Sono già consapevole di mio di dover finire il prima possibile e cercare lavoro, ma facendo cosi non mi aiutano di certo, e sentirmi fare ogni giorno la predica "dei soldi che si spendono" è pesante...
[#3]
Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,

comprende da sola che tutti i torti non li hanno e che l'anno fuori corso comunque rappresenta un costo, rispetto ad un iter normale che ha seguito il resto della famiglia.

> ma sono ancora motivata a finire...

Glielo consiglio! Se dovesse abbandonare ora, credo che questo di cui si lamenta oggi sarebbe nulla in confronto a ciò che l'aspetterebbe.

Ma Lei il perchè del loro predicare glielo ha mai chiesto?
Se con il papà non si parla, parli con la mamma.

I soldi che si spendono sono una realtà.

Cosa ha causato l'anno fuori corso?