Non riesco a portare a termine gli obiettivi che mi prefisso

Sono una studentessa universitaria che non riesce a portare a termine i suoi obiettivi. Mi riferisco in particolare allo studio. Non riesco a fare mai quello che mi prefisso di fare, o perchè mi fisso degli obiettivi impossibili (ad esempio studiare 100 pagine al giorno ad una settimana dall'esame) o perchè mi lascio trascinare in altre attività (uscite, chiacchierate ecc..) convincendomi che il giorno successivo farò anche quello del giorno precedente (naturalmente ciò non è mai accaduto). E così tra impegni, svago, e procrastinazione mi ritrovo ad 1 settimana dagli esami e sapendo di non potercela fare mi abbandono a me stessa, in pigiama, con la stanza in disordine, passando giornate a guardare telefilm e mangiare, per riempire i vuoti della mia vita, ovvero non riuscire a trovare un ragazzo nonostante sia una ragazza carina. Gli standard del partner che cerco sono quelli dei telefilm, e pur sapendo che è tutta un'illusione e che non esistono, spero sempre di poter essere quello 0,00001% che invece lo trova. Ho già perso 3 anni di università, ho cambiato perchè non mi piaceva ed essendo orgogliosa, non riuscivo ad ammetterlo. Ho cominciato con un nuovo percorso con tanta volontà, ma mi sento sotto pressione perchè non posso più fallire e deludere i miei genitori. Avevo detto loro la data dell'esame, ma per impegni di un ONG di cui faccio parte, svago e procrastinazione (credendo di riuscire a farcela) alla fine non sono riuscita a studiare e così sapendo già di non farcela ho mollato e passato le giornate a guardare telefilm, per i sensi di colpa non uscivo di casa dicendo agli altri e me stessa che dovevo studiare ma non l'ho fatto. Continuo a mentire, sono diventata così brava che i miei pensano sia fragile e insicura perchè dico loro di essere bocciata per questo, quando in realtà non mi presento proprio agli esami. La situazione mi deprime perchè sono consapevole che la colpa è mia e che non ho volontà di fare le cose, così per non farmi sopraffare dall'ansia (cosa che facevo in passato e quindi spesso non riuscivo ad addormentarmi) ora mento a me stessa, faccio dei respiri profondi e spengo il cervello, smetto di pensare, poi però come mia madre viene a parlarmi delle mie "insicurezze" dandomi consigli, io mi sento in colpa di mentirle e tutte le emozioni represse ritornano insieme all'unisono e non facendomi pensare altro che di "farla finita" (ma non ne avrei mai il coraggio, ho troppa voglia di "scoprire" il mondo). Dire la verità mi farebbe sentire meglio, ma passerei mesi in punizione, presa a schiaffi, e sentendomi ogni giorno una ramanzina di 2 ore. Non potrei sopportarlo, oltretutto l'essermi detta "vai a studiare" è una cosa che ho sempre odiato e dava il risultato opposto, perchè poi mi veniva detto "ecco sei andata a studiare perchè te l'ho detto io" quando in realtà mi ero già prefissata di andare a studiare a quell'ora. Non so come andare avanti, ho un peso sullo stomaco, non ce la faccio più.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile utente, spiace leggere quanto Lei ragazza intelligente e sensibile sia incastrata in questa spirale di ansia frustrazione tempo perso e infelicità.Le consiglio di cercare, tramite il suo medico di base , anche nelle strutture pubbliche .. Spazio Giovani dell'Università , un Collega con cui parlare de visu, chiarire e riflettere su molti aspetti della sua storia che qui non appaiono..
Chi le diceva .. studia.. e poi .. ecco hai studiato, perchè te l'ho imposto ?
che educazione , che famiglia ha avuto.. ed ora che relazione c'è tra voi.. da dove viene questa voglia di sabotare sè stessa e forse anche i criteri educativi della sua famiglia ??
cerchi di darsi aiuto, solo Lei può farlo.. ORA, per cui vada dal medico e gli chieda se un leggero mirato supporto farmacologico , uno starter sarebbe, come sembra a me, opportuno.. Spero che mi ascolti e che non si punisca più così..
Le faccio molti auguri, di coraggio innanzitutto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75


"mi sento sotto pressione perchè non posso più fallire e deludere i miei genitori. "

L'errore fa parte di qualsiasi processo di apprendimento, escluderlo a priori significa condannarsi all'immobilismo perché sarà l'unico modo di evitare il rischio di commetterne uno.

"Ho già perso 3 anni di università, ho cambiato perchè non mi piaceva ed essendo orgogliosa, non riuscivo ad ammetterlo. "

