Lutto, gelosia e attaccamento morboso

Cari specialisti, sono una ragazza di 25 anni.
Vi ringrazio per l'attenzione al topic e mi auguro rispondiate poiché la vicenda mi fa stare davvero male.
Il mio fidanzato, meno di un anno fa, ha perso il padre in un tragico incidente. La famiglia del mio fidanzato è la tipica famiglia del sud, dove l'attaccamento tra famigliari sembra essere la base per una vita serena. Premetto che io sono l'opposto, io sono sempre stata in pesante conflitto coi miei genitori, tant'è che non ho alcun tipo di contatto con loro. La madre del mio fidanzato non è mai mai stata indipendente in nulla nella sua vita, pertanto, anche se ha altre due figlie molto più grandi del mio fidanzato, una delle quali vive con loro, ha "scaricato" gran parte delle responsabilità che aveva in vita il padre, sul mio fidanzato. Lui è fermamente convinto che sia giusto così e si è sostituito in tutto e per tutto al papà scomparso recentemente. Chiaramente il rapporto di coppia ha deragliato parecchio dai binari e mi sto trovando a fare da "amante", mentre prima ero la "consorte". Tutte le sue attenzioni sono rivolte a lei e io col tempo sono diventata quasi "gelosa" di questo suo attaccamento morboso. Negli ultimi mesi ce la stiamo vedendo brutta, io soprattutto; il rapporto inesistente con i miei, la totale indipendenza economica e l'assenza di aiuto di alcun tipo (vivo da sola perchè il mio lui contribuisce alle spese dell'affitto della madre e della sorella) mi hanno buttato in un baratro di depressione da cui sto facendo fatica ad uscire. Lui per me non c'è mai, mentre la sua famiglia è sempre presente e io mi sento sempre più sola. A parlarne con lui, nega, nega fino allo sfinimento e in risposta il massimo che ricevo è che per il momento può darmi solo questo. Purtroppo il forte attaccamento alle tradizioni della madre (vedasi pranzi domenicali, feste rigorosamente in famiglia) ha fatto sì che si sia creata questa strana situazione in cui io e lui, molte volte, ci troviamo a dover passare il nostro tempo, in compagnia della madre. Non so più cosa pensare, onestamente. Tutto ciò mi sembra dannatamente sbagliato. Vedo le altre due sorelle che continuano a vivere mentre lui e la madre vivono al passato. Io amo follemente il mio fidanzato, gli ho proposto una terapia da uno spicologo ma non ne ha voluto sapere perciò io davvero non so più che fare.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Ognuno di noi elabora il lutto con tempi e modi del tutto soggettivi.

Da figlio maschio, ed avendo perso il genitore omologo, è possibile che abbia "ereditato" le cose simboliche e concrete - responsabilità incluse - del padre.

Provi a farsi aiutare da un mio collega ad elaborare la sua gelosia per la madre e per la famiglia del suo ragazzo.

È possibile che sentano il bisogno di stare più tempo insieme per soffrire di meno.

Se il vostro legame di coppia è saldo, riprenderà a camminare sui binari propri.

Ma ci vuole pazienza.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Utente
Utente
La ringrazio per avermi "ascoltata".
Io potrei anche accettare tutto ciò se lui riuscisse a scindere le due "relazioni"; purtroppo, come dicevo, sto attraversando il momento peggiore della mia vita, anche a causa della sua assenza, pertanto mi trovo completamente sola con lui che si focalizza solo ed unicamente sulla madre anche quando non vi è un reale "bisogno", non so se mi spiego. È quasi un anno che va avanti così, io non ho mai preteso di essere al centro delle sue preoccupazioni ma nel momento del bisogno come adesso avrei tanto voluto che per me lui ci fosse stato. Avrei tanto voluto che lui riuscisse a capire il mio malessere. Sono sempre stata sincera, gli ho confessato i miei problemi di bulimia, la mia depressione, i pensieri suicidi che nell'ultimo periodo mi ritrovo... Non è servito a nulla...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Un partner non è uno psicologo, ma un compagno di vita.

Non è giusto appesantire il legame con le sue problemaiche, che necessitano di una cura specialistica.

Un rapporto di coppia inoltre, che si basa sulla casa del bisogno, e non del piacere, è destinato ad una inevitabile crisi di coppia.
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Utente
Utente
Sì me ne rendo conto ma trovo anche ingiusto che nel momento del bisogno, del mio bisogno, io venga lasciata totalmente abbandonata a me stessa. Finché io non avevo problemi andava "discretamente", ora che mi ritrovo nel baratro io, le cose sono degenerate. Una relazione è destinata a soccombere quando entrambi gli individui hanno problemi di natura psicologica così gravi e uno degli elementi ha dato e dà più dell'altro? So bene di avere bisogno di uno specialista, ma ripeto, mi sono trovata sola all'improvviso e non mi sono sentita appoggiata minimamente.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Ognuno di voi si deve prendere cura di se stesso.
Lei delle sue problematiche e lui del suo lutto.
Gli psicologi servono a questo.
Così peggiorate la vostra condizione, e danneggiate il legame d'amore.
Più lei chiederà più lui scapperà.
Per adesso non ha risorse nemmeno per se stesso!
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dopo
Utente
Utente
Onestamente l'idea non mi ha mai nemmeno sfiorato, forse perché ho sempre idealizzato i rapporti di coppia finendo col pensare che il sostegno reciproco nei momenti di difficoltà fosse alla base. In questo momento mi sento di aver dato di più e ricevuto poco; avrei dovuto accettare l'idea che lui fosse totalmente assorbito dalla madre? Purtroppo col tempo la cosa si è trasformata in una gelosia irrazionale poichè per la famiglia dimostrava una disponibilità che Io, da quando è morto il padre, non ho mai visto rivolta nei miei confronti. Altro tasto dolente erano la mancanza di progetti futuri a breve o lungo termine, pertanto, le cose si sono accumulate fino ad esplodere. Nella mia testa è nata la paura che per noi non ci sarebbe stato un futuro, che lui, per l'eccessiva apprensione nei confronti della madre (chiaramente è solo una mia opinione) non si sarebbe mai costruito una vita con me. Avevamo tanti sogni, volevamo andare a vivere all'estero, poi è morto il padre e mi ha detto, di sua spontanea volontà, che da qui non si sarebbe mai mosso perché le cose care le ha qui. In poche parole ho sommato la mancanza di progetti, l'eccessiva morbosità nei confronti della madre e la totale indifferenza nei confronti dei miei problemi e sono esplosa. Mi sento molto in colpa ma allo stesso tempo le paranoie che, forse, mi sono creata da sola non mi permettono più di andare avanti.
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