Balbuzie

salve,
vorrei esporvi la mia situazione. è da tanto, forse troppo tempo, che mi perseguita la balbuzie, da quando mi capitò al liceo di dover leggere ad alta voce e inceppare clamorosamente è cambiato tutto, e in peggio. la paura di balbettare mi ha sempre accompagnato, h24, anche se dovevo andare in un bar, fare un servizio, chiedere un'informazione o fare una semplice telefonata. anche nei rapporti interpersonali e soprattutto negli approcci con le ragazze sono sempre stato timido, insicuro e impacciato, mi ha sempre accompagnato quest'aria a tratti depressogena e triste. ho sperimentato e sperimento tutt'ora una forte frustrazione, rabbia, spesso isolamento autoimposto, inoltre alla balbuzie si è accompagnata una forte fobia sociale, che si è manifestata in maniera significativa soprattutto nelle esperienze lavorative che ho fatto, anche fare le cose più semplici per me era uno sforzo e una paura costante di sbagliare, di essere giudicato, di fare una figuraccia, un blocco continuo. sono dovuto scappare dall'esercito perché non riuscivo neanche a stare sull'attenti o eseguire una cosa, anche la più banale, come una paralisi improvvisa e profondamente limitante. ho fatto il corso di operatore sociosanitario, e il tirocinio l'ho vissuto come un dramma, anche fare semplicemente un letto, chiedere le ordinazioni ai pazienti, come se avessi una cappa mentale da cui non riuscire a liberarmi. sono andato in consulto da uno psichiatra e un terapeuta, ho fatto un corso a pagamento per sconfiggere la balbuzie, ma i risultati li ritengo scarsi, ogni volta è sempre la stessa storia, la stessa paura, lo stesso blocco. mi è stato detto di respirare, di parlare lentamente scandendo le parole, ma quando mi sale l'ansia e la paura ritorno a inceppare, a essere goffo e timido. il vero problema è che sento di non essere così, vorrei vivere veramente la mia vita in pieno, gettare via questa stupida maschera ma è come se sento di non riuscire a farlo, per via di questi problemi da cui non so come liberarmi, sono disperato. grazie a chiunque mi risponda, saluti
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

posso chiedere da chi è stato per trattare la problematica, medico o psicologo psicoterapeuta?

Lei dice: " mi è stato detto di respirare, di parlare lentamente scandendo le parole, ma quando mi sale l'ansia e la paura ritorno a inceppare, a essere goffo e timido."

A questo livello c'è un po' di lavoro da fare proprio sull'ansia perchè le indicazioni mi sembrano corrette, pur con i limiti della distanza.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
innanzitutto grazie per la risposta,
sono seguito contemporaneamente da un medico psichiatra e da uno psicoterapeuta (entrambi amici di famiglia), il corso che ho frequentato relativamente alla balbuzie preferirei non specificarlo per motivi di riservatezza.
il punto è che quello che mi viene consigliato non riesco a metterlo in pratica, ad esempio respirare profondamente o parlare scandendo le parole, quando mi ritrovo in un forte stato di ansia è come se la mente si bloccasse, come se in quel momento non fossi presente nella situazione, e di conseguenza anche il linguaggio, l'atteggiamento e l'azione diventano conseguenza di quella condizione.
questo avviene soprattutto nell'ambiente di lavoro, nelle esperienze lavorative che ho avuto il blocco si è manifestato in maniera piuttosto evidente ed è stato per me profondamente autolimitante. sembro timido, impacciato, goffo, insicuro, ma questo per me è dovuto più alle mie paure e alle mie ansie, che ad una reale inclinazione caratteriale. anche riguardo al rapporto con l'altro sesso, provo una profonda sofferenza, vorrei conoscere e frequentare ragazze, ma ogni volta che potrebbe presentarsi l'occasione giusta il blocco e la paura di fare figuracce arriva, e preferisco non tentare l'approccio.
[#3]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

sono un po' perplessa, perchè non so quanto un medico possa essere l'amico di famiglia per mantenere l'obiettività della visita, ma certamente uno psicoterapeuta NON può seguire i propri amici o parenti. Questo è menzionato anche nel nostro Codice Deontologico!

Detto ciò, quali sono gli obiettivi posti?
[#4]
dopo
Attivo dal 2015 al 2017
Ex utente
il medico e lo psicoterapeuta sono amici di famiglia, lo so forse in teoria non è corretto, ma almeno seguono la mia situazione da un punto di vista privilegiato, conoscendo anche le mie vicissitudini familiari. detto ciò, gli obiettivi posti sono quelli di controllare l'ansia, cercare di respirare e parlare lentamente, questo dal punto di vista "scolastico" lo so fare e mi viene pure bene, il problema è che quando si presentano situazioni di ansia o paura torna il blocco, la paura di balbettare, di sbagliare a fare qualcosa, ecc, come per esempio approcciare una ragazza, entrare in un bar, fare una telefonata, parlare con estranei, ecc.
Ansia

Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.

Leggi tutto