Occorre uno psicologo?

Sono un bugiardo patologico, al pari che, da anni, ho in testa questa mia vita alternativa, nella quale ho perso una ragazza per leucemia e sono stato in cura per problemi dissociativi. Il fondo di verità, in questo mio mondo parallelo, è che all'età di 21 anni mi diagnosticarono (o per meglio dire, una psicologa di mia conoscenza mio accennò al fatto che potevo esser affetto da tale disturbo) una dissociazione. Col passare del tempo, ho amplificato questa farsa, al pari da studiarne i comportamenti ed adottarli come miei. Distinsi tre miei diversi aspetti caratteriali e li scissi, fino a farli divenire personalità distinte. In più cominciai a credermi autolesionista, immaginando tentativi di suiciio mai avvenuti ma, credendoli così tanto reali, da esibire cicatrici avvenute in altre situazioni e spacciandole come tali. La mia vita sentimentale è fatto di soli incontri occasionali e/o relazioni impossibili. Donne sposate o sull'orlo del matrimonio, appunto perchè, implicitamente, so che non potrenno mai esser realmente "mie". In più, tempo fa, in un periodo che nn mi fa certo onore in quanto assimilavo ogni tipo di droga o di spirito possibile, capitò che trovai tracce di sangue nel vomito, al punto che però identificai la cosa come una mia plausibile cirrosi dovuta all'alcol. Da allora ho anche questa immagine di questa mia presunta malattia mai superata del tutto. Non credo di aver mai passato vere e proprie crisi depressive, unicamente perchè ho sulle spalle la responsabilità di una madre malata e del cane (che per quanto risuoni ridicolo, mi sento in dovere da accudire in qualsiasi status mentale io sti apassando). Non sto realmente male, ho solo questo continuo status confusionario in testa. Mi hanno detto (da fonti non realmente competenti) che forse posso soffrire di un disturbo istrionico della personalità. Onde evitare di cominciar una nuova litania, ove mi spaccio come il malato più malato del mondo, come devo muovermi? Non voglio che qualcuno venga a conoscenza dei miei segreti o finire sotto il giudizio altrui (anche se devo ammettere che il mio egocentrico narcisismo un po' ne godrebbe), m voglio evitare di svegliarmi una mattina e non distinguere più la mia vita reale da quella che sto soltanto immaginando. In più, ho scoperto che c'è una psicologa al consultorio del mio paese che è davvero niente male. Pensavo quasi di avvicinarla fingendomi malato e, situazione permettendo, portarmela a letto.
Sono ipocondriaco? Sono solo un idiota? Un paranoide?
C'è qualcosa da curare o è uno stato comune e sopportabile?
Se sì, come devo muovermi?
Vi ringrazio anticipatamente.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Dal momento che lei si autodefinisce un bugiardo patologico, e lo fa come premessa a tutto il resto, quando lei parla di "fondo di verità", si tratta anche qui di una spudorata bugia, oppure dice sul serio?

E come dovremmo fare per esserne sicuri?

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Non ho alcuna sicurezza da porre alla mia situazione. Le bugie sono verso me stesso, non avrebbe senso scriverVi un mare di fandonie al fine di intrattenimento.
Lei mette sempre in discussione in tal maniera le situazioni dei suoi "pazienti"? Non doveva esserci una sorta di rapporto di fiducia tra psicologo e paziente? Guardo troppa televisione?
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Psicologo attivo dal 2008 al 2011
Psicologo
Gentile utente, l'unica cosa che sento di poterle consigliare è quella di iniziare una psicoterapia che l'aiuti a comprendere le motivazioni che l'hanno spinta ad assumere un comportamento simile. La intraprenda con serietà e cerchi di far venire fuori il maggior numero di verità possibile, almeno per quanto le sia possibile riconoscerle come tali.
[#4]
dopo
Utente
Utente
Chiedo venia per la mia ignoranza ma per psicoterapia cosa intende di preciso? Una terapia da uno spichiatra? Psicologo? Non ho la più pallida idea di come muovermi in un ambiente simile. Le conoscenze che ho sono di natura autodidatta o ricavate da conversazioni fugaci con dottori passanti. Lavorando in maniera introspettiva, credo di saper risalire all'evento che ha scaturito questi miei "disturbi"; non sono economicamente indipendente al punto da potermi permettere una costosa terapia con un tizio falsamente interessato alle mie varie fisime. Esiste un metodo alternativo per andare in correzione a tutto questo?
Mi spiego meglio: se davvero dovessi ricorrere ad una terapia, voglio che sia per un problema tangibile e non per delle idee fondate sulla mia mentalità ipocondriaca. Quel che volevo sapere sin dall'inizio è:
ho davvero un disturbo? Quale?

Ringrazio anticipatamente il Vostro alto grado di sopportazione nei miei riguardi, confidando in una vostra repentina quanto sincera risposta.
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Dr. Luca Mazzucchelli Psicologo, Psicoterapeuta 39
Il mio parere è che l'aiuto dello psicologo possa esserle d'aiuto se lei percepisce a un qualche livello un malessere che da solo, sebbene sia in grado di identificarne perfettamente origine e motivazioni, non è in grado di alleviare.
Spesso in questo campo le nozioni autodidatte, per non parlare delle conversazioni fugaci con esperti o presunti tali o anche delle diagnosi affrettate, come ad esempio quelle on line, non fanno altro che aggravare la situazione. Non è un caso che noi stessi come terapeuti dobbiamo solitamente sottoporci a un percorso di analisi personale presso altri psicoterapeuti.

Importante distinzione:
lo psichiatra è un medico e fornisce farmaci, lo psicologo/psicoterapeuta si basa sull'uso del solo strumento della parola.

Il mio consiglio è quello di cominciare una terapia anche nel pubblico, dove sono spesso presenti professionisti più che affidabili, spesso interessati sinceramente al lavoro che hanno scelto a mo' di vocazione.

Cordiali saluti

Dr. Luca  Mazzucchelli
www.psicologo-milano.it

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