Indifferenza alla morte

Buongiorno,
Cercherò di essere breve.
Sono una ragazza di 27 anni nn particolarmente incline a manifestare sentimenti e da sempre sono considerata una persona emotivamente fredda e sinceramente mi va bene così..
Ma vi scrivo perché mi è successo una cosa strana a cui nn riesco dare spiegazioni..
Domenica è morto un mio zio molto stretto e a parte un leggero smarrimento iniziale, nn ho provato nulla. Ma nulla. Nn sento niente. Non ho pianto e nn sono neanche triste per la sua morte.
Sono davvero preocupatissima per il vuoto che lascia nelle vite degli altri ma nn nella mia... io penso che la morte sia un processo naturale cge accade e che noi nn possiamo farci nulla ed è per questo che nn sono sconvolta. .cioè so che é normale per cui doveva accadere.
Oggi al funerale vedevo la Moglie e i figli chiaramente distrutti. .. io provavo dolore per loro ma nn per me... ripeto.. non sento niente.
Mi capita spesso di rimanere indifferente dinanzi alla morte e nn capisco come mai...
Che domande mi devo fare?
Come è possibile?
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Dr.ssa Alessia Ghisi Migliari Psicologo 127 7 13
Gentile utente,
Lei è molto precisa e pragmatica nel descriverSi.
Ho scorso la Sua storia clinica e, se mi permette, ci sono alcune cose che paiono emergere...
Lei dice di "andarsi bene così", ma spesso nei suoi post traspare un'aspra critica verso di sé ("non sono come gli altri").
Queste Sue reazioni, che Lei percepisce diverse da quello che "dovrebbero essere", se nota, emergono proprio nei momenti in cui è più naturale lasciarsi andare ed aprirsi. È come se quando ci si avvicinasse ad eventi toccanti, che proprio sfiorano quel che è oltre, ci fosse un irrigidimento.
La morte di un parente caro.
Il senso di colpa per un attimo di gioia.
E altri episodi ancora...
Mi permetta, ma sotto questa dichiarata freddezza c'è molto di... Emozionante (non Le piacerá questa mia idea, lo so).

Poi aveva accennato alla Sua educazione: c'è quindi molto, se posso, da affrontare...
Prendendo spunto da tutto quello che ha scritto (non solo il caso dello zio), questo "conflitto" del sentirsi viva, quindi fragile e non controllata, riappare.
Per il caso specifico dello zio, ci sono morti che portano a un pianto tardivo. Ognuno vive ciò a modo suo, e coi suoi tempi... Nel suo caso è in linea col modo con cui si interfaccia col mondo, ma non implica certo mancanza di sentimento.

Sará dunque d'accordo, come anche da suggerimento delle colleghe, che cercare un modo fattibile di iniziare un percorso con un professionista sia un'azione importante e necessaria.
Per imparare piano piano che si ha tutto il diritto di essere più "sciolta e libera dentro" (coi rischi che comporta), e potersi godere quindi tutte le cose belle che ci possono capitare.
Ne ha, appunto, tutto il diritto...
Tanti auguri...

dr.ssa Alessia Ghisi Migliari