Depressione/pressione psicologica/amore/senso di colpa

Ho un amico fortemente provato e messo dalla vita davanti a prove durissime. Problemi economici, problemi di salute, problemi sentimentali, e a seguire anche la malattia e la morte della madre, unico genitore rimasto in vita. Adesso si ritrova orfano a quarant'anni solo con una sorella, con evidenti problemi economici. È depresso a mio parere, gli ho condigliato colloqui con uno psicologo ma non è d'accordo. Riuscire a risolvere i problemi economici secondo lui potrebbe sbloccare tante altre cose. Io sono in pensiero per lui ma mi sento pressata enormemente dal suo carattere forte e dalle sue pretese. Sono due anni che lo aiuto economicamente con la promessa che appena si sistemeranno le cose mi restituirá tutto. Inizio a non crederci.
Ho iniziato ad allentare gli aiuti economici e purtroppo anche il sostegno.
Credo sia importante sapere che viviamo in due città molto distanti, abbiamo 12anni di differenza, ci conosciamo da 13 anni.
Non riesco a gestire la sua depressione, mi sento oppressa e per difendermi inizio ad essere evasiva, distante, pessima amica e sopratutto inizia ad uscire fuori la mia cattiveria. Avevo puntato molto sulla sua persona, è intelligente, pensavo potesse finire presto questo brutto periodo per potermi gustare la sua persona. Temo di essere entrata a far parte di un ricatto perchè i dubbi che lui mi stia prendendo in giro sono molti, perchè capisco la sua situazione, ma non capisco perchè debba denigrare la mia persona.
Scrivo qui perchè cercando sostegno, anche con ricerche sul web, ho trovato questa community, vorrei tanto parlarne con qualcuno ma per rispetto e per proteggere la sua persona mi ritrovo ad essere succube di lui e tengo tutto dentro. Vorrei essere utile a lui ma stare bene con me stessa senza rimorsi sulle scelte che prendo.
Grazie per l'attenzione.
E se ci fosse bisogno di qualche informazione, chiedete e cercherò di essere più precisa.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<per proteggere la sua persona mi ritrovo ad essere succube di lui e tengo tutto dentro. Vorrei essere utile a lui ma stare bene con me stessa senza rimorsi sulle scelte che prendo.>

Gentile Utente,
da quanto dice sembrerebbe un po' disequilibrato questo rapporto di amicizia che non la fa stare bene con se stessa.
Cosa l'ha spinta a doversi spendere in questo modo per questo suo amico? Come mai si sente così responsabile del suo benessere?Che tipo di rapporto avete? Come, in che modo la denigrerebbe?

Credo che ora più che a pensare al suo amico, al quale ha elargito fin troppo favori e consigli, dovrebbe occuparsi di sé e comprendere come mai sia tale la sua dedizione a questa persona che comporta dispendio economico , di energie e a quanto sembrerebbe, ricadute sul suo benessere.
Nulla può fare in più per questa persona per convincerla a farsi aiutare.

Dunque sarebbe opportuno, a mio parere e prima di tutto, facesse chiarezza in sé, dato quanto ci esprime e la sensazione di essere diventata succube di questa persona.

