Fatica sul lato emotivo

Salve, come avrete intuito dal titolo ho problemi legati all'emotività, ed al provare emozioni.
Sono un ragazzo piuttosto introverso, mi apro solo con persone con cui ho particolare confidenza. Faccio molta fatica a provare sentimenti o semplicemente a ridere, piangere e qualsiasi altra emozione che faccia una persona "umana".
Da poco mi sono diplomato, ma ciò non mi ha reso felice, anzi sembra che nulla mi renda felice in questi ultimi anni, soprattutto dopo il divorzio dei miei genitori quando avevo solo 11 anni. In pratica il mio lato fisico è felice o triste, ma quello interiore non riesce a far scattare quella scintilla emotiva che ognuno percepisce quasi prima di provare allegria o altre emozioni in particolare.
A questo problema si aggiunge anche il mio essere introverso e solitario, e non riesco proprio a capire come tutto ciò si sia evoluto nel tempo.
Quando i miei divorziarono capii che dovevo cambiare, diventare insensibile per far si che quel periodo non andasse ad influenzare la mia personalità, ma questo cambiamento è cresciuto nel tempo facendone di me un pezzo di ghiaccio.
Spero che possiate aiutarmi a capire cosa c'è che non va.......grazie in anticipo.
[#1]
Dr. Roberto Callina Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1.3k 32 6
Caro ragazzo,

sembra che lei, come molte persone introverse, abbia già trovato le risposte alle sue domande.

Probabilmente, visto che cita l'episodio due volte nel corso della sua richiesta, il divorzio dei suoi genitori è stato davvero un duro colpo da digerire.
E' possibile che lei abbia preferito chiudersi in sè stesso, creando una sorta di corazza che potesse difenderla da ulteriori sofferenze; un muro di protezione che non permettesse al mondo esterno di entrare in contatto con le sue emozioni, con i suoi vissuti più intimi, con le sue paure, con i suoi sentimenti.

Noi tutti siamo "animali sociali"; abbiamo bisogno degli altri per sopravvivvere; chiudere le porte al mondo può proteggergi dalla sofferenza ma, di contro, ci fa perdere il contatto anche con le nostre emozioni.

Lei è figlio unico?
Dice di aprirsi solo con persone con cui ha particolare confidenza. Ha amici? Una vita sociale?

Dopo la separazione dei suoi genitori, come sono i rapporti con loro?

Un caro saluto
[#2]
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, il suo racconto ci parla di tanti aspetti importanti che andrebbero approfonditi.
Mi colpisce che trasmette con intensità le emozioni, riesco a rappresentarmi il suo stato d'animo. Questo è merito suo, è capace di questo. È estremamente suggestiva la qualità dell'emozione che trasmette a livello percettivo: dal pezzo di ghiaccio al desiderio di una scintilla, due poli opposti.

Per quanto mi riguarda, questo è un elemento non trascurabile. Attraverso le poche parole che ci racconta, sembra dire che di fronte a una situazione dolorosa lei si chiude. Come se la delusione, il possibile senso di tradimento, la perdita fossero così dolorose da richiedere un'anestesia, il pezzo di ghiaccio.
È possibile, quindi, che l'essere introverso e solitario sia coerente con tutto questo.

C'è un ma, c'è anche la scintilla. E questo è un fatto innegabile.
Allora questo potrebbe essere un momento critico, in cui lei comincia a mettere in discussione se stesso. Perché forse, quella scintilla vuole scoccare e sciogliere il ghiaccio.
Personalmente rifletterei sulla possibilità di parlare con uno psicoterapeuta per approfondire la sua storia e nel tempo imparare a vivere ciò che sente emotivamente, con più libertà, sapendo che non è più solo, che il mondo può deludere, ma può anche dare.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis


Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

[#3]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Lei scrive di se stesso
"Salve, come avrete intuito dal titolo ho problemi legati all'emotività, ed al provare emozioni."

Sembra più una problematica correlata alla comunicazione delle emozioni che al provarle davvero.

Forse la spaventano..
Forse sono per lei destabilizzanti ...
Forse ha paura di tuffarsi tra i flutti della sua sofferenza...

La stessa sofferenza che, da quanto sembra, è stata congelata, ibernata...nel tempo e che, forse le ha consentito di andare avanti, proprio perché non ha avuto modo di attraversarla.

Soltanto attraversando davvero quello che può averla paralizzata nel sentire potrà trasformare la crisi in vera risorsa.

Consideri che le esperienze traumatiche all’interno del nucleo familiare - come un divorzio - possono alterare e compromettere la sfera emozionale, possono anche causare immagini negative e frammentate di sé, generando un profondo senso di impotenza e di sfiducia nel prossimo.

Valuti l'ipotesi di farsi aiutare, vale la pena vivere a colori....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#4]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Mi ha colpito il Suo proposito, seguito alla separazione dei Suo genitori, di "diventare insensibile".
Purtroppo questo intento non e' realmente perseguibile perche' la sensibilita' e' un tratto che non si puo' rimuovere a piacere.
E immagino che fatica lei debba avere fatto per tacitare i suoi sentimenti: una ibernazione emotiva difensiva.
Penso che le conseguenze profonde di tale ibernazione debbano gia' essere pesanti e temo che con il tempo peggiorino.
Le consiglierei davvero di rivolgersi ad uno terapeuta psicodinamico perche' l'aiuti a riprendere contatto poco per volta con le aree piu' silenziate della Sua psiche. Non e' davvero il caso che le lasci in questo stato di "scissione", perche' potrebbero riproporsi a Lei in vari modi sgradevoli.
I migliori saluti

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#5]
dopo
Utente
Utente
Vi ringrazio per i suggerimenti che mi state dando, siete davvero gentili.
Il fatto più doloroso è che sono pienamente consapevole delle conseguenze e di ciò che mi sta accadendo dentro, ma non riesco a cambiare....non riesco ad aprirmi e "vivere a colori". Credo che il fattore più incisivo sia proprio il mio orgoglio, mi blocca e mi vieta di fare cose che forse desidero. Insomma, so cosa ho e cosa devo fare per rimediare, ma non ci riesco.
Non so quanto uno psicoterapeuta possa aiutarmi, non so nemmeno con quali occhi emotivi potrei vederlo.
Forse una figura affettiva possa fare più di quanto uno psicoterapeuta possa tentare.
[#6]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Alla Sua giovanissima eta' il proprio destino e' tutto da scrivere!
Si rivolga ad un terapeuta psicodinamico e con il suo aiuto professionale riuscira' a rimediare ai danni emozionali che ha subito!
Ci faccia avere Sue notizie positive!
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