Arrossimento del viso, peggioramenti col tempo...

Salve a tutti,
Ho un problema che riguarda l'arrossimento del mio viso, ormai ultimamente arrossisco per qualsiasi cosa e non ne conosco il vero motivo.
Ho 27 anni e sono il magazziniere di una ferramenta all'ingrosso. Prima di fare il magazziniere ho lavorato per anni in un'altra ferramenta dove, però, ero alla cassa e quindi avevo tantissime opportunitá per dialogare con le persone ed in quel periodo non soffrivo di arrossimenti (tranne per una figuraccia seria). Da quando faccio il magazziniere (circa due anni) ho riscontrato questa mia debolezza e difficoltá nel fare un discorso senza arrossire. Sono una persona che parla tanto, colui che in una situazione di silenzio apre discorsi ed é sempre al centro dell'attenzione, quindi è un enorme contraddizione arrossire! Purtroppo questo problema mi induce ad estraniarmi completamente dalle persone. Cerco di evitare discorsi di qualunque genere, discorsi che possano riguardare me, discorsi sul sesso o su donne, addirittura arrossisco al saluto di una persona appena conosciuta, come se mi sentissi inferiore o avessi vergogna di qualcosa ma giuro che non so cosa! Subito me ne accorgo quando sto per arrossire e quando succede cerco di non farci caso anche se è estremamente difficile dato che anche quando fa freddo riesco a sudare dal viso talmente che la pressione sale....
Ho bisogno di un aiuto urgente e che possa indicarmi almeno da dove iniziare per risolvere questa situazione che sta peggiorando di giorno in giorno.
Ringrazio tutti anticipatamente sperando in una soluzione.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
come ha vissuto il cambiamento di lavoro, il cambiamento di mansione (da cassiere a magazziniere) cosa rappresenta per lei? Come si trova nell'attuale contesto lavorativo ?
Altri eventi particolari nella sua vita in quest'utimo periodo?

Al di fuori del lavoro come vanno le cose, in famiglia, con gli amici?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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dopo
Utente
Utente
Salve,
La ringrazio innanzitutto per avermi risposto.

Se devo essere sincero il cambiamento di lavoro da cassiere a magazziniere all'inizio mi piaceva tanto perché avevo modo di scoltare musica mentre lavoravo e poter avere piú tempo con me stesso, anche se ultimamente non é più cosi, dato che mi hanno caricato di mansioni extra, infatti ora oltre a gestire il magazzino mi ritrovo anche a fare ordini e conferme ordine, acquisti, ricerche telematiche, fatturazioni, spedizioni e tanto ancora. Data la crisi io sono l'unico dipendente che sbriga un pò tutte le faccende di un'azienda abbastanza grande. Inoltre nonostante abbia ottimi rapporti col mio titolare esso tarda nel pagarmi puntuale e mi ritrovo sempre a corto di denaro.

Da circa due mesi mi sono trasferito in una nuova abitazione con la mia attuale fidanzata (7 anni insieme) e la nuova convivenza mi ha portato tanta felicitá ma anche tanta tristezza perché non riesco a fare la spesa come vorrei, comprare i mobili come vorrei, diciamo che mi sento senza soldi, soldi che il mio titolare tarda a darmi e questo mi procura un ansia enorme, da evidenziare che io soffro d'ansia fin da piccolo.

I miei amici purtroppo sono tutti fuori italia per lavoro, io e la mia fidanzata siamo rimasti nel nostro paese. Con la mia famiglia invece vado d'accordissimo, anche con la suocera (divorziata).
Credo che le mie sensazioni siano legate tanto alla mancanza di soldi. Io sono sempre stato una persona conservatrice e calcolatrice, gestisco i soldi in maniera maniacale e tengo sempre in conto ciò che spendo, ma ora non é più cosi. La mancanza di soldi mi porta uno scoordinamento interno e non riesco ad organizzare la mia vita come vorrei... Non so... Forse questo riflettendo c'entra col mio problema?
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Gentile Utente,

sarebbe importante infatti capire come mai, con il cambio di lavoro, lei abbia iniziato a notare questo fenomeno, magari legato a un cambio anche di responsabilità, a quello che le viene richiesto o al diverso tipo di ambiente lavorativo.

Quello che sembra emergere ora è che lei, forse a differenza del passato, ci faccia più caso "subito me ne accorgo quando sto per arrossire" e questa attenzione sulle sensazioni fisiche (calore al volto, sudore, ..) dell' arrossamento aumenta l'intensità di tali sensazioni "ecco sento che sto arrossendo .." e questo pensiero innesca un' accentuazione dei sintomi fisici che invece la mettono così in imbarazzo e purtroppo più si cerca di tenerli sotto controllo e più non ci si riesce, bisogna dare del tempo che il rossore "rientri" (mi passi il termine) nel senso che non si può avere controllo su questa reazione fisica, è necessario lasciare che passi, ma forse è qui la difficoltà, il fatto di non accettare che si possa arrossire perché spesso il rossore del volto "tradisce" quello che non vorremmo far vedere agli altri come ad esempio il fatto di sembrare ansiosi o in imbarazzo.

E forse su questo aspetto potrebbe esserle d'aiuto un consulto psicologico visto che il disagio che prova sta condizionando non poco la sua vita.

Un cordiale saluto

Dott.ssa Ilaria La Manna
Psicologa Psicoterapeuta - Padova

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dopo
Utente
Utente
Sono d'accordo con la Dr.ssa Ilaria La Manna sul fatto che quando si arrossisce non lo si può controllare, inoltre le persone avvertono subito il mio senso di imbarazzo e difficoltá a continuare il discorso, però poi quando effettivamente svanisce questa sensazione di rossore só che non riaccadrá più ora e posso continuare il discorso tranquillamente, con serenitá, come se il "mio difetto" avesse fatto ormai il suo percorso, come se l'arrossimento è una impostazione iniziale prima di approcciarmi, ed il fatto che possa arrossirmi subito o dopo poco indica soltanto che ho cercato di oppormi a questa situazione.

É strazziante ed opprimente!

Una cosa che mi ero dimenticato di dire è che a volte questo rossore crea problemi al rapporto che ho con la mia fidanzata, faccio un esempio semplice e concreto:
" Passeggiando per strada passa di fianco a me una bella donna, io non la guardo ovviamente, la mia ragazza comunque mi fa notare il contrario ed insiste che io l'abbia guardata, anche se non é vero e non c'è nulla da preoccuparsi io arrossisco dichiarando AUTOMATICAMENTE la mia colpevolezza (quando invece veramente non avevo visto questa donna).

Ecco, a volte ciò che dico può non essere preso in considerazione e addirittura può passare per una bugia a causa dei miei arrossimenti.
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
L'esempio che riporta è molto importante perché mette in luce un aspetto che spesso capita alle persone che sono molto sensibili (e preoccupate) a come si presentano/appaiono agli occhi degli altri come nel suo caso rispetto all'arrossamento del volto ossia il fatto che quando una persona ci fa notare di aver fatto/detto qualcosa che però non si è fatto/detto (nel suo caso "hai guardato quella ragazza) pur non essendo "colpevoli", il solo fatto di aver ventilato questa possibilità fa sentire queste persone in colpa e l'arrossamento del volto come segno di vergogna e "ammissione di colpa", ma è solo probabilmente perché il dubbio/domanda della sua ragazza ha innescato in lei l'eventualità di non aver corrisposto forse un'immagine positiva di lei (utente) ai suoi occhi (della ragazza).

Mi scuso forse per il discorso un po' contorto, spero comunque di essere stata abbastanza chiara.

Cordialmente
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dopo
Utente
Utente
É stata abbastanza chiara e discreta a riguardo anche se mi sta indicando di rivolgere il mio problema sul rapporto che ho con la mia fidanzata, peró, ripeto é un semplice esempio per far capire le mie reazioni mentali. Ovviamente da quello che ho capito, dato che non puó essere colpa della mia fidanzata che é gelosa, o di un amico che mi fa arossire, come anche un familiare o una persona appena conosciuta, deduco che il problema sia io e la mia insicurezza/ timidezza.

Dunque mi chiedo, cosa posso fare per emergere da quest'imbarazzo assillante?
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Dr.ssa Ilaria La Manna Psicologo, Psicoterapeuta 282 8 9
Forse non mi sono spiegata bene.

"anche se mi sta indicando di rivolgere il mio problema sul rapporto che ho con la mia fidanzata, peró, ripeto é un semplice esempio per far capire le mie reazioni mentali".

Non intendevo dire questo, ma piuttosto cercavo di focalizzare l'attenzione sulle sue reazioni e, nel caso specifico, su quello che le suscitano le parole della sua ragazza (o di altri) ossia cercare di capire come mai quando le dice certe cose lei reagisce in un determinato modo come arrossire.

C'è qualcosa che teme?
Non si sente all'altezza di qualcosa?
Sono spunti di riflessione naturalmente.

Visto che la cosa le capita sia in ambito lavorativo che personale potrebbe prendere in considerazione una valutazione psicologica di persona per inquadrare e valutare meglio la situazione, a livello privato o anche presso strutture pubbliche.

Cordialmente