Crisi fidanzamento

Buongiorno dottori,
Sono un ragazzo di 32 anni e sto, anzi stavo, con una ragazza da 10 anni.
Il rapporto é stato per me sempre molto bello, appagante, ha fatto tirare fuori il meglio di me e ho sempre sentito che era.la persona giusta e adatta per me.
Certo, nel tempo ci sono stati.dei periodi difficili, delle crisi sopratutto da parte sua, ma risolti ampliamente.
Tutto é cominciato con i miei attacchi di panico e di ansia, alla quali ho risolto con psicofarmaci (cipralex) accompagnati da una psicoterapia individuale. Ho notato nel tempo una flessione delle emozioni, ed essendo un tipo sia ansioso che rimuginativo, ho cominciato a testare, test armi, verificare la mia relazione e le mie emozioni. E ho cominciato ad avere paura di non amarla più.
É poi entrata in me la consapevolezza che non riuscivo ad amarla come lei avrebbe voluto...
La nostra storia é stata un Po troppo inclusiva e simbiotica, io mi rifugiano in questa relazione e non mi aprivo più agli altri. La psicoterapia, da.cui vado da un anno, mi ha fatto diventare più indipendente, e.maturare da.questo punto di vista. Solo che.ora.sono in grande.crisi: mi trovo a.chiedermi se la amo oppure no, che cos'è l'amore dopo 10 anni,.se.provo attrazione fisica ancora per lei, e più lo faccio e più si complicano le cose.
Gli psicofarmaci non aiutano: mi fanno.sentire lontane le emozioni...
Io desidero amarla, vorrei amare e impegnarmi, ma non riesco.
La psicologa non mi.chiarisce se sono disturbi ossessivi o se.effettivamente é un amore finito, anzi certe sue affermazioni mi alimentano dubbi.

Chiedo a voi: cosa può essere l'amore dopo questo tempo? Che significa che l'amore é finito? Dicono che L'amore Non é un sentimento ma é una volontà e scelta...cioè??
I miei sono dubbi ossessivi? Cosa fare?

É un caso un Po intrecciato, ma sono molto confuso... Consigliereste una terapia.di coppia anche se solo fidanzati?
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, in mezzo a tutte queste riflessioni, analisi, dubbi e precisazioni, cosa fa cosa , dice, cosa pensa la sua fidanzata? perchè , sento nel suo dire una grande centratura sulle sue emozioni, sui suoi pensieri, fin troppo rimuginati , e mi scusi , le chiedo anche cosa fa nella vita, lavora? e la fidanzata cos' altro fa oltre a stare nella sua vita e .. aspettare.
.Che dopo dieci anni lo splendore della passione possa essere non sempre presente è anche normale, capita a tutti , le farfalle nello stomaco non possono durare una vita, ma la complicità, la tenerezza, anche la sessualità restano ..se alla fine si guarda dalla stessa parte.. perchè la complicità delle anime è il prerequisito della complicità dei corpi..
Lei è giovane certo , ma a 32 anni forse è tempo di approdare ad un piano di realtà , per non tormentarsi , analizzarsi e spostare le decisioni all'infinito.. e non sprecare la giovinezza..
Cosa ne pensa ..? restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Guardi, io non ero così, mi sono chiuso a guardare le mie emozioni in questo ultimo anno.
Io lavoro, ho lasciato una attività nel l azienda di famiglia con non pochi dubbi (tempo indeterminato e essendo figlio unico una stabilità lavorativa) per coltivare il sogno di diventare un insegnante, ma sono precario e Quest estate é stata lunga, piena di troppe riflessioni.
La mia fidanzata studia scienze della formazione... é stata lei a farmi notare che si sentiva desiderosa di ricevere amore e che io non riuscivo a darle. Così mi sonk terrorizzato e.mi.sono chiuso in questo.turbine, fino a scoppiare.
E nel frattempo ho riscoperto.un.mondo, quello esterni, e quello dell autonomia, che da anni avevo nascosto...così i pensieri sono aumentati: se guardo le altre, allora vuol dire che non mi importa più. E così via... e le profezie si autoavverano.
Lei, dopo questo periodo iniziale di insofferenza, mi é stata ancora più vicino, e guardi...la cosa mi ha fatto ancor a più riflettere: perché io non provo quello che prova lei?
E così la situazione era diventata un peso insostenibile, come.se.fosse lei la.ragione dei miei problemi.
Ma quelli che voglio é non fuggire, amarla e desiderata. Ma non riesco.
Cosa si può fare?
Grazie per la.risposta!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75

"Gli psicofarmaci non aiutano: mi fanno.sentire lontane le emozioni..."

