Attaccamento del bambino verso il padre

Buongiorno. Ho voluto scrivere in questo forum perchè da un pò di tempo ormai ho bisogno di un piccolo conforto o meglio consiglio.
Sono una mamma di 22 anni di uno splendido bambino di 11 mesi che si chiama T. La gravidanza non è stata cercata, ma abbiamo accolto la notizia, io e il mio compagno, con estrema gioia. Ho avuto una gravidanza meravigliosa senza alcun tipo di problema. Ero entusiasta del mio bambino e non vedevo l'ora che nascesse.
Dopo la sua nascita invece è cambiato tutto. Premetto che il mio parto è stato molto difficile, parto indotto per 2 giorni (con fettuccia e successivamente con ossitocina) perchè ero a 42 settimane e il bambino non voleva nascere. Oltre a questo sono stata trattata malissimo dalle ostetriche, lasciata da sola in sala travaglio per una giornata intera senza un minimo di sostegno legata al letto al monitoraggio. Solo nelle ultime ore hanno fatto entrare il mio ragazzo, ma alla fine i sogni di un parto di me accanto al mio compagno felici di abbracciare il bimbo sono andati in frantumi perchè non essendomi dilatata nemmeno di 1 cm e dato che il bambino era in sofferenza fetale, i medici hanno deciso per il cesareo.
A seguito della mia spiacevole e scioccante esperienza, sono andata in terapia da una psicoterapeuta che mi ha aiutata tantissimo a "riallacciare" il rapporto con mio figlio, perchè dopo la sua nascita io non riuscivo ad esternare il mio affetto per lui, ero quasi apatica, come se mi avessero affidato il bambino di un altra.
Con l'aiuta della psicoterapeuta sono uscita da quel tunnel, riuscivo a essere la madre che volevo che fossi.
Il motivo vero del mio consulto e ciò che chiedo a voi, è che da un paio di mesi mio figlio vuole solo il padre. Con me ci sta senza problemi ma mi sento trattata da lui come una sconosciuta che gli sta simpatica. Mentre invece col padre è tutta un'altra cosa. Se lui va in un'altra stanza T. gattona di corsa verso di lui, appena il mio compagno si allontana, lui piange. Come ritorna, lui ride estasiato. Con me invece tutto questo non lo fa, rimane indifferente. Per farvi capire, se nella stanza ci sono 10 persone che lui non conosce insieme a me e il padre, lui piuttosto che cercare me, va in braccio senza problemi a tutte le 10 persone sconosciute.
Io sono iscritta all'università e a breve mi laurerò, ma ovviamente passo gran parte delle giornate a studiare mentre il mio compagno di occupa di T. dato che lavorando su turni metà giornata è a casa.
Come ben immaginate a me questa situazione fa star male e oltretutto mi sento lontana empaticamente con mio figlio anche perchè non ho un carattere estremamente estroverso. Pensavo di aver risolto un problema e invece ne è nato un altro. Voi cosa ne pensate? Grazie!
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
I bimbi a quella età hanno già identificato una figura privilegiata di attaccamento che di solito è la mamma suo figlio però trascorre più tempo col papà se non ho capito male.
È probabile quindi che il piccolo si senta protetto dal papà ma io credo ci sia anche un altro aspetto. Col papà probabilmente gioca di più. Se lei deve anche studiare è chiaro che avrà meno tempo. Riesce a modificare qualcosa nella sua routine per avere più tempo anche qualitativamente con suo figlio?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta tempestiva.
Purtroppo però le cose sono un po' più complicate. Io sto notando che più sento mio figlio lontano da me e più io stessa mi allontano. Mi dico "perché dovresi costringerlo alla mia presenza se sta bene col padre a giocare?". Anche il mio ragazzo spesso e volentieri mi dice che non passo il tempo a giocare con T. e addirittura ha pronunciato delle parole che mi hanno riaperto la vecchia ferita del post parto "sembra che non hai il piacere di fare la madre". E purtroppo sono vere. Ma attenzione! Non è che non ho il piacere dell'essere madre, perché quando posso i versetti glieli faccio, gli indico le cose, me lo porto con me a fare due passi, faccio tutto ciò che fa una madre presente e con piacere, ma mi sento un robot. Come se dovessi seguire un determinato copione. Ed è per questo che a volte preferisco non intromettermi nei giochi che fa col padre e nel loro rapporto, perché nonostante la mia gelosia, è come se lo volessi proteggere dal mio essere fredda dato che il padre è il contrario di me.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> mi sento lontana empaticamente con mio figlio anche perchè non ho un carattere estremamente estroverso
>>>

Questa potrebbe essere una spiegazione semplice alla distanza che percepisce fra lei e suo figlio. I bambini sono attratti dall'espressività e dalle manifestazioni di affetto.

Oltre naturalmente al fatto che vostro figlio sembra passare molto più tempo con il babbo che con la mamma, come sembra di capire.

Perciò i suggerimenti sembrerebbero scontati: cercare di essere più espressiva con suo figlio e di passare più tempo -
e di qualità - con lui. Consulto psicologico di persona da prendere in considerazione qualora incontrasse problemi nel realizzare l'una o l'altra cosa.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Ho visto solo adesso la sua replica successiva.

>>> nonostante la mia gelosia, è come se lo volessi proteggere dal mio essere fredda dato che il padre è il contrario di me
>>>

Questa affermazione sembra indicare delle questioni irrisolte in lei che, se non affrontate in tempi brevi, potrebbero sì, in futuro, compromettere il rapporto fra lei e suo figlio o replicare analoghi problemi affettivi in lui.

Motivo per cui sarebbe forse già appropriato un consulto psicologico.
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dopo
Utente
Utente
Grazie di cuore! Penso che abbiate ragione, la miglior cosa è di riprendere le sedute. Pensavo e speravo di aver risolto i miei conflitti interni. Oltre a dedicare più tempo a mio figlio, c'è qualcosa che posso fare per aiutare a "sbloccarmi" intanto che aspetto di trovare un bravo terapeuta?
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Cose ce ne sarebbero diverse, ma i blocchi emotivi non si risolvono facilmente acquisendo informazioni. Se ciò fosse possibile nessuno ne soffrirebbe, basterebbe leggere un buon libro e il gioco sarebbe fatto. Invece, questo tipo di problemi si tratta al meglio attraverso l'aiuto fornito nell'ambito di una relazione terapeutica. In altre parole, i problemi relazionali si risolvono meglio attraverso la relazione (terapeutica) e non attraverso le informazioni.

L'aiuto che ha ricevuto in passato dalla terapeuta, a quanto è possibile capire, era relativo più a una situazione contingente, del momento. Ciò di cui ha bisogno adesso invece sembra una questione più fondamentale e provenire da più lontano.