Famiglie allargate...

Ho una storia da quasi quattro anni con un uomo separato con una figlia oramai 21enne. Dalla nostra relazione, a gennaio di quest'anno è nata un'altra bambina. Purtroppo la nascita di nostra figlia è stata un pò offuscata dal dolore per i comportamenti della figlia del mio compagno: non è venuta in ospedale a vedere la sorella, non si è più presentata a casa nostra, nè tantomeno ha partecipato al battesimo della bambina.. Ha addotto i motivi più disparati: che io l'ho sempre trattata con freddezza, che non ero volutaandare a cinema con lei quando ero incinta ed altre stranezze, del tipo che non partecipava al battesimo perchè il padre è separato ma non ancora divorziato.. Già quando stava in casa con noi aveva dei comportamenti tardo-adolescenziali di ostilità (mutismo, ostilità mal repressa etc etc). Io fino alla nascita di mia figlia avevo sempre avuto un atteggiamento bonario, chiudendo sempre un occhio su questi comportamenti sgradevoli, ed intervenendo pacatamente solo nei casi più eclatanti di maleducazione (ho sempre pensato che fosse una questione che il padre e la figlia dovessero risolvere per conto loro). Purtroppo da quando la ragazza ha avuto questi atteggiamenti sgradevoli nel momento della nascita di mia figlia, io non riesco più a sopportarla, per cui non voglio nemmeno sentirne parlare, non chiedo mai al padre (che nel frattempo la frequenta da solo, fuori di casa nostra) cosa faccia o come stia.. Diciamo che è come se l'avessi cancellata dalla mente.. Adesso dovremmo re-incontrarci per tentare qualche forma di riappacificazione, ma purtroppo io sento di non essre bendisposta e di considerare questo evento come l'ennesimo tentativo da parte sua di crearci problemi (come molte ragazze della sua età, a parte l'ostilità nei miei confronti, è estremamente viziata, materialista e capricciosa, quindi difficile da sopportare nella vita quotidiana).. Mi aiutate a capire come fare? Capisco che è la figlia del mio compagno e che gli procuro un dolore ad agire così... ma non riesco proprio a cambiare prospettiva.. Un tempo cercavo di identificarmi in lei, nel suo bisogno di affetto/conferme.. ma adesso non riesco più, e come se si fosse rotto qualcowsa..
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

il papà di questa ragazza che cosa pensa a riguardo e come si pone con Lei rispetto la questione di incontrarvi tutti insieme?
Comprendo che sia difficile per Lei soprattutto ora che ha bisogno della giusta serenità per occuparsi della Sua piccolina e della Sua famiglia, ma credo sia più facile un compromesso anche Suo marito per evitare di esasperare situazioni già tese.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Adesso dovremmo re-incontrarci per tentare qualche forma di riappacificazione
>>>

La doverosa premessa è che i riavvicinamenti per dovere di solito non vengono bene.

Lei dice di non essere ben disposta, ma la ragazza? Le risulta che sia ben disposta, oppure anche lei verrebbe controvoglia?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, come i colleghi, immagino quanto sia difficile, a volte frustrante trovarsi in questa situazione che sembra senza via d'uscita.
Mi sembra disponibile a comprendere la complessità delle emozioni in gioco e questo è senz'altro un punto importante.
Darle un suggerimento non è semplice perché andrebbe approfondita la situazione, che sento molto delicata.

Provo a darle un punto di vista, lo prenda per quello che è, ci troviamo online.

Mi chiedo se possa esserci un aspetto che reciprocamente vi allontana quando lei dice: "Ho sempre pensato che fosse una questione che il padre e la figlia dovessero risolvere per conto loro".
Non so se potrebbe rintracciare dentro di lei se in qualche modo ha avuto timore di ferire questa ragazza e si è per questo esclusa o in qualche modo allontanata. Il punto importante è che lei invece c'è, che c'è una nuova famiglia, di cui tutti fate parte. Mi chiedo se ha pensato di non potersi autorizzare a esserci e questo ha generato un senso di esclusione reciproco, nella circolarità relazionale.

Se non dico male, mi corregga pure senza esitare, mi sembra che lei inizialmente abbia potuto capire la difficoltà in cui la figlia del suo compagno si trova. Una difficoltà che certo non le rendeva le cose facili, ma che lei è riuscita ugualmente a comprendere con pazienza.

Mi chiedo quindi, data la sua disponibilità e interessamento, se manca qualcosa, se ha avuto la possibilità di entrare di più in relazione con la ragazza, di aprirsi a lei su questa questione stessa.
Ad esempio eventualmente confidandole quanto capisse il suo stato d'animo, quanto lei per prima temesse di ferirla, quanto fosse importante per lei riuscire ad avere un incontro. Anche quanto fosse dispiaciuta del suo comportamento ostile. Quanto questo fosse faticoso e doloroso per lei.
Dirle, poi, anche quanto bello potesse essere averla come componente della sua nuova famiglia e sentirsi lei stessa parte di essa, nella reciprocità. Dirle quanto fosse delicato anche per lei costruire un nuovo legame. Ma che piano piano e fiduciosamente ci sareste riuscite.
Insomma tentare di aprirsi e investire nella relazione, esponendosi lei stessa autenticamente, con delicatezza.

Non sottovaluti che la nascita della sua nuova bambina possa avere generato una spaccatura non soltanto perché lei porta via il padre alla figlia, ma anche perché è la conferma che lei non è sua madre. Questo può scatenare un senso di ingiustizia nella ragazza, sia perché sente di non avere la madre naturale lì presente sia perché potrebbe avere conferme di un suo temuto disinteresse.
In questo senso potrebbe continuare a viverla ancora più come un'estranea.
In più, è anche giusto dire che anche lei sente comprensibilmente un po' opprimente la presenza della sorella maggiore, data la situazione. Eppure il modo per esserci insieme e per amarsi si può trovare.

Senz'altro vanno fatti i necessari approfondimenti, ma spero di averle dato qualche spunto di riflessione.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara Signora,
Da donna ho percepito nel comportamento della ragazza una nota familiare a noi donne. Con la quale ci confrontiamo spesso senza uscirne vincenti: la gelosia.
Tale sentimento e' attivo nelle figlie verso i papa' anche quando a causarlo sia la madre. Moglie del padre e legata alla figlia da legami profondi.
La letteratura psicoanalitica illustra tale triangolazione che caratterizza l'infanzia e l'adolescenza delle bambine.
Ora Lei ha non solo "preso il posto della madre/rivale", ma ha dato vita ad una ulteriore rivale: un'altra concorrente, piccola, che attira l'attenzione del padre.
Forse a questo punto ha intuito che la situazione non e' facile: e' un aggravamento della situazione in cui a contendere l'attenzione del Padre c'era solo Lei.
Che dirLe? Per ora non credo la situazione si possa alleggerire.
Occorrera' tempo.
Forse spostare l'interesse della ragazza su altri soggetti. Che certo non potranno prendere il "posto" del padre, ma almeno contenderglielo!
Auguri cara Signora!
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132