Sindrome di diogene

Sindrome di diogene?

Più che una domanda, vorrei proporvi la mia autodiagnosi riguardo al perché faccio tanta fatica a gettare oggetti inutili e anche l'immondizia (eccetto quella che puzza):
Mi considero inutile e gettare cose inutili mi porta a considerare che dovrei finire anch'io nel bidone dei rifiuti. Dopotutto se risparmio ai rifiuti quella fine e li conservo con un misto di sopportazione ed indifferenza, posso riservare questo trattamento anche a me stessa.
Soffro di depressione reattiva ricorrente dall'età di 14 anni e 8 anni di ideazione suicida (tra i 33 anni e 41).
Associo il gesto di gettare ciò che è rotto o comunque inutile all'atto di eliminare me stessa: per una sorta di identificazione se risparmio loro quella fine posso risparmiarla anche a me stessa.
Per quanto riguarda la scarsa attenzione all'igiene personale e della casa, la mia autoanalisi si può riassumere così:
Ho sensi di colpa irrisolti e non riesco a perdonarmi. Credo di affliggermi autopunizione, perché non mi considero meritoria di attenzioni verso me stessa e verso la mia "tana", in cui non faccio entrare nessuno. All'esterno ricerco accettazione ed attenzioni dalle poche persone che frequento che tratto con molta gentilezza e sensibilità cercando di coprirle di attenzioni.
Sono cosciente che se anche mi ricambiassero (e spesso non avviene) non potrebbe mai sostituire quell'atto di perdonare me stessa che non riesco a compiere.


Come si fa a perdonare se stessi?
È sufficiente accettare di essere incompleti e imperfetti, ma comunque degni di esistere?

Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.9k 510
Gentile signora,

la Sua problematica deve essere trattata in psicoterapia, in quanto non è solo una questione di saper perdonare se stessa, ma anche una questione di modificare questo atteggiamento verso tutto ciò che è spazzatura.

Lei ha ben intercettato alcuni dei significati che tutto ciò ha per Lei, ma questo non è sufficiente.

Deve decidere di affidarsi ad uno psicologo psicoterapeuta al più presto.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Risposta utile1
Utente
Utente
Grazie per la risposta. Ho interrotto una psicoterapia individuale da alcuni mesi perché in fase di stallo.
Mi rendo conto da sola che l'analisi, la diagnosi non è che un primo passo e che sapere i perché e i percome non è sufficiente per uscire da una situazione per di più fortemente cronicizzata.
Mi domando se è possibile lavorare sull'autostima prima del perdono di sé stessi. A chi mi dice che devo "volermi bene" replicherei che non capisco cosa significhi.
Concordo a malincuore che forse non ce la posso fare da sola, senza un aiuto. Per me l'autosufficienza è fin da bambina un valore importante ed è probabilmente un'illusione presuntuosa essere autosufficienti.
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