La mia presenza , fondamentale nella crescita della mia bambina

Gentili Dottori,leggo spesso i vostri consulti,e ritengo che siano sempre di aiuto e conforto per chi vive delle situazioni difficili.
Sono qui a scrivere per chiedere un parere medico sulla mia situazione, o meglio sulle sensazioni che vivo da un pò di tempo.
Ho 34 anni, sono sposata da 8 con due bambine stupende di 7 e quasi 3.
Purtroppo non lavoro, anche se è una delle mie aspirazioni. Sono laureata, anche se può non significare nulla, ma so i sacrifici fatti per raggiungere certi risultati, ed ho una certa tristezza nell’essere una casalinga a tempo pieno. Anche se ci sono tante donne soddisfatte in questo. Ho lavorato fino alla prima gravidanza, poi dopo la nascita della mia prima figlia ho abbandonato il lavoro, perché gli orari di lavoro avrebbero sacrificato la mia presenza , fondamentale nella crescita della mia bambina. Quindi decisi di abbandonare il mio lavoro.
Già dalla mia prima gravidanza , nel post parto si è modificato in me il modo di affrontare la vita, la quotidianeità. Sono diventata ansiosa, apprensiva, ho sempre un nodo alla gola, mi sento angosciata per qualsiasi sciocchezza. Anche una banale febbre delle mie figlie viene vissuta con angoscia.Se non mi sento bene , penso a chi sa che cosa mi sta succedendo.
Ho sbalzi di umore. E mi rattristo per nulla. Mi passano per la mente pensieri sulle morte , sulle malattie. Non vivo con un atteggiamento sereno la mia vita.
Non riesco ad appassionarmi a nulla.
E questo atteggiamento di insoddisfazione si manifesta nella mia famiglia (con mio marito e le mie figlie). Quando poi mi relaziono con il mondo esterno, mia mamma , mio padre. Quando ho un colloquio di lavoro, vado a fare la spesa ecc. sembro tranquilla, sono sorridente.
Quando sono nelle mie quattro mura di casa, sto male e viene il peggio di me. Perchè non ero così.
Ho un senso di paura. Sento di non poter affrontare nulla.
Poi si è aggiunta la malattia di mia mamma (tumore) e che questo ha incrementato il senso di angoscia che ho dentro, ma con lei non traspare assolutamente!
Mio marito mi accusa che questo atteggiamento lo mostro solo tra di noi. Anche se poi mi sento meglio la sera quando la giornata sta per finire.
Non so decifrare tutte queste strane sensazioni che mi assalgono, e che forse ho spiegato con confusione ma le ho scritto così come mi venivano. Ho bisogno di un sostegno medico, psicologico? Ho posso riuscire da sola a superare tutto questo terremoto che sento dentro. Aiutatemi a capirmi. Grazie per la vostra attenzione.

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Psicologo attivo dal 2008 al 2011
Psicologo
Gentile utente, purtroppo la sua situazione non è affatto semplice da affrontare da sola. Lei mostra un certo grado di insoddisfazione e frustrazione e la sua agitazione è aggravata dalla preoccupazione per sua madre. Non credo che lei possa affrontare tutto questo da sola, anzi, sono convinta che un percorso di analisi psicologica la aiuterebbe a comprendere meglio l'origine e il motivo di certe sue reazioni, e le darebbe la possibilità di riconoscere le sue paure, affrontarle e superarle. In caso contrario la sua vita continuerebbe così com'è, peggiorando ogni giorno un pochino. Perchè in fondo non è solo di lei che stiamo parlando: l'insofferenza di suo marito è un segno che le cose non migliorano aspettando. E lei stessa riconosce che il tutto cade anche sulle sue figlie. Spero di esserle stata utile per quanto possibile in questa sede.
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Dr. Antonio Vita Psicologo, Psicoterapeuta 707 23 51
Gentile signora,

Passata la depressione post partum, l'essere a casa la gratifica, in un primo momento. Poi man mano che la storia della sua vita va avanti, stare sempre in casa, la vita da casalinga non le dà più soddisfazione. Anzi, la soffoca.

Torni al lavoro se può. Il ménage familiare potrà essere orgnizzato come fanno tutti, nonni, parenti, asili , scuole.

Torni al lavoro e a pensare almeno per mezz'ora al giorno sltanto a se stessa.

Cordiali saluti.
[#3]
dopo
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte.
La mia intenzione di tornare a lavoro c'è, ed è molto presente in me. A questa è però anche legata la difficoltà di riuscirci. Perchè tentare non è riuscire.
Ma credete che il lavorare, che spero si realizzi presto,possa aiutarmi a superare questo momento di smarrimento ?(che però dura da un pò).
Ogni qualvolta ho un colloquio di lavoro sono eccitatissima, al settimo cielo. Ma poi precipito perchè il sogno non si realizza. Ed ecco la mia amara delusione.
Io ero una persona molto positiva. Ma adesso viene il peggio di me, e allo stesso tempo soffro tanto e mi sento in colpa perchè questa non è la mia natura. Guardo le mie figlie e penso che sono un grande tesoro per la mia esistenza,le abbraccio e me le bacio perchè mi danno una carica di emozioni, e mi convinco che non dovrei sentirmi così perchè di problemi seri c'è ne sono (come quello di mia mamma) ma poi mi sento spenta, è come se volessi far esplodere una energia che è dentro di me.
Scusatemi ancora, ma ho voglia di aiuto e di capire.GRAZIE COL CUORE PER LA VOSTRA ATTENZIONE!!
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Psicologo attivo dal 2008 al 2011
Psicologo
Tornare a lavorare potrebbe essere un modo per sentirsi meglio indubbiamente, ma non sarebbe certamente la soluzione del problema. In effetti potrebbe essere un'ottima via di fuga temporanea ma nulla più. Perchè poi i problemi, se sono dentro, escono di nuovo. E poi cosa fa se il lavoro non arriva presto, data la crisi odierna? Il tempo non si ferma ad aspettare che lei trovi un lavoro, e con il tempo, non si ferma neanche il malessere che si porta dentro.
Ovviamente tenga presente che la mia è un'opinione basata su quanto da lei scritto e da me interpretato, quindi suscettibile di errore. Però non sottovaluti il suo stato.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Mi pare che la sua descrizione dica già piuttosto bene da sola qual è il punto dolente. Se lei avverte il suo disagio in famiglia o in situazioni che coinvolgono la famiglia e quando invece ne è fuori sta bene, questo potrebbe significare che forse non è la famiglia in se stessa a farla stare male ma ciò che, dato l'impegno che essere casalinga richiede, la famiglia le starebbe "impedendo" di ottenere.

Del resto lei stessa esordisce dicendo di aver smesso di lavorare ma di essere laureata. Se davvero queste cose per lei contassero poco, forse non le avrebbe messe proprio in cima.

Se lei si è presa la briga di sacrificarsi per studiare lunghi anni e laurearsi, è probabile che aspiri anche a qualcos'altro. Certo, non è facile oggi trovare un lavoro, tanto più un lavoro che non sia un lavoro qualsiasi.

Ma se lei ha avuto la pazienza e la costanza d'impegno necessarie per laurearsi, cosa le fa pensare di non essere sufficientemente "attrezzata" per mettersi a cercare un lavoro ora, e trovare il modo di conciliare lavoro e famiglia come moltissime persone fanno?

In fondo, sarebbe qualcosa che farebbe ANCHE per le sue figlie e la sua famiglia.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com