Non riesco a parlare con il mio psicologo

Salve a tutti e vi ringrazio anticipatamente per le vostre gentili risposte e spero mi possiate essere d'aiuto. Vi spiego molto brevemente: sono una ragazza di 20 anni, da circa 4 mesi mi sono trasferita da sola a vivere. Ricordo con assoluta nitidezza che da quando ho 15 anni, sento il bisogno di rivolgermi ad uno psicologo. a quell'età ho iniziato a riconoscere dei cambiamenti di umore strani, che oscillavano pesantemente tra rabbia, depressione e apatia, per la maggior parte, occasionalmente e per brevi istanti serenità. avevo scatti d'ira che non controllavo, ma poi con il tempo ho imparato a placare, e non si sono piu presentati, nonostante questo la situazione emotiva è rimasta invariata e lentamente peggiorata durante gli anni. non ho mai parlato con nessuno riguardo a questi miei problemi ma ho sempre voluto capire che cos'è che mi accade e perche vivo in costante sofferenza. ho provato negli anni a far capire a mia madre che non stavo bene ma non ho ricevuto reazioni. Da circa un anno dopo che una persona è entrata nella mia vita lasciandomi vistose cicatrici e peggiorando ulteriormente la mia situazione emotiva, ho iniziato ad abusare abbastanza pesantemente dell'alcol. Mi sono trasferita pensando di trovare serenità ma forse ho solo peggiorato le cose, difatti da un po ho iniziato a provare nuove sostanze di cui però non abuso, e vivo in uno stato di solitudine depressione e vuotezza praticamente costante. A causa dell'alcol ultimamente ho fatto diversi danni alla mia auto e i miei genitori mi hanno trovata in uno stato confusionale che li ha turbati, e li capisco. Da allora mia madre ha iniziato a preoccuparsi per me e mi ha finalmente portata da uno psicologo, che era quello che desideravo, e oggi sono andata alla prima seduta. Ed ecco il mio problema: io non riesco a parlargli, proprio come non riesco a parlare di me con nessun altra persona. Tutto quello che io ho scritto qui molto semplicemente, non riesco a dirglielo. Mi vergogno immensamente. Ho parlato pochissimo, e di quello che avrei voluto dire non ho detto nemmeno l'1%. Le parole mi si strozzano in gola.Con lui e con tutti gli altri. Nonostante il poco che ho detto però lui ha capito che c'è qualcosa da cercare ed è rimasto preoccupato (questo ha detto a mia madre, che oggi mi ha accompagnata).
Ovviamente ha un costo notevole e non vorrei sprecare tempo, ed eccoci alla mia domanda. Prima di tutto vorrei sapere se avete qualunque genere di consiglio che potrebbe aiutarmi.
Poi, vorrei sapere se psicologi e psichiatri generalmente usano altre tecniche oltre al botta e risposta per andare a fondo dei problemi. Voglio dire, se io gli spiego che mi risulta enormemente difficile parlare di me ed espormi, potrebbe propormi qualche altra tecnica più indiretta? Per esempio non ho alcun problema a scrivere, anche se certamente non mi metterei a farlo di fronte a lui. Non so che fare. Spero possiate aiutarmi.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Quanta sofferenza nelle sue parole e quanto bisogno di aiuto..

Scrivere non è di certo come parlare, ma l'aiuto che le serve è di sicuro de visu.

Le tecniche dipendono dalla formazione del clinico a cui si rivolgerà, ma non credo sia importante questo per lei, dovrebbe invece cercare un professionista caloroso, empatico, accogliente... che sappia metterla a suo agio; il resto verrà dopo.

Le prime consulenze sono già indicative di come si sentirà.
Cerchi nel nostro portale, se desidera, oppure presso una struttura pubblica e richieda una prima consulenza

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Cara ragazza,
La difficolta' a parlare con lo psicoterapeuta puo' presentarsi eccome.
Il soggetto che "domanda" (lei) lo fa a suo modo. Anche con il silenzio.
Deve cercare e trovare la sua modalita' relazionale con lo psicoterapeuta. E lo si fa pian piano. Non si tratta di andare da un medico che fa una diagnosi in base ad analisi o radiografie.
Tuttavia mi sembra poco "relazionale" verso di Lei l'azione dello psicologo di mettere al corrente Sua madre della "preoccupazione" nei Suoi confronti.
Forse c'e qualche problema che non ci ha detto?
E' uno psicoterapeuta che conosceva gia' Sua Madre? Un parente?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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Dr.ssa Valentina Zanon Psicoterapeuta, Psicologo 23
Gentile Utente,

tutto il dolore, la rabbia, la tristezza, la disperazione che ha provato e prova, l'hanno probabilmente dotata di una grande sensibilità che le permetterà di capire "a pelle" con quale terapeuta potrà instaurare una buona alleanza.

Io credo che la sua capacità e dimestichezza nell'esprimersi scrivendo sia con un ogni certezza un suo grande punto di forza meritevole di essere coltivato. Indipendentemente dall'orientamento del terapeuta credo che sarebbe importante che lei accennasse a questa sua dote già in prima seduta, magari portando con lei una lettera già scritta (magari già questa).

Auguri, valentina

Dr.ssa Valentina Zanon

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Psicologo, Psicoterapeuta attivo dal 2010 al 2016
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile utente, provare difficoltà nell'aprirsi ad un perfetto sconosciuto mi sembra davvero molto normale. La fiducia, la confidenza, la possibilità di stabilire una buona collaborazione, che sia significativa e rispettose, non sono "premesse", ma piccoli/grandi obiettivi da costruire insieme al suo psicoterapeuta, nel rispetto dei SUOI tempi.

Mi permetto di suggerirle un'ipotesi: e se le sedute cui partecipa potessero essere un'occasione per "esplorare" modi di fare, di comunicare, di tacere, scrivere, omettere, dire, emozionarsi, etc., in tutta libertà, magari ritagliandosi uno spazio SUO?

La presenza di un'altra persona per lei significativa, come sua madre, può essere accettabile in prima seduta; successivamente, di solito, lo spazio della terapia è uno spazio privato e personale.

E magari può servirle un pò di tempo...
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
In cosa è consistita la prima seduta? Lo psicologo le ha lasciato campo libero o le ha fatto domande?

Se però è alla prima seduta è opportuno abbassare le aspettative e lasciare tempo al tempo. Se son rose fioriranno, come si dice. Se ci sono le premesse affinché fra lei e il collega possa nascere un rapporto di fiducia, deve avere un po' di pazienza.

>>> se io gli spiego che mi risulta enormemente difficile parlare di me ed espormi, potrebbe propormi qualche altra tecnica più indiretta?
>>>

Sì, è possibile, ma dipende dall'approccio che usa lo psicologo in questione.

>>> Per esempio non ho alcun problema a scrivere, anche se certamente non mi metterei a farlo di fronte a lui
>>>

Scrivere può svolgere una funziona importantissima in terapia, ma dev'essere il terapeuta a decidere se e quando. Come nel prescrivere una medicina. Non può essere il paziente. E se la sua difficoltà sta nel non riuscire a parlare di se stessa, c'è un solo modo per imparare a farlo: iniziare a parlare di se stessa. Non si impara a camminare sui libri, ma provando, accettando di sbagliare e cadere e riprovando.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com