Ne ha parlato con lo specialista che le ha prescritto la terapia farmacologica?
E' necessario un monitoraggio periodico della stessa, per consentire al medico di modularla a seconda dell'evoluzione delle sue condizioni.

A mio avviso, ci sarebbero due aspetti da affrontare nel percorso terapeutico: il primo riguarda la tendenza a colpevolizzarsi, in realtà, l'apertura verso gli altri è stata una conquista importante ma lei la vive male perché crede di fare un torto alla sua ragazza, semplicemente lasciando spaziare il suo sguardo.

Il secondo aspetto riguarda l'insoddisfazione vissuta da entrambi nella relazione di coppia, che potrebbe essere affrontata coinvolgendo la sua fidanzata nel percorso terapeutico individuale già avviato.
La diversità dei vostri vissuti viene percepita da entrambi come un segnale di pericolo, ma può essere una preziosa opportunità per sperimentare la possibilità di ristabilire la connessione emotiva, anziché diventare una sorta di "esame" in cui ognuno deve dar prova delle sue capacità.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per i vostri consulti.
Allo psichiatra gliene ho parlato, ma lui pensa che questo appiattimento sia dovuto più da me e da una lieve depressione piuttosto che dai farmaci. I quali, effettivamente, mi alleniamo fortemente le ansie, ma da quello che vedo tendono anche a appiattire le mie sensazioni, così io, che tendo a razionalizzare e ad analizzarmi, non ci capisco più nulla.

La mia domanda é: é possibile che di improvviso mi possa disinnamorarmi della mia ragazza? Da una parte sento una esigenza di libertà e di voglia di altro, preso dai miei progetti, e dall altra però non voglio perdere la mia ragazza con la quale ho costruito tanto. Da un anno non c é più una progettualitá nella ns relazione proprio perché queste paure ci hanno immobilizzato.
Allora mi chiedo: come fare se non provo sentimenti ed emozioni verso la mia ragazza, che invece tendono verso l'esterno? Con la volontà e l'impegno verso di lei possono tornare?
Come fare a non vivere in confltto? Sono tanto stanco di questa situazione, quasi che evitarla sia l unica soluzione.

Ne ho parlato con la mia psicoterapeuta della possibilità di fare un percorso di coppia, ma mi dice che lei sta facendo un lavoro su di me e che questa cosa non la può fare a questo punto, perché vedrebbe la situazione non in maniera imparziale. Io vorrei farci aiutare, ma non ho possibilità economiche infinite! Non posso intraprendere due percorsi terapeutici! Che mi consigliate?

