Che cosa significa essere normali

Salve,in realtà non so bene perché stia scrivendo qui,forse per consolarmi o per cercare comprensione in questo abisso in cui mi trovo. Premetto che ho avuto diversi terapeuti e mi sento molto sfiduciata ma probabilmente è assolutamente colpa mia se niente ha mai funzionato (?). In ogni caso per quello che vale tentar non nuoce. Sono una ragazza di 22 anni soffro di una forma remissiva remittente di sclerosi multipla da circa 10 anni con la mia malattia ho sempre avuto un rapporto abbastanza conflittuale penso inizialmente mascherato da un velo di indifferenza probabilmente dovuto all'età e all'ingenuità infantile,nell'adolescenza tutto è degenerato nella maniera più disfunzionale possibile con anche un ricovero di 5 mesi per disturbi alimentari dei quali in ogni caso non mi sono "liberata" anzi devo dire che non sono mai andati via,si sono evoluti quasi o comunque sono sempre stati costanti seppur in forme diverse. Questo è un breve quadro clinico scarno,ad oggi studio all'università e combatto con il mio perfezionismo clinico più o meno tutti i giorni,inutile dire che vivo,sopravvivo in maniera esasperante. Da 4 anni a questa parte penso costantemente a come mettere fine alla mia inutile esistenza senza mai riuscirci davvero o almeno l'esistenza che conduco è in realtà un lento tentativo di suicidio. Non parlo con i miei genitori non riesco non ho più niente da dire,dopo anni di violenza domestica in casa sono letteralmente scappata,con mio padre c'è un rapporto molto apertamente ostile mentre con mia madre è quasi indifferente per via del fatto probabilmente della sua schizofrenia e del fatto che non abbiamo mai comunicato abbastanza. Attualmente vivo con mia sorella che sono sicura mi detesti per via dei miei problemi che vabbè traduce come dei "capricci" ma non so,ormai sono talmente sommersa dal mio ego che non provo niente,neppure sensi di colpa nel vedere che soffre. In questi anni è sempre stato un alternarsi di alti e bassi,i momenti di depressione più profonda sono sempre più terribili,mi spiace per la sintassi da retaggio adolescenziale ma vorrei davvero farla finita,non riesco ad accettare di essere al mondo,non so quale sia la definizione di normalità ammesso che ce ne sia una. Mi spiace non poter un vero quesito è di aver scritto un delirio.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Buongiorno cara Ragazza,
Lasci perdere la normalità, che a me sembra una brutta parola.

Ricapitolando lei ha:

Una famiglia disastrata
Una madre schizofrenica
Ditorbi del comportamento oro-alimentare
Un a sclerosi multipla
E vive, mal sopportata, da sua sorella.

Immagino che al d.h dove viene eseguita per la terapia e dal i controlli ci sia uno psicologo, dovrebbe iniziare un percorso.
Se non le piace, ne cerchi un'altro, che sia gentile, e,panico, simpatico, e molto competente.

La sclerosi multipla, a me sembra la punta di un icebarg, di una situazione più complessa.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Il problema é anche economico diciamo,ho provato entrambe le specialista al dh dove vengo seguita ma per via di impegni e ribadisco una delle due era a pagamento mi trovavo bene ma non potevo assolutamente permettermela ho dovuto interrompere,ho provato in consultorio ma sono in attesa e ho paura che comunque gli incontri non saranno frequenti. Di recente ