eleborazione del lutto a 95 anni

Buongiorno,
sto scrivendo per avere dei consigli su come comportarsi con mia nonna che ha 95 anni ed è ancora piuttosto in salute, a parte qualche piccolo acciacco al cuore gestito con l'assunzione regolare del Cumadin.
La nonna ha sempre vissuto con mio padre (suo figlio) e mia madre, essendo rimasta vedova giovanissima a 28 anni mio padre si è sempre preso cura di lei. Mia nonna dopo la morte di suo marito (avvenuta in modo molto traumatico in quanto suicida) non ha avuto mai più nessun altro compagno ed anzi il dolore per la morte del marito è sempre molto vivo. Mio padre quindi è sempre stato l'unico riferimento maschile nella vita di mia nonna fin da bambino.
Da un mese purtroppo è morto mio padre che aveva 71 anni dopo undici mesi di malattia per glioblastoma. A mia nonna non abbiamo mai spiegato nel dettaglio la malattia del babbo, anche perché era lui stesso a non volerne parlare nemmeno con noi figlie pur sapendo molto bene che tipo di cancro fosse.
Ora ad un mese dalla scomparsa di mio padre mia nonna non smette mai di piangere, non trova nessuna consolazione, spesso fa confusione non capendo se è morto suo marito o suo figlio, ci chiede in continuazione se è morto davvero, credendo che sia fuori casa per un viaggio di lavoro.
Negli ultimi giorni mia zia (sua figlia) ha iniziato ad assecondarla non dicendole più che mio padre è morto ma evitando solo di rispondere. In questo modo si è convinta che tornerà tra due giorni e sta aspettando di rivederlo. In alcuni momenti però questa versione non la convince e dice di avere un malessere che non si spiega, in altri invece è lucidissima e sa bene che il figlio è morto riprovando un dolore così forte e facendole riviverle anche la perdita del marito di 67 anni fa.

Come dobbiamo comportarci? E' giusto continuare a negarle la morte del figlio? anche perché tutte le volte che torna lucida e si ricorda della morte è come se la rivivesse dal primo giorno.

In attesa una vostra risposta,
Grazie per la vostra attenzione.
Barbara
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile nipote,

a 95 anni è normale che un grande dolore destabilizzi la lucidità (ma anche in età precedenti della vita...), come anche il cambiamento di situazione (ad es. l'ospedalizzazione).

La mente della Sua nonna si regola da sè: talvolta accetta, in altri momenti rifiuta e dimentica.

Non forzatela, assecondatela.

Ma occorre esserle vicini con affetto, con le cose che sapete piacerle, ... con una canzone, ... un racconto, ... una vicenda accaduta quel giorno e che la trattenga nel presente.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Condoglianze per la perdita di suo papà...

"fa confusione non capendo se è morto suo marito o suo figlio, ci chiede in continuazione se è morto davvero, credendo che sia fuori casa per un viaggio di lavoro."

È possibile che la nonna abbia effettuato una sorta di inversione di ruoli, abbia - dopo il suicidio del marito - visto suo padre come un partner sostitutivo, un compagno di vita, un supporto affettivo e psicologico.

L'età, la storia di vita di sua nonna ed i meccanismi di difesa della psiche - che in questo caso si tratta di "negazione" dell'accaduto - fanno il resto.

Datele tempo, con dolcezza ed amore..e, se necessitasse, anche un aiuto farmacologico da valutare con il medico di famiglia o con il geriatra che la segue.

Lei invece come sta dopo la perdita di suo papà?
Si è ripresa, almeno un po'?

Un augurio di cuore a tutti voi, ci dia notizie in seguito, se le fa piacere.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
La perdita di una persona importante e' un lutto atroce. Ed occorre molto tempo per elaborarlo.
Occorrerebbe per tutti ma soprattutto per una mamma di 95 anni che ha perso il marito suicida ed ha riversato tutto il suo amore e il suo interesse sul figlio.
Purtroppo non sara' facile per Lei fronteggiare questo terribile lutto.
E' normale che si rifugi nella fantasia che non sia morto. Anzi, e' quasi positivo.
Un passaggio che potra' essere effettuato con molta dolcezza e delicatezza e' farle sentire che seppure morto per voi, per Lei e' vivo e le sta accanto sempre. Piu' di prima.
Parlate con il medico curante se ritiene sia possibile somministrare qualche farmaco in grado di lenire i momenti piu' crudeli.
Ci faccia sapere!
E coraggio a entrambe!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132