Cordialità








Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
dopo
Attivo dal 2016 al 2024
Ex utente
Grazie per l'attenzione.
Credo sia qualcosa in più di un'amicizia.
Ci siamo conosciuti tanti anni fa per poi perderci e ritrovarci in questi ultimi tre anni, creando un rapporto molto familiare dovendo condividere con lui delle cose molto intime. Io uscivo da un lungo fidanzamento e la sua comparsa l'ho vista come una seconda possibilità credendo che "se è ricomparso ci sarà un motivo". Ero molto giù in quel periodo e ricevere nuove attenzioni da lui mi ha fatto credere che potevo innamorarmi di lui perchè era il momento giusto e facendogli superare i problemi avrei avuto la possibilità di conoscerlo meglio e approfondire il rapporto. ( preciso che sono una persona che soffre molto la solitudine, sento la necessità di avere un compagno perchè ho difficoltà ad avere amicizie sincere). Mi sento responsabile perchè lui si è mostrato sempre dipendente da me, per qualsiasi cosa si appoggia a me, e il creargli difficoltà mi fa male ma devo pensare anche a me mi dico. Quando non lo aiuto o non condivido o comprendo il suo punto di vista o pensiero o modo di ragionare e organizzare una certa cosa lui diventa verbalmente forte, rabbioso dicendomi che sono "cattiva malvagia che voglio fargli del male e che avrò sulla coscienza le loro vite perchè ho messo i bastoni fra le ruote". Ma a me sembra cosi indifeso perchè ha tanti, troppi problemi, e non avendo disponibilità e onomiche non può risolvere nulla. Li vedo soli senza aiuti dai parenti e mi sento "una di loro".
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
" Mi sembra tanto, troppo indifeso, perchè ha tanti troppi .. problemi e non può risolvere nulla" .. a causa dei suoi problemi economici..Carissima, ma scherziamo, mi sento costretta a dirle.
Concordando con la dottoressa Rinella , le consiglio di fermarsi a riflettere su , di sè,.. ma perchè mai deve svenarsi anche economicamente, sentirsi rimproverare e quasi ricattare..
" Lui si appoggia a me , mi sento responsabile"ci dice ..
Fa bene a fare un passo indietro, Lei non è responsabile di lui, di loro, che le hanno fatto, temo, scattare la .. sindrome della crocerossina,.. così tutto quello che fa , non basta mai..
Esistono le strutture pubbliche a cui rivolgersi, ci vada Lei per conto suo, per sentirsi appoggiata , aiutata a tornare ad una maggiore chiarezza ,
ci può andare lui vicino a casa sua per curarsi , farsi aiutare , programmare la sua vita,,
Comodo vivere sulle spalle della bontà degli altri, non crede?
La invito, caldamente, ad avere coraggio, altrimenti andrà di male
in peggio, cerchi di voler bene anche a se' stessa..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2024
Ex utente
Esatto, da quel poco che ho detto si è capito perfettamente.
Vede la sua vita come finita. Se facesse gesti inconsulti?
Ho provato a consigliare altre alternative e appoggiarsi alle strutture, io non posso rivolgermi per conto loro perchè stiamo molto distanti, e non ho materialmente il tempo di passare al telefono facendo ricerche.
Anche io ho pensato alle strutture ma prima di ottenere ciò che serve passa tempo e le pratiche da fare o costano o lui ha difficoltà a muoversi per fare lunghi spostamenti.
Vede la sua vita come finita. Se facesse gesti inconsulti?
Sto provando ad allontanarmi dagli aiuti, ma è giusto perdere anche lui come persona?
[#5]
dopo
Attivo dal 2016 al 2024
Ex utente
Grazie per l'attenzione.
Credo sia qualcosa in più di un'amicizia.
Ci siamo conosciuti tanti anni fa per poi perderci e ritrovarci in questi ultimi tre anni, creando un rapporto molto familiare dovendo condividere con lui delle cose molto intime. Io uscivo da un lungo fidanzamento e la sua comparsa l'ho vista come una seconda possibilità credendo che "se è ricomparso ci sarà un motivo". Ero molto giù in quel periodo e ricevere nuove attenzioni da lui mi ha fatto credere che potevo innamorarmi di lui perchè era il momento giusto e facendogli superare i problemi avrei avuto la possibilità di conoscerlo meglio e approfondire il rapporto. ( preciso che sono una persona che soffre molto la solitudine, sento la necessità di avere un compagno perchè ho difficoltà ad avere amicizie sincere). Mi sento responsabile perchè lui si è mostrato sempre dipendente da me, per qualsiasi cosa si appoggia a me, e il creargli difficoltà mi fa male ma devo pensare anche a me mi dico. Quando non lo aiuto o non condivido o comprendo il suo punto di vista o pensiero o modo di ragionare e organizzare una certa cosa lui diventa verbalmente forte, rabbioso dicendomi che sono "cattiva malvagia che voglio fargli del male e che avrò sulla coscienza le loro vite perchè ho messo i bastoni fra le ruote". Ma a me sembra cosi indifeso perchè ha tanti, troppi problemi, e non avendo disponibilità e onomiche non può risolvere nulla. Li vedo soli senza aiuti dai parenti e mi sento "una di loro".