Crisi

Ho 36 anni e sono un'insegnante; ho lavorato al Nord, dove sono stata immessa in ruolo, per 6 anni (dal 2008 al 2014), gli ultimi 4 dei quali sono stati difficili in quanto, nell'estate del 2010, nel mio paese, al Sud, ho conosciuto un ragazzo, di 7 anni più giovane di me e ho iniziato una storia con lui. All'inizio non era una cosa seria, almeno per me, per almeno quattro motivi: mi sembrava troppo giovane e poco affidabile (io avevo 32 anni, lui 25); un mio compaesano, quindi una persona lontana, con la quale non avrei potuto costruire nulla di serio a distanza; un passato e un vissuto suoi molto particolari lasciati non proprio alle spalle (aveva commesso errori giovanili legati all'uso e allo spaccio di sostanze stupefacenti e cominciava a pagarne le conseguenze; ci frequentavamo, infatti, solo all'interno del nostro paese in quanto lui non poteva uscire da lì); lavorava come cameriere pur avendo le possibilità e l'intelligenza per fare altro e io uscivo da una lunga relazione durata 12 anni con un ragazzo, mio coetaneo, che faceva il cameriere e aveva rinunciato a diventare un ragioniere alle prime difficoltà universitarie. Insomma mi sembrava di 'giocare' senza concludere niente, ma probabilmente quello era ciò di cui avevo bisogno in quel momento (sesso senza impegno con una persona a cui piacevo e che sembrava non fosse mai sazio di me).

Abbiamo, invece, continuato a sentirci nei mesi successivi, quando io ho ripreso la scuola e, tra alterne vicende, alti e bassi, litigi e momenti bellissimi, addii strazianti alla stazione e notti estremamente romantiche passate a sognare il futuro insieme e ad amarci, ci siamo sposati, finalmente, nell'agosto del 2014.

Non è stato un percorso facile, abbiamo affrontato e superato insieme tanti problemi: la mia lontananza, innanzitutto, ma il lavoro di insegnante è stato sempre importante per me tanto da farmi 'aspettare' la veneranda età di 35 anni e la persona giusta per convolare a nozze, contrariamente ai miei sogni di ragazza, quando dicevo che avrei voluto mettere su famiglia giovane; i suoi due anni agli arresti domiciliari e la possibilità di vedersi sotto casa mia per sole tre ore al giorno; la salute di mio padre, persona alla quale io sono stata sempre molto, forse troppo, legata (specie dopo la morte di mia madre, nel 1993) e alla quale mio marito è stato vicino a suo modo, con il suo carattere e la sua timidezza (caso ha voluto che mio padre e mio marito siano nati lo stesso giorno e siano, per molti versi, simili).

In questi 4 anni io ho sempre nutrito il dubbio che potessi non piacergli sessualmente fino in fondo; avevo la sensazione che, per lui, mancasse qualcosa o qualcuno nel rapporto; temevo che la quantità e la qualità dei nostri incontri non fossero mai abbastanza. Inizialmente le mie perplessità erano legate al fatto che io sono più vecchia di lui, per cui mi spaventava l'idea di invecchiare, di sembrare ridicola come la signora Poponica pirandelliana; i dubbi sono cresciuti quando notavo che per me fare l'amore due-tre volte alla settimana era più sufficiente, per lui no; la mia ansia cresceva quando partivo, quando sapevo che mi sarei allontanata da lui anche per due mesi; temevo che cercasse altro; quando stavamo insieme (per 4 mesi all'anno, da novembre a febbraio, lui non lavora causa chiusura dell'albergo) e mi raggiungeva al Nord e convivevamo, mi sentivo felice; l'avevo vicino, io lavoravo in una scuola che mi piaceva, avevamo un bilocale tutto per noi, lontani dai miei parenti, abituati da me e per colpa mia ad esprimere pareri sui miei compagni, lontani dalle sue amicizie, a mio avviso negative, condividevamo tutto. Per quattro mesi all'anno e per due anni di seguito abbiamo cucinato e fatto dolci insieme, passeggiato, visto film, mangiato cibo giapponese; insomma, credo di poter sostenere che chi ci guardava dal di fuori poteva essere anche invidioso della sintonia che avevamo creato; trasudavamo amore: io ero disposta a stargli vicino, ad accompagnarlo da avvocati per risolvere le sue questioni (abbiamo avuto problemi anche a celebrare il matrimonio, c'è stato accordato un permesso speciale dalla questura e dal giudice di pace); lui mi scriveva poesie bellissime (pur avendo solo la licenza media) e mi comprava fiori freschi tutte le settimane. Il giorno del matrimonio era tutto perfetto: abbiamo litigato nei giorni precedenti per tutto, dalla scelta delle bomboniere al mancato viaggio di nozze, ma tutto, proprio tutto, era stato concordato da noi, insieme, nei minimi particolari.

Ma torniamo al rapporto sessuale: lui mi ha confessato di aver sempre praticato la masturbazione anche durante le sue storie passate; per me la masturbazione è diventata una pratica solo quando eravamo a distanza e io mi facevo vedere da lui attraverso la webcam, su skjpe, ma ciò non mi ha mai appagato veramente come la penetrazione; c'è da dire che ho preso coscienza del mio primo orgasmo, ho avvertito che stavo raggiungendo il piacere, solo a 31 anni, un anno prima di conoscere mio marito, con un ex; e da allora, ho imparato come procurarmi il piacere con lui a letto, e lui mi è sempre bastato; quindi la telecamera, i rapporti sessuali virtuali su skjpe non mi hanno mai entusiasmata, ma sapevo che erano un modo per far sì che lui non si allontanasse da me; anche quando mi sono operata alle ovaie, per via di una cisti, temevo che il periodo di 'riposo', di inattività, successivo potesse allontanarlo da me. Le mie preoccupazioni venivano alimentate anche dalle sue convinzioni, da frasi dette da lui; ad esempio ha sempre sostenuto con fermezza che, nel momento in cui m'avrebbe sposata, lui mi dedicava anime e corpo, corpo al quale io mi sarei dovuta dedicare, e quindi, semmai io non l'avessi soddisfatto, lui si sarebbe sentito autorizzato a trovarsene un'altra (una minaccia?). Io lo guardavo inorridita e lui, a sostegno di ciò, mi chiedeva: se io ti trascurassi o non fossi abbastanza stimolante dal punto di vista culturale tu non ti guarderesti attorno? E poi io ho sempre raggiunto l'orgasmo abbastanza in fretta, lui ha sempre impiegato tanto, e alla mia domanda “ma ti piaccio veramente?” lui rispondeva “sì, è per questo che mi piace che duri tanto”. Oltretutto ho scoperto, nel tempo, che lui si masturbava vedendo dei video (Quando, una volta, ha preso casa in un posto dove la connessione non era veloce, è arrivato persino ad acquistarli!). Mi è capitato, in passato, di frequentare un uomo a cui piaceva molto vederli, ma a me non lui non piaceva più di tanto, non ne ero gelosa, anzi mi solleticava l'idea che lui lo facesse anche prima di incontrarmi. Della pratica di mio marito, invece, sono stata da subito gelosa: ero indispettita all'idea che lui potesse trovare altre donne più provocanti e belle di me; non ho mai voluto praticare sesso anale prima di conoscere lui, non per chiusura mentale o per qualche limite etico-morale, ma con lui mi sono lasciata andare anche sotto questo aspetto; volevo che mi trovasse completa, che non guardasse video dove c'erano donne disposte ad avere quel tipo di rapporto e che fosse inappagato da me. Così ho lasciato che li guardasse quando eravamo lontani e, quando finalmente, potevamo trascorrere 2-4 mesi insieme ho fatto sì che quei video diventassero un gioco di coppia: li guardavamo qualche volta insieme e io non non ero più infastidita, anzi, capitava che fossi io a suggerirgliene la visione (tra l'altro, guardando i video, lui raggiunge l'orgasmo molto prima...mah!).

Nel frattempo ho avuto un incarico annuale nella mia provincia e abbiamo preso casa insieme dopo il matrimonio, ad ottobre. A dicembre sono uscita incinta e non sono andata più a scuola.
Poi è arrivato quel maledetto 22 marzo del 2015: era una domenica. Io ero andata per pranzo a trovare mio padre e mio fratello, come faccio abitualmente; poi, nel pomeriggio, sono rientrata a casa nostra, ho voluto fare una sorpresa a mio marito che era sul divano e stava rilassandosi nella pausa tra un turno e l'altro lavorativo. Abbiamo fatto l'amore (io, nonostante la gravidanza, ne ho molta voglia, mi capita spesso di fare sogni erotici e sento che il mio corpo, il seno in particolare, è diventato molto sensibile alle carezze; raggiungo facilmente l'orgasmo e il rapporto è parecchio appagante)... lui mi sembrava distante, invece, durante l'amplesso, come se avesse altro per la testa; gli ho chiesto se avesse visto un video in mia assenza e ha confermato la mia ipotesi; non voleva, però, che controllassi la cronologia dei siti visitati sul suo pc. Mi sono insospettita...anche alcuni giorni prima era capitato che non avesse voluto mostrarmi cosa aveva visto, diceva che si vergognava perché erano “video amatoriali” e io l'avrei giudicato. Avevo già, in quell'occasione, provato a fargli capire che sarei stata aperta a qualsiasi cosa, ma lui mi ha risposto che “erano cose sue” e io ho rispettato il sui silenzio. Ma quella domenica non ce l'ho fatta (nei mesi precedenti avevamo litigato per via del fatto che non volevo fare domanda di trasferimento al Sud nonostante la bambina in arrivo, e lui era anche parecchio seccato per problemi lavorativi e mio padre ha continuato a mostrare segni di malessere...insomma una situazione esplosiva): ho aspettato che andasse a fare il turno serale in albergo, poi ho acceso il pc con la password che conosco perché me l'ha fornita lui, ho visitato la cronologia e ho scoperto che si era iscritto, a fine dicembre, ad un sito molto particolare dove ci sono dei forum, delle conversazioni all'interno delle quali uomini (? in realtà potrebbero essere anche donne, chi può dirlo!) lasciano i propri contatti skjpe; una volta effettuato l'acceso a skjpe, avviene lo scambio di materiale; mio marito ha ricevuto video e foto di donne, presumibilmente compagne degli uomini con cui si è messo in contatto, e, dopo aver visionato ciò, si è masturbato con la webcam accesa, commentando in chat il materiale ricevuto, quindi facendo apprezzamenti volgari ed espliciti su queste donne. Gli uomini (o le donne, non so chi ci sia dall'altra parte) esprimevano in chat il piacere nel vedere che quelle foto suscitavano in lui tanta eccitazione e, poi, l'orgasmo. Il tutto, da dicembre a marzo, sarà successo 4-5 volte (a giudicare dalle date dei download) sempre quando io ero via, magari da mio padre o con le mie amiche.

È stata una doccia fredda, le lacrime scendevano senza che potessi frenarle, il cuore andava a mille, temevo per la bimba nella pancia, ma non potevo, non riuscivo a calmarmi, non sapevo che fare: non potevo fumare né bere (non fumo e non assumo alcool da quando sono incinta), non potevo strillare, procurarmi o procurare a lui del male fisico, mi sono sentita impotente; poi, subito dopo, delusa: che cosa mi/gli mancava in fondo? Non ha trovato la mia pancia interessante? Non mi ha trovato più sufficientemente provocante? Perché non dirmi la verità, l'avrei capito, forse, avrei condiviso quella pratica con lui, poteva diventare anche quello un gioco di coppia; mi sono sentita offesa nella mia femminilità, nel mio essere quasi mamma.
Ho aspettato che rientrasse da lavoro col pc acceso sulle pagine che avevo visitato in sua assenza (oltretutto sbirciare nel computer o nel cellulare delle altre persone non è una cosa che mi piace fare, specie se la persona i questione è quella che io ho scelto come compagno di vita); mi ha raccontato la sua versione dei fatti; abbiamo provato anche a ricominciare nei giorni seguenti, ma io non mi fido più di lui. Tutte le mie paure circa il fatto di non piacergli si sono concretizzate; non riesco a perdonarlo perché non trovo una giustificazione per quello che ha fatto; non riesco a capire dove ho sbagliato io per meritare una cosa del genere, tanto dolore, gratuitamente; lui è stato da uno specialista che gli ha fatto notare che ha un problema, evidentemente, col sesso: la masturbazione è troppo frequente e avviene solo dietro visione di qualcosa; gli ha consigliato di ridurre questa pratica/dipendenza e lui mi ha detto che da quando l'ho scoperto non si è più toccato; mio marito prova a farmi capire che ha un problema e che devo aiutarlo e stargli vicino nel risolverlo. Io non voglio essere la sua amichetta; io sono la sua compagna e non posso aiutarlo a risolvere questo tipo di problema; mi ha fatto presente che è riuscito a evitare le altre dipendenze grazie a ciò che abbiamo costruito insieme, ma questa è una dipendenza diversa, in cui io mi sento chiamata in causa, una perversione di cui io non mi sento partecipe e che, quindi, non condivido. Ho anche pensato di tradirlo, di vendicarmi in qualche modo, ma non mi sento bella per nessuno con la pancia; credo che gli uomini possano vedermi come un'incubatrice e basta. Oltretutto comincio a perdere fiducia negli uomini: mio padre e mio fratello guardano la mia pancia come se stessero vedendo un mostro, non una cosa bella, da cui può venire una cosa bella; gli unici momenti in cui sto veramente bene sono quelli in cui sono in compagnia di donne, che mi sembra siano contente del mio stato e che, sento, mi gauadano con gioia e ammirazione; toccano il pancione, l'accarezzano, comprendono il motivo per cui sono in astensione anticipata da lavoro per gravidanza a rischio, pur non essendoci reali situazioni legate alla mia salute, fortunatamente, veramente a rischio (a parte l'età), ma siano il lavoro e l'istituto professionale in cui sono capitata ad essere rischiosi, mentre mio padre continua a dirmi che dovrei andare a lavoro, altrimenti non totalizzo punti. Insomma è come se ogni giorno, ora, dovessi pagare il prezzo della morte di mia madre, circondata da uomini che non vogliono vedere la mia femminilità, compreso mio marito che guarda altre quando ha una moglie accanto che lo guarda e nel frattempo spera che la loro bambina abbia il suo viso, i suoi capelli, i suoi occhi neri bellissimi.

Ci sono dei momenti in cui penso di dover andare avanti con lui, che non ce la faccio a riconoscere che il mio matrimonio è stato un fallimento, che forse è importante solo l'amore che io nutro per lui e che non dovrebbe interessarmi se è ricambiato o meno e degli altri momenti in cui penso che lui non possa e non debba passarla liscia, che debba pagare i suoi errori perdendomi, che riuscirò ad andare avanti anche senza di lui, magari tornando al Nord e lavorando ancora in scuole appaganti, che tanto non avrò mai più fiducia in lui e e che da uno che non è “mai stato uno stinco di santo” per sua stessa ammissione non posso aspettarmi che altre sofferenze in futuro, sofferenze che non merito.
Non so che fare e so che qualsiasi decisione prenderò a farne la spesa sarà la mia bimba che, come adesso, mentre scrivo e mi lascio andare al mio sfogo, cerca di farsi sentire e di ricordarmi, attraverso i suoi movimenti, che esiste perché io ho voluto che esistesse.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

ci racconta nel dettaglio la Sua storia e il matrimonio che teme sia stato un fallimento. Ma qual è la Sua domanda e che cosa si aspetta dal consulto on line?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Utente
Utente
Ha ragione...le mie domande e i miei dubbi sono tanti: posso fidarmi di mio marito ancora? Dovrei provare a perdonarlo a stare con lui o non c'è alcuna possibilità di serenità accanto a lui?come posso sentirmi bella e attraente ancora durante il rapporto sessuali dopo ciò che ho visto e ho scoperto?Quale potrebbe essere.la forma di vendetta più appropriata?
Grazie per l'attenzione sin da ora
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile signora,

chiaramente non possiamo dire noi da qui che cosa fare, ma spetta a Lei ragionare su questa crisi e comprendere che cosa sta accadendo nel Suo matrimonio.
Comprendo che può essere molto doloroso sentirsi tradita da un marito che usa la chat per condividere momenti intimi, ma Le suggerisco di parlare con lui grazie all'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta di coppia, in modo da focalizzare l'attenzione sulla coppia e vedere che cosa c'è da recuperare, da ricostruire, se possibile, oppure se non sia possibile.
Parlare di vendetta, invece, mi pare ancora più doloroso per Lei.
Si faccia aiutare a lasciare andare la rabbia. E' importante per Lei e per la Sua bimba.

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Grazie per avermi ascoltato e per aver espresso un parere. Seguirò il suo consiglio e mi recherò con mio marito da uno psicologo di coppia.grazie ancora!