è stato presente in ogni momento

Salve, sono una ragazza di 27 anni.
8 mesi fa un ragazzo di 23 mi ha cercata dopo avermi vista di sfuggita, mi ha contattata ed ha insistito tanto perché iniziassimo una relazione. Io mi sono innamorata di lui quasi subito, è un ragazzo speciale con una vita davvero dura alle spalle.
Mi ha fatta sentire unica, amata. Diceva di sentirsi capito, che ero diversa da ciò che aveva avuto prima.
È stato presente in ogni momento, mi ha aperto subito la sua vita raccontandomi della sua depressione, da cosa era dovuta, il suo passato, anche la parte più brutta.
È seguito da una psicoterapeuta da un anno ma rifiuta i medicinali.
Da due giorni ci siamo lasciati. O meglio, mi ha lasciata dicendo che il suo stato mentale non lo fa piu vivere, che negli ultimi due mesi è stato vicino al suicidio 4 volte e che fingeva di non stare cosi male solo per me, per non farmi stare male, che non prova nulla per nessuno, che vuole lasciare l università, che vuole andarsene da qui, che non si sente amato, che si sente sempre più solo.
Io in tutto questo ho sempre cercato di supportarlo, di stargli vicino, di amarlo, di non pressarlo, non giudicarlo, ma ogni volta in cui ho provato a sollevare un qualsiasi problema di coppia (fosse anche il bisogno di una carezza in piu) mi ha assalito dicendo che non lo capivo e che ero egoista, che è poi il motivo della rottura.
Adesso cosa devo fare? semplicemente lasciarlo andare? Possibile che tanto amore devba essere buttato cosi? Devo fargli sentire che comunque ci sono?
Abbiamo tanti progetti insieme, stavamo costruendo un futuro.
Sto veramente da schifo.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
sembrerebbe che il disagio di questo ragazzo fossa già consolidato prima di incontrarti e che le modalità relazionali che hanno caratterizzato il vostro rapporto esprimano una certa propensione all'idealizzazione dell'altro. Purtroppo prima o poi è necessario confrontarsi con la realtà e affrontarla, tu puoi decidere di restargli vicino ma come vedi non è semplice vivere una relazione affettiva con una persona che sta vivendo un disagio così profondo.
La scelta è tua se accettare o meno questa sfida sempre cercando di verificare se ci sono le condizioni per affrontarla.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È doloroso stare con una persona che non sta bene, diventa difficile distinguere i problemi individuali da quelli congiunti.

Leggere qui potrebbe aiutarla a trovare degli spunti di riflessione:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/3520-equilibrio-psichico-ed-equilibrio-in-amore-vanno-di-pari-passo.html

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#3]
dopo
Utente
Utente
Intanto vi ringrazio per la risposta, so che non dipende da me, so anche di non poter essere la soluzione, ma non so davvero come comportarmi.
In 8 mesi ho letto mille articoli sulla depressione e come stare vicino a persone che ne sono affette. Ho cercato di dire sempre la cosa giusta, di non giudicare mai.
Ora peró se non lo cerco ho paura pensi che non mi importa, se lo cerco invece ho paura pensi che non capisco il suo disagio.
Ho addirittura paura che non vedendomi o sentendomi possa dimenticarsi di me.
Io so solo che ci siamo promessi che avremo superato tutto insieme mentre ora crede che buttare tutto via sia la soluzione.
Io lo amo davvero. Vorrei davvero solo non abbandonarlo.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
La cosa che forse ancora non ha capito è che non si può essere fidanzati e terapeuti allo stesso tempo.

Detto così può sembrare brutale, ma non lo è. Perché se il ragazzo è affetto da una patologia, ha bisogno di una cura, cioè di una terapia. Non di amore e affetto. Sono cose diverse e richiedono ambiti e contesti diversi.

Così come allo psicologo è proibito lavorare con parenti, amici e conoscenti stretti, allo stesso modo è inopportuno che coniugi, partner, fidanzati e amici cerchino di fare gli psicologi.

È chiaro che lei <non> vorrebbe essere il suo psicologo, ma la sua fidanzata. Solo che continuare ad accanirsi in questo modo non è produttivo.

Ora le è più chiaro?

[#5]
dopo
Utente
Utente
Quindi dovrei semplicemente farmi da parte?
Io non voglio curarlo, assolutamente.
Ma nemmeno buttare all'aria una storia che funzionava perché questa depressione è precedente allo stare con me.
Cioè dovrei assecondare la sua decisione ea basta?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
"La sua decisione" le sembra una cosa da poco?

