Una persona è ossessionata da me e non so come gestirla.

Gentili Dottori,

qualche anno fa ho conosciuto su una chat una donna straniera che lavora in Italia come scienziato. Nulla di particolare, se non il fatto che questa persona all'inizio si è invaghita di me. Non ci siamo mai incontrati di persona, eppure si è attaccata a me in modo profondo. Ho cercato di allentare più volte i contatti, lei sparisce per qualche settimana, poi ritorna: messaggi innocenti al telefono, come stai? che fai? Racconti della sua giornata tipo... nulla che inviato da un normale amico/amica possa creare fastidio, eppure il fatto di riceverli da lei è frustrante.

Lei è consapevole: ha detto d'essere ossessionata da me, di provare a controllarsi, ma ha sempre l'impulso di condividere la sua vita con me, di chiedermi consigli, etc... Scavando a fondo, ho compreso quanto sia sola questa persona, priva d'amici e segnata da profondi complessi d'inferiorità. In un certo senso mi sono affezionato a lei, per carattere non volto le spalle a nessuno. Ho sempre una parola e un sorriso per tutti, ma mi sembra che lei se ne stia approfittando. Quando sono stato depresso, lei ha saputo dire le parole giuste per tirarmi su il morale, ma ho la mia vita da vivere, una compagna, i miei interessi, e non posso compromettere tutto per un'amicizia. Le ho chiesto più volte d'incontrarci, abitiamo in paesi vicini, mi sono detto "magari diamo una dimensione fisica a questa amicizia e lei si placa", ma è troppo timida per tutto.

Grazie per l'attenzione.
[#1]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<n un certo senso mi sono affezionato a lei, per carattere non volto le spalle a nessuno. Ho sempre una parola e un sorriso per tutti, ma mi sembra che lei se ne stia approfittando>

Gentile Utente,
fino a che lei continuerà a dare corda a questa donna, sarà difficile che se ne liberi poiché con i suoi comportamenti (di lei che scrive) non fa altro che rinforzare quelli di lei.

Si dovrebbe chiedere come mai nonostante anche quanto ci ha scritto in precedenza lei continui a risponderle, tra l'altro non credo proprio che si plachi incontrandola, ma forse darebbe un'ulteriore rtinforzo allo status quo. Non crede?

Credo dovrebbe approfondire come mai lei non riesca a voltare le spalle a nessuno, né a difendersi quando è il caso (come sembra questo dato quanto ha scritto in un precedente consulto), ma senta il bisogno addirittura di conoscere più a fondo una persona che la disturba e interferisce nella sua vita poiché sola. Vuole forse salvarla, consolarla, aiutarla? Le capita spesso di assumere questo ruolo con le persone in difficoltà?

Questa persona, semmai, avrebbe bisogno di aiuti ben diversi (specialistici) secondo quanto ci ha riferito, senza nulla togliere a lei, naturalmente anche questo non è un problema suo, ma della diretta interessata.

Ci rifletta e semmai prenda opportuni provvedimenti come le è già stato consigliato da qui.

Restiamo in ascolto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2009 al 2014
Ex utente
Ha ragione Dr.ssa,

me lo chiedo sempre anche io. Questa donna è riuscita con grande abilità a farmi diventare suo amico, a rendermi partecipe delle sue preoccupazioni, a scaricare il suo stress su di me.

Penso che se lei non fosse mossa da altri fattori, io le sarei davvero amico... la considererei una persona con cui confidarmi, su cui appoggiarmi. Poi ci rifletto bene, sbatto le palpebre, e mi rendo conto che un vero amico dovrebbe gioire per i tuoi successi, dovrebbe essere felice per te e non ignorare il fatto che tu ami un'altra donna o che le cose ti vadano bene.

Credo d'essermi inoltrato in un tunnel buio da cui non ne sono in grado di uscire. Mi sento triste, profondamente triste, e questo stato mi fa sentire in discussione. Mi capita di farmi carico dei problemi degli altri, mi sento a cuore per loro. Penso cose del tipo, se non aiuto quella persona domani morirò con il rimpianto di poter dire e fare.
[#3]
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<Mi capita di farmi carico dei problemi degli altri, mi sento a cuore per loro. Penso cose del tipo, se non aiuto quella persona domani morirò con il rimpianto di poter dire e fare.>

Oltre alla situazione in atto con questa persona, da risolvere, mi sembra ci siano da parte sue alcune tematiche importanti (alla base anche di questo rapporto virtuale tossico) da sviscerare e comprendere meglio e a fondo.

Sarebbe opportuno lo facesse con l'aiuto di un nostro collega direttamente, altrimenti corre il rischio di vivere con l'imperativo di farsi carico dei problemi altrui, sacrificando se stesso e il suo benessere nonché di impelagarsi in situazioni relazionali contorte e disfunzionali che inficiano la sua qualità di vita.