Il rischio è proprio questo: di restare nell'insoddisfazione per evitare di mettere in discussione una convinzione/ una scelta.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta Dottoressa, non credo che potrei parlarne con qualcuno da vicino, ecco perchè ho chiesto un consulto quì. Non ho soldi, e nè ho intenzione di chiedere ai miei genitori di portarmi da uno specialista in quanto o non mi prenderebbero sul serio o non capirebbero. Ho dei bravi genitori, non mi fanno mancare nulla (sempre nel giusto per non sforare nell'essere viziata), ma non ho mai avuto alcun rapporto di dialogo con loro. Da un lato mio padre è tutto il giorno a lavoro, e quando è a casa non parliamo molto, ognuno si fa i fatti suoi, ma tra di noi c'è molto affetto, oltretutto siamo molto simili caratterialmente, ma non parliamo più del "domestico" o del "che hai fatto oggi?". Con mia madre invece, c'è sempre stato uno "scontro", anche con lei dialogo zero assoluto, è sempre stato limitato allo studio, "hai fatto i compiti?" "quando ti fai interrogare?" "perché hai preso un voto basso?", quelle rare volte che ho provato a parlarle di amici o ragazzi che mi piacevano, non mi sentivo a mio agio non avendone mai parlato. Era lei che mi diceva "vai a studiare", ad esempio da piccola finivo di mangiare, mi riposavo un po' prefissandomi di andare a studiare alle 16, lei arrivava alle 15 e 50 ad esempio, e mi diceva "sei ancora quà? ma non devi studiare? ma quando studi?" e non è che mi dicesse "sei andata a studiare perchè te l'ho detto io altrimenti non lo facevi" ma non so cosa mi faceva intuire che lo pensasse, ed essendo una persona orgogliosa era una cosa che non sopportavo. E' sempre stata molto severa sullo studio, a volte faceva "paragoni" dicendo "la ragazza X ha preso Ottimo lo sai? Me l'ha detto sua mamma" e ciò non mi incoraggiava affatto ma faceva solo crescere in me antipatia nei confronti di X e sua mamma. Attualmente il rapporto è lievemente migliorato, le voglio bene assolutamente, è mia madre, ma abbiamo caratteri molto diversi. Lei è una persona poco affettuosa, io lo sono molto e lei vede questo mio lato molto affettivo come segno di immaturità. Non mi considera una 22enne, ma ancora una 15enne, e forse anch'io stessa, anche se sono perfettamente cosciente di ciò che mi circonda, così come credo che saprei benissimo prendermi cura di me stessa, in quanto so cucinare, fare faccende domestiche, e so quando devo risparmiare (anche se ora non lo faccio in quanto non ne ho bisogno). Credo anche di essere abbastanza brava a dare consigli giusti alle altre persone sugli argomenti più vasti, anche in quelli in cui non ho esperienza (relazioni ad esempio), in quanto molte amiche mi chiedono consiglio e li utilizzano con successo. Ma su me stessa non so che fare, o meglio lo so ma non riesco ad agire, mi abbandono a me stessa. Ci sono periodi in cui non ho voglia di fare assolutamente nulla, mi sento totalmente vuota, e mi chiedo "se potessi fare qualunque cosa al mondo cosa vorresti fare in questo momento?" e mi rispondo "nulla", il che è davvero triste. Fortunatamente ciò non accade sempre, ogni giorno dell'anno, ma come ogni cosa è a periodi, e sento che questo periodo sta per tornare e sto "lottando" con tutta me stessa a finchè non cali quest'oscurità... Vorrei solo stare serena, riuscire a studiare senza distrarmi, senza deprimermi perchè studio 10 pagine anzichè 20 che mi prefisso (ad esempio), senza abbandonarmi a me stessa.. Che posso fare? Inoltre credo di avere problemi alimentari, cerco di mettermi a dieta ma come ogni cosa che mi prefisso dura poco e mi sfogo mangiando molte schifezze. Non sono sovrappeso, ho un peso normale, ma l'anno scorso ero qualche kg in meno e vorrei tornare come prima, questo mi tormenta, spesso una delle mie distrazioni dallo studio è cercare diete online (non quelle di 10 kg in una settimana) ma semplicemente una sana alimentazione. Quando poi inizio e mi prefisso quest'obiettivo la mia vita inizia a ruotare intorno al cibo, mi sveglio pensando alla colazione che dovrò fare, poi guardo continuamente l'orologio aspettando lo spuntino, poi il pranzo ecc.. Non lo faccio in maniera triste anzi, solo che ad un certo punto non mi sopporto più, diventa un ossessione, quindi decido di tornare a mangiare come prima e smetto. (Per prima intendo che comunque faccio un alimentazione abbastanza salutare, ma con qualche grammo in più di pasta e biscotti al posto di fette biscottate) Ogni tanto ho voglia di cioccolata, ma non riesco a regolarmi, smetto di pensare a quanto mi può far male e ne mangio a volontà. Qualche volta in passato è capitato sporadicamente che per il forte senso di colpa mi procurassi vomito per ricacciare tutto fuori. Non l'ho fatto spesso ripeto, si può fare una media di 3 volte in un anno. Credo di non averlo mai detto a nessuno, o al massimo a qualche amico scherzando per capirne la reazione..
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
il tuo bisogno di condivisione è palpabile e meriterebbe di avere uno spazio adeguato, il rapporto con lo studio e con il cibo sono i modi con i quali hai scelto di esprimere il tuo disagio che a un livello più profondo ha a che fare con il rapporto che hai con te stessa.
Sarebbe importante iniziare a prenderti cura di te entrando in relazione diretta con uno psicologo, puoi rivolgerti al Consultorio Familiare della tua ASL e fare un primo colloquio, in ogni caso sarebbe una buona occasione per fare il punto della situazione e individuare eventuali strategie da sperimentare per avviare un processo di cambiamento.
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dopo
Utente
Utente
Posso rivolgermi al consultorio della mia ASL pur essendo maggiorenne?
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Certamente e non è necessaria l'impegnativa del medico di base.