Cerco una soluzione urgente, temo per la mia vita

Gentile Utente,

mi pare di capire che attualmente Lei non è anche in cura da uno psichiatra per la Sua problematica, dico bene?
Oltre al Suo analista, ha coinvolto altre figure professionali, quali ad es. il medico di base che può consigliare i servizi territoriali di zona?
Da qui è difficile dare una mano, è il caso di sentire il medico psichiatra.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

Salve Dott.ssa Angela, sono in cura da due anni da uno psicoterapeuta. Nell'ultima seduta mi ha detto che le mie optioni sarebbero la comunità, il ricovero o quello che stiamo facendo ora ma che non ci ha portati da nessuna parte. Non ho consultato nessun altro. I farmaci non li posso prendere perchè l'ultima volta ne ho abusato e sono finita all'ospedale. Ho bisogno di una soluzione immediata perché non ce la faccio più.

Cara Signorina
Se le Sue condizioni psichiche sono tali da consigliare il ricovero in una Comunità terapeutica io Le consiglio di accettare.
Una Comunita' e' l'loccasione migliore per una persona giovane come Lei di "ristrutturare" le relazioni con l'ambiente.
La parte piu' significativa del lavoro che viene svolto in comunita' e' proprio comunitario: rendersi conto che non si e' soli di fronte ai disagi, sentirsi "protetti" e rendersi conto che questi benefici si hanno se si sa condividere con gli altri la propria vita.
Le assicuro che e' una "rinascita" fondamentale.
Nel contesto della Comunita' viene effettuata una terapia molto integrata: farmacologica, psicoterapeutica, socializzante. Gruppi per il commento dei fatti riportati dai giornali, gruppi per commentare la vita della Comunita'.
Si condivide tutto e questo e' molto strutturante!
Ci creda!
I miei auguri

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

La soluzione immediata ad una condizione così complessa è impensabile.

La terapia combinata, farmacologica e psicologica, è l'unica soluzione, oltre il ricovero se proprio dovesse essere indispensabile.

Lo valuti con cura e se non ci sono altre soluzioni lo accetti come una vera opportunità

Non c'è nessuno che può occuparsi di supervisionare la sua terapia farmacologica, in modo che non abusi?

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

Grazie ad entrambe per avermi risposto. I problemi che mi impediscono di accettare l'optione comunità sono i soldi che non ho e soprattutto....cosa racconto a chi mi sta intorno? Al mio uomo, o alla mia "famiglia"? Non capirebbero...nessuno si rende conto di come sto. La mia migliore amiche quando le ho detto di essere borderline mi ha risposto che non è vero, che il mio analista ha esagerato e continua a sostenerlo; mio padre anche..dice che lo siamo tutti in fondo. Insomma, non capiscono. Il mio fidanzato, convivendo con me, si rende conto del mio malessere e del mio modo di vivere autodistruttivo, ma non capirebbe comunque una scelta simile. Comunque ce la faccio a malapena a pagarmi lo psicoterapeuta, figuriamoci le alternative! L'assunzione dei farmaci potrebbe controllarli il mio fidanzato, ma lavora tanto e sono spesso sola. Mi sembra di impazzire! Mi sento fuori posto

Si informi sulle strutture pubbliche, potrebbe trovare un ricovero a tempo, in convezione