Piango sempre quando penso o soprattutto parlo di mio padre (anche con lui)

Buongiorno, innanzitutto vi ringrazio perché state leggendo il mio messaggio. So che questo non sostituisce un vero e proprio consulto psicologico, però ci tengo molto ad avere il vostro parere.
Come da titolo, piango sempre se ripenso a determinate cose del mio passato, quando c'entra mio padre. Premetto che i miei genitori si sono separati quando avevo nove anni (ora ne ho 20). Ero convinta di aver accettato la cosa e di stare bene, ma negli ultimi due anni ho avuto parecchi momenti in cui è come se fosse tornato tutto fuori.
Quando penso a mio padre, ne parlo , o parlo con lui stesso del nostro rapporto o di cose che mi hanno ferita, non rieco a controllare le lacrime, qualsiasi sia il mio stato d'animo prima della conversazione, quando tocco determinati ricordi.
Questo succede sia quando mi ricordo del fatto che io non avessi le sue chiavi di casa (esatto, casa sua e della sua compagna, non mia. Così ha sempre detto lui) o che avessi solo il suo numero di cellulare del lavoro, come mia madre, e non quello privato. (Entrambe le cose, come molte altre, mi sono state giustificate dicendo che altrimenti sarebbero potute arrivare a mia madre e lei si sarebbe intromessa nella sua nuova vita.)
Come anticipavo prima, non reagisco così solo ricordando cose del genere, ma anche se guardo delle mie foto di infanzia (3-6 anni), quando ripenso a bei ricordi con mio padre (qundo si alzava alle 3 di notte per farmi la camomilla perché avevo mal di pancia (10-11 anni)), o quando mi ricordo delle domeniche in montagna con mio padre mentre giocava a carte con gli amici (cosa normalissima, per carità, però non "a misura" di ragazzina).
Io insomma mi sono sempre sentita non a casa mia quando ero da lui, come se fossi a casa di parenti lontani o amici di famiglia (per chiarirlo meglio, dovevo chiedere gli asciugamani, chiedere per fare la doccia, non andavo mai ad aprire il frigo se avevo fame).
Come dicevo, ne ho parlato con mio padre, ma lui non capisce le mie lacrime, non capisce quando gli dico (e l'ho fatto tante volte) che mi sentivo sempre un ospite e non "a casa". Lui se ne dispiace e dice che ha fatto sempre di tutto per farmi stare bene.
Credo che però il mio passato mi abbia segnata più di quanto pensassi e mi rendo conto che me lo porto sempre dietro.
Faccio fatica a credere di essere amata davvero, di poter essere il centro della vita di qualcuno. Sia chiaro, piaccio alla gente, sono molto carismatica e ho sempre ricevuto molti corteggiamenti, che io però, tendo principalmente a snobbare.
Ora sono felicissima in una relazione, ma mi accorgo che alle volte resto bloccata, stento a credere ai ti amo, e ancora mi metto a piangere per quello che vi ho raccontato prima...anche se sono fuori casa , lontana, da 6 mesi perché ho intrapreso il percorso universitario.
Mi sento felice adesso, ma non sono ancora serena come vorrei...mi piacerebbe capire come risolvere tutto, lasciandomi il passato alle spalle.
Grazie di cuore, attendo il vostro parere.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

lei stessa ha già le risposte che cerca: si è sentita estromessa dalla vita di suo padre, che ha abbandonato lei e sua madre andando a vivere (non so dopo quanto tempo) con un'altra donna, e non ha potuto avere con lui il rapporto che avrebbe desiderato.
Questo compromette la sua possibilità di sentirsi realmente amata da un uomo.

Prova comprensibilmente nostalgia per i ricordi teneri o felici e tristezza per quelli che collega al sentimento di abbandono e le emozioni sono ancora presenti in maniera così intensa perché ovviamente deve ancora elaborare l'accaduto.
Il fatto che suo padre le dica che non si è accorto di nulla, probabilmente perché ha fatto certe cose in perfetta buona fede, non la aiuta a perdonarlo perché prova rabbia ma allo stesso tempo magari non riesce a considerarlo del tutto colpevole del proprio comportamento.

Che atteggiamento aveva sua madre dopo la separazione?
Suo padre non le ha dato il proprio cellulare privato perché temeva che lo infastidisse?

Prima che si lasciassero ricorda litigi e tensioni?
Lui se n'è andato per stare con la sua nuova compagna o l'ha conosciuta in seguito?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Carissima, comprendo la sua rabbia e il suo dolore, frequente quando alla separazione seguono conflitti che permangono.. il fatto che spesso i padri ed anche le madri non si rendono conto di quanto, picche e ripicche restano come pietre nel cuore dei figli e delle figlie e di come questo nelle figlie determini un atteggiamento ambivalente nei confronti dell' "assunzione del ruolo sessuale femminile adulto "..per dirla col linguaggio dei libri.
Se vuole può dare uno sguardo al mio blog dove c'è un articolo .. sul " permanere del conflitto.".. pur amando i figli, questi padri non si rendono conto di essere troppo centrati sul sè, sulle loro vicende, l'età adulta dei figli sembra lontana e scollata da quando accade nel matrimonio che è fallito , sul .. loro.. fallimento del progetto..
La gente fa quel che può , è anche una questione di strumenti culturali.. Cerchi di liberarsi da tutto questo, e di voler star bene e lasciare andare il passato e le sue pietre.. per non pagare due volte il prezzo di un dolore di cui non è Lei la responsabile..
Le auguro pensieri positivi sulla sua vita futura e sulla sua volontà , capacità, speranza, di essere serena .. ci scriva ancora , noi siamo qui in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Utente
Utente
Gentilissime dottoresse,
mi pare dalle vostre risposte che abbiate capito perfettamente quello che ho maldestramente cercato di farvi arrivare. La mia domanda resta: come posso fare a lasciarmi tutto alle spalle e non pensarci più? Come posso fare affinché i ricordi non mi rattristino? Ho provato a non pensarci, ma nascondere la polvere sotto al tappeto sappiamo non essere la soluzione.
Grazie della comprensione, con profonda stima, Valentina.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Valentina,

lei è stata molto chiara e tutt'altro che maldestra.
Non si butti giù, non è proprio il caso : )

In questa situazione è molto importante che si faccia aiutare da uno psicologo ad affrontare quello che le sta accadendo e le emozioni che non ha potuto elaborare finora, forse anche a causa dell'atteggiamento di sua madre che - mi sembra di intuire - possa non aver proprio agevolato un buon rapporto fra lei e suo padre.

Non è mai stata seguita dal punto di vista psicologico prima d'ora?
Sua madre lo è stata?
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dopo
Utente
Utente
Esattamente dottoressa Massaro,
anche su mia madre ha colto nel segno. Lei è stata seguita abbondantemente nei primi tempi , così come pure mio padre credo si sia rivolto a qualcuno di competente.
Io invece no, da piccola perchè mi rifiutavo categoricamente e più recentemente perché avevo paura ad andare a "raspare" in tutto questo. Ma adesso credo sia doveroso.
Grazie ancora, e buona serata.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Adesso può farsi dare un aiuto con una consapevolezza diversa rispetto a quella che avrebbe avuto da piccola, quindi non ha importanza che in precedenza non abbia voluto essere seguita.
Lo chieda ai suoi, evitando di essere indirizzata da chi ha già seguito loro per non creare commistioni e confusioni.