fumare marijuana?

Salve a tutti,
Volevo raccontarvi la mia esperienza con la marijuana.Ho 20 anni quindi la mia prima volta è ora mai fatto prima. Io sono sempre stato un ragazzo che inizialmente studiava anche gli effetti delle varie sostanze e sono sempre stato contrario a queste cose ma avevo sempre una certa curiosità. Dato che anche gli scienziati dibattono s queste teorie anche la scienza sappiamo può sbagliare e perciò mi sono fidato meno di ciò che leggevo come facevo prima e inconsciamente so che volevo sempre provare ma come sappiamo in psicologia il nostro super io ci detta delle regole. Da quando poi ho letto che molti artisti avevo maggiori idee con determinate sostanze la curiosità mi era aumentata. Io sono già un ragazzo che non ha mai avuto bisogno di niente per viaggiare come si dice perché sono molto fantasioso. La prima volta ho fatto massimo 4 tiri mentre ero ubriaco perché occasionalmente bevo, penso che non ci sia niente di male con l'alcol se lo si fa occasionalmente, quest'anno 4 volte per ora mi sono ubriacato, conosco ovviamente i danni al fegato ma non bevo mai solo queste 4 volte ho esagerato e pochissime altre ho bevuto qualche birra anche se a me basta poco. Questo amico mi ha offerto questa canna e disinibito con l'alcool stavolta non ho resistito e tornando a casa mi ricordo che mi sono addormentato quasi vestito e prima sentivo molta più euforia. Poi ricordo di aver fumato anche un po una sigaretta ma non tutta sempre con questo mio amico, forse ero proprio disinibito e ho fatto cose che da lucido non avrei mai fatto. Il giorno dopo ero tutto rilassato mentre ero ad una mostra del Caravaggio e poi a teatro. Ne ho parlato con mio padre dicendo che essendo ubriaco avevo fumato un po ma lui mi ha detto che per una volta non succede nulla. Ieri sera l'ho voluta riprovare senza alcol per sentire bene cosa si prova e il mio amico ha acceso la prima canna ho fatto in totale credo 9 tiri perché non essendo pratico ho aspirato molto ad un tiro e mi bruciavano un po i polmoni e la gola, ma credo sia normale però in quel momento mi sono preoccupato, ho avuto ansia e ho letto che alle prime volte se si è agitato può aumentare l'ansia credete sia anche per questo? Poi la seconda canna stavolta l'ho fumata come si doveva e ne avrò fatti altri 9 penso, tiravo e dopo aspiravo no tutto insieme e niente ho sentito una piccola euforia, giramento di testa, sospensione nel vuoto, qualche piccola allucinazione uditiva e visiva mi sembrava ci fosse qualcun'altro per un attimo. La mattina ero molto rilassato ma ora mi ritornano dei sensi di colpa, non voglio prendere questa strada, mi viene da piangere, sono molto triste e non mi sentivo così triste da molto tempo, mi vengono in mente le cose che ho nel mio inconscio come che ad esempio mi manca un affetto materno, vorrei avere una ragazza bella ed emotiva che ti sappia comprendere ma non ne ho mai avuta una e non ci so fare con le donne, ora un po ci ho provato con una, e le altre che mi piacevano erano sempre fidanzate o alla fine mi ci facevano un po credere ma niente perciò sono triste perché questa cosa la vedo lontana, mi piacerebbe poi stare in America e vedere nuovi luoghi, stare con altre persone a divertirmi e invece ora avverto più un profondo senso di solitudine e ripeto sensi di colpa con voglia di piangere. Vorrei sapere se per una volta che ho rpovato avrò molti danni al cervello? Io non credo, alla fine non ho resistito se non si prova non si sa mai. Poi ieri per di più ho provato a masturbarmi sotto questo effetto e avvertivo maggiormente l'orgasmo tra l'altro io vengo più volte, cioè non ho il periodo refrattario perciò posso venire più volte e in quel momento avevo molta dopamina mi sono veramente sentito bene finito l'atto e mi sono addormentato. Comunque credo che i danni al cervello non li ho perché ho fatto delle prove e mi ricordo ancora molte cose del passato, ora ho un po di difficoltà a concentrarmi ma ho notato che rispetto al mio amico ho più riflessi e ricordo varie cose, io purtroppo non so più che pensare, se non fai queste cose dicono che non ti diverti e se le fai ti dicono che sei un drogato, sono a pezzi penso che il mondo sarebbe un posto migliore se ci fosse più affetto tra di noi e meno pregiudizi. Io sinceramente però adoro e mi sono trovato troppo bene con l'alcool perché il giorno dopo ero solo un po frastornato, ma una volta passato ero di nuovo felice come lo ero normalmente. sono molto triste perché non voglio deludere mio padre e i miei vecchi ideali del non dover fumare però è anche vero che nella vita si cambia modo di pensare purtroppo viviamo in un mondo fatto dei nostri pensieri perché siamo umani con un cervello pensante e spesso questo potrebbe essere uno svantaggio, pensiamo troppo e ognuno ha le sue teorie, aiutatemi sono molto triste.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Salve a lei, leggendo le sue parole sembra vivere un conflitto tra una parte di sé legata ai suoi ideali e un'altra parte che sente curiosità verso il fumo.

Inoltre, ci parla di un suo vissuto emotivo legato a un senso di tristezza e di profonda solitudine per la mancanza di un affetto materno e per l'attuale assenza di una relazione sentimentale. Emerge anche un senso di sfiducia nelle sue possibilità, non so se posso dire come se non si sentisse sempre all'altezza, come se forse temesse di essere giudicato e si sentisse bloccato?
Sono aspetti molto delicati, che devono essere approfonditi in una sede idonea, immagino quanto possa essere dolorosa per lei questa esperienza esistenziale. Nella sua descrizione, almeno per come l'ho vissuta, ha trasmesso un carico emotivo intenso in proposito.

Se ha voglia di parlarne, nella sua esperienza pensa ci sia una correlazione tra questo suo stato d'animo che ci ha accennato, e il suo desiderio di fumare?

Inoltre, quando afferma di avere "fatto cose che da lucido non avrei mai fatto", cosa intende più precisamente?

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Utente
Utente
Complimenti Dr Enrico De Sanctis la prima sofferenza viene tra il conflitto dei miei ideali nel non fare queste cose, e da un'altra idea che consiste nel provare almeno una volta queste cose. Mi fa piacere che lei sia una persona emotiva e che ha compreso lo stato di disagio, sinceramente credo però che avrei provato anche se stato meglio, mi spiego a me la solitudine non da per nulla fastidio sono sempre stato più introverso è solo che dopo aver fatto questa prova mi dava come fastidio e mi ha fatto riflettere sulla situazione sentimentale inesistente perché da poco mi ero innamorato altrimenti non mi interessa. Poi l'ultimo problema che mi sono fatto a causa del leggere varie informazioni sta nella preoccupazione che ora il mio cervello ed il mio modo di ragionare saranno diversi e ho perso qualche punto in intelligenza razionale e memoria però noto che la memoria a lungo termine è ancora buona e questa mattina mi sento meglio di ieri dove ero ancora un po sotto effetto. Quando ho scritto cose che da lucido non avrei fatto intendevo proprio che da lucido mantenevo i miei ideali del non fumare ma disinibito ho lasciato agire la mia parte inconscia nella curiosità di queste droghe.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Le sue parole sono importanti, aprono complesse riflessioni e ulteriori domande.

Lei dice che la sua curiosità nell'uso del fumo è indipendente dal suo stato d'animo, poiché avrebbe ugualmente provato anche se stava meglio.

Proviamo allora per un momento a mettere da parte il discorso fumo e soffermiamoci su un aspetto che sento ricorrente e rilevante nel suo racconto: l'aspetto inibitorio.

Questo mi ha fatto pensare che a volte capita di non riuscire a dare ascolto alla nostra curiosità e ai nostri desideri, come se non ci consentissimo di esprimerci e di essere noi stessi. Siamo appunto inibiti.
Mi sono chiesto se lei non stia cercando proprio di essere più libero, forse potrei dire più autentico e istintuale, interpretando la parola "inconscio", che emblematicamente usa. Questo momento potrebbe essere significativo, poiché potrebbe implicare una sua ricerca interiore ambiziosa, concernente la possibilità di fronteggiare il conflitto tra i suoi desideri e certi ideali che potrebbero costituire un veto.

Questo potrebbe essere collegato a un senso di solitudine, poiché in alcuni casi può capitare di non poter fare affidamento su di sè, spendere e investire nel mondo la propria forza, affermando se stessi, alla ricerca di quegli affetti e di quegli spazi che meritiamo e possiamo trovare.

Mi preme lasciarle questa riflessione in via generale, affinché lei possa confrontarcisi e intuire se possa avere un suo senso.

Ritornando invece al suo dubbio circa i danni del fumo, come lei ha potuto constatare e comunicarci, esistono davvero molteplici punti di vista in proposito.
In modo onesto potrà cercare autonomamente di farsi una sua idea a riguardo. Mi sento di dire che contano diverse variabili, tra cui la quantità e la frequenza nonché, sempre, il senso del suo uso.