Grazie x chi saprà rispondermi.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Caro ragazzo,
Le propongo una riflessione :
In 10 anni di vita importantissimi (lei ha 32 anni, quindi parliamo di un arco di tempo molto fecondo di acquisizioni emotive, di crescita personale, etc), le persone cambiano.
E, a meno di casi particolari, ognuno dei due componenti di una coppia cambia in modo diverso, per le esperienze che fa, la sensibilita' individuale, la capacita' di adattamento etc.
E a un certo punto ci si puo' trovare lontani.
Forse questo e' accaduto per Lei piu' che per la Sua fidanzata, vuoi per la psicoterapia, vuoi per gli psicofarmaci (che "appiattiscono" un po' le emozioni: e' la loro funzione peculiare), vuoi per le diverse esperienze maturate.
A questo punto dovreste fare un check-up, magari con l'aiuto di uno psicoterapeuta di coppia (diverso da quello con cui Lei effettua la psicoterapia individuale) per capire "a che punto siete come coppia". Se ci sono le condizioni per proseguire insieme il Vostro percorso o no. Se avete le risorse, il desiderio, la disponibilita' per farlo.
E glielo consiglio perche' in un momento di crisi senza una guida si corre il rischio di perdersi senza in realta' volerlo davvero.
I migliori auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#6]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Esposito,
Cosa significa che gli antidepressivi hanno come funzione peculiare quella di appiattire le emozioni? Io pensavo che sollevamento l'umore.
Ho avuto dei momenti molto bui, di depressione dovuto a questi rimuginamenti e dubbi, e ora grazie anche a questi farmaci sto bene e di buon umore.
Con il dottore però sono sempre in contatto perché le dosi normali mi davano mancanza di desiderio, apatia, così dobbiamo vedere come gestire le medicine.
É proprio come dice: questo ultimo anno sono cambiate tante cose, che mi hanno allontanato dalla mia fidanzata. Ma i sentimenti e i bisogni emotivi possono cambiare e comunque amare? Vorrei stare in coppia con lei, ma ora siamo così lontani...
Il percorso di coppia che consiglia solitamente lo fanno anche i fidanzati? Pensavo che erano solo x colpi e sposate in difficoltà matrimoniali.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Il percorso di coppia e' per le "coppie" e penso che sia opportuno per Voi farlo.
I farmaci antidepressivi sollevano l'umore proprio perche' appiattiscono un po' le emozioni.
Non ne avevate parlato con lo psichiatra che glieli ha prescritti?
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dopo
Utente
Utente
Per cosa può servire nel nostro caso una terapia di coppia? Non é un problema solo mio?
I farmaci me li ha dati lo psichiatra, e mi ha detto che hanno talvolta delle controindicazioni, ma a dosi più alte... abbiamo visto con il tempo che sono molto sensibile ai loro effetti. Abbiamo provato anche a smettere di prenderli e gli effetti erano stati buoni, ma poi sono ricominciate le ansie e il malessere, le ossessioni.
Così le ho riprese, cambiando più volte dosaggi sotto il controllo del medico, ma ho la sensazione di essere effettivamente sempre un Po distaccato, nonostante l umore sia buono e non ci sia più un senso di apatia.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Io penso che una terapia di coppia vi possa servire a non perdervi.
Se la fa soltanto Lei Vi potreste allontanare ancora.
Ma parlatene fra Voi e decidete cosa desiderate fare.

Gli psicofarmaci sono tali perche' agiscono sulla psiche.
Gli effetti collaterali possono sorgere ma lo psichiatra deve trovare il dosaggio ottimale, efficace e tollerabile.
Occorre molta collaborazione e fiducia da ambo le parti.
Buon pomeriggio!
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Vorrei stare in coppia con lei, ma ora siamo così lontani..."

Gent.le Utente,
la distanza affettiva tra due partner è solo la conseguenza di un disagio che riguarda la relazione di coppia non il singolo partner, non si tratta di fare la "caccia al colpevole" ma di utilizzare lo spazio protetto della relazione terapeutica per condividere i propri vissuti e le emozioni che li accompagnano, facilitando un processo di sintonizzazione affettiva che consenta ad entrambi di creare le condizioni favorevoli per "sciogliere i nodi" che si sono creati all'interno della relazione.

"Ne ho parlato con la mia psicoterapeuta della possibilità di fare un percorso di coppia, ma mi dice che lei sta facendo un lavoro su di me e che questa cosa non la può fare a questo punto, perché vedrebbe la situazione non in maniera imparziale."

Il terapeuta di coppia dovrebbe avere una parzialità multidirezionale, ovvero accettare in modo incondizionato e relazionarsi empaticamente con ognuno dei due partner, oltre a soddisfare i bisogni dei singoli; costituendo una garanzie che riduce l'atteggiamento difensivo e facilita l'esplorazione delle emozioni, garantendo il rispetto per l'esperienza di ciascuno e la possibilità di confronto.
Fatta questa premessa, se una persona esplicita allo specialista un'esigenza diversa, in questo caso affrontare un disagio nella relazione di coppia, si rende necessaria una ridefinizione del contratto terapeutico e dei relativi obiettivi inizialmente concordati, per rendere il percorso terapeutico il più possibile aderente alle aspettative della persona.
Sarebbe importante parlarne apertamente con la psicolog,a per individuare a questo punto del percorso se privilegiare il setting individuale oppure quello relazionale o di coppia.