Per stare insieme bisogna volerlo in due. Solo che entrambi in questo momento non siete in grado di capire se lui non vuole più stare con lei perché non la ama più, oppure a causa della malattia.

Quindi la cosa migliore sarebbe attendere che lui abbia finito di curarsi. Dopo, potrete sapere come stanno le cose. Soprattutto lui. Altrimenti adesso rischiereste di fare confusione. Soprattutto lei.

Ora le è più chiaro cosa intendo?

[#7]
dopo
Utente
Utente
Il problema è che pur andando da un anno da una psicoterapeuta sembra non ci siano miglioramenti. O meglio, prima di metterci insieme io gli chiesi di parlare della cosa con lei, per capire se fosse la cosa più giusta per lui, per noi.
Lei disse che questo sentimento per me poteva essergli di giovamento e addirittura dopo un mesetto disse che volendo potevano allentare le sedute perché lo vedeva parecchio meglio e felice.
È tornato nel baratro per due eventi specifici, gli stessi in sintesi che lo avevano buttato giù la prima volta. Motivi familiari mischiati al lavoro e situazioni poco piacevoli.
La psicoterapeuta ha proposto una cura farmacologica che non accetta, successivamente un paio di settimane fa gli ha proposto la soluzione "liberati di tutto e tutti" e lui è palese che sta facendo questo perché mi ha detto che non vuole vedere nessuno, non vuole continuare l università e vuole partire.
Io sono assolutamente d'accordo sul fatto che bisogna essere in due per stare insieme, ma come è possibile non amare più in un giorno? Perché fino al giorno prima di lasciarmi era lui a dirmi che era contento di passare finalmente del tempo con me in tranquillità o a scrivere ti amo nel cuore della notte. Senza nessun obbligo da parte mia di farlo.
Per questo non riesco a dire semplicemente ok, chissenefrega e non cercarlo più.
[#8]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
E allora, se non riesce a farsene una ragione dopo che è già passato un anno, potrebbe doverlo fare fra due. O fra tre o fra cinque. O fra tutta una vita. Potrebbe dipendere solo da quanto è disposta ad aspettare.

Il punto è che lei si ostina a voler capire quando ormai non c'è più nulla da capire. È la sua volontà contro quella di un'altra persona che ha scelto, per un motivo o per un altro, un'altra strada.

È questo che vuole, restare innamorata di qualcuno che non la vuole più? E si chieda anche se davvero vorrebbe - ammesso che fosse possibile, ma i fatti stanno mostrando che così non è - stare con una persona così. Facendogli da premurosa crocerossina tutta la vita.

Sono queste le cose di cui è disposta ad accontentarsi?

Non si tratta di dire "chissenefrega", ma di rendersi conto che nella vita nemmeno le storie d'amore, a volte, vanno come ci garberebbe. E non possiamo fare granché per cambiarlo.

[#9]
dopo
Utente
Utente
Ho sempre pensato che amare sia anche stare vicino ad un altro nei suoi momenti peggiori, senza voltare le spalle solo perché non ci aggradano più determinate cose.
Nei miei confronti non ha mai avuto mancanze, non sulle cose importanti e questo fino all'ultimo giorno. Quindi non era una relazione con me che accudivo lui e indietro non avevo nulla, ci siamo sempre presi cura l'uno dell'altro a vicenda.
Magari ho un concetto sbagliato io dell'amore, non lo metto in dubbio, ma tra accettare una situazione che non puoi cambiare e non preoccuparsene più c'è grande differenza.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
Gent.le Ragazza,
in psicoterapia per avviare un processo di cambiamento è necessario assumersi la responsabilità di mettersi in gioco fino in fondo, anche se questo il più delle volte spaventa.
I farmaci possono essere un'integrazione ma non devono essere proposti dallo psicoterapeuta che al massimo può inviare allo psichiatra per una visita.
Sembrerebbe che lo stesso rapporto affettivo sia stato "strumentalizzato" come una sorta di "farmaco" e questo crea dei presupposti rischiosi e fuorvianti rispetto alla possibilità di costruire una relazione di coppia sana e funzionale.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> Ho sempre pensato che amare sia anche stare vicino ad un altro nei suoi momenti peggiori, senza voltare le spalle solo perché non ci aggradano più determinate cose
>>>

Bene, ma allora potrebbe aver bisogno anche di rendersi conto che non tutti la pensano così. Per alcuni è più facile troncare e punto.

>>> ma tra accettare una situazione che non puoi cambiare e non preoccuparsene più c'è grande differenza
>>>

La grande differenza sta solamente nella risposta a una domanda: quanto ne vale la pena?