Un caro saluto,
Enrico de Sancis
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dopo
Utente
Utente
è vero vorrei essere più libero ultimamente e superare tutte quelle restrizioni del super-io. Non credo che per una o due volte che faccio qualche tiro di marijuana succeda niente, è che mi piace provare quei piccoli momenti di piacere, come tante cose della vita anche il cibo anche il sesso alla fine anche se più intenso è breve purtroppo noto che la vita è sofferenza e dato che mi ero avvicinato alla filosofia di Schopenauer e Nietzsche che affermano varie tematiche ma il riassunto se si può fare è di non attaccarsi a niente perché siamo tutti costretti a morire e dato che io ho una visione atea perché non credo alle religioni che hanno vari errori umani e ne tanto meno ad un Dio che ha una coscienza altrimenti tutto questo dolore non ci sarebbe ho paura della morte ma almeno non mi dispiace più se magari non avrò un lavoro degno di nota o una ragazza alla fine prima o poi saremo il nulla, so che è una cosa molto triste ma è la realtà. Naella scorsa settimana questo mio amico mi ha offerto qualche tiro di sigaretta che dopo il caffè non so per quale processo chimico mi ha rilassato ancora di più ma non ho fumato una intera conservo ancora il mio limite di non cadere troppo in queste tentazioni.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Le sue parole mi comunicano un suo senso di solitudine e tristezza. Forse con il fumo tenta di trovare un po' di piacere o di evadere da una realtà di deprivazione e mortificazione.

La realtà può essere dura, ma è possibile trovare autenticità e anche un po' di piacere. E questo può accadere, anzi deve accadere, al di là del fumo.

Quanto al timore dei danni del fumo penso che sia un vissuto complesso. Potremmo ipotizzare, da una parte, che faccia fatica ad autorizzarsi a mediare le richieste restrittive di quello che lei chiama "Super-io" - quindi questo suo timore dei danni è a servizio del veto.
Dall'altra parte potremmo dire che sa che non è il fumo la strada, anzi potrebbe essere controproducente, perché sa dentro di sé che deve trovare la sua dimensione espressiva, indispensabile per non vivere in uno stato nichilistico, con le sue forze.

Quello che posso consigliarle in questa sede, non potendo mio malgrado approfondire oltre il suo prezioso racconto, poiché siamo online, è di valutare la possibilità di parlare con uno psicoterapeuta.
È un un percorso che potrebbe essere fondamentale per cercare una nuova strada da percorrere, dove trovare una possibile realizzazione di sé e un po' d'amore.

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis
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dopo
Utente
Utente
Io la ringrazio anche se l'unica cosa in cui non mi ritrovo è il senso di solitudine perché comunque da poco sono entrato in una comitiva con cui usciamo il fine settimana e qualche volta un giorno in settimana, il fumo era più per una prova e si delle volte per evadere dalla noia ed entrare in un altro universo del resto ho capito ora.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
È giusto che lei possa sentire dentro di sé il suo stato d'animo, ascoltandosi. Entrare in una comitiva è un'esperienza buona, condivido questo pensiero con lei, anche se poi è anche vero che esiste una solitudine interiore, che ci portiamo dentro indipendentemente dalle persone che frequentiamo o dal luogo in cui ci troviamo.

Le riflessioni che abbiamo scambiato in questa sede sono state importanti. Per questo motivo le consigliavo la possibilità di proseguirle in una sede in cui potesse avere la garanzia di un percorso. Online questo non lo possiamo fare, mio malgrado.
Il mio consiglio nasceva dall'idea che lei meriti uno spazio idoneo dove avere l'occasione di parlare dei suoi vissuti, dei suoi pensieri, esattamente come abbiamo fatto qui, per quanto nei limiti di questo spazio. Dal vivo avrebbe, invece, una continuità e una costanza che sono fondamentali.

I pensieri che ho sentito attraverso le sue parole, pensieri pregni di emozioni, hanno un valore e sarebbe un peccato interrompere questo scambio e i suoi potenziali sviluppi.

Se da una parte abbiamo visto presenti in lei degli aspetti inibitori, è pur vero che da un'altra parte io ho sentito una viva motivazione a parlare. Questo è davvero un aspetto importante, ci tengo particolarmente a dirglielo. Non lo sottovaluti. Sarebbe molto utile a mio parere poter coltivare questo suo interesse, nonostante forse possa essere difficile.
Posso chiederle, se se la sente di parlarne, cosa ne pensa lei personalmente dell'opportunità di rivolgersi a uno psicoterapeuta, come la sente in questo momento della sua vita? La vede come una cosa impensabile oppure potrebbe essere anche possibile? O magari ha per caso già avuto modo di rivolgersi a uno psicoterapeuta?

Un caro saluto,
Enrico de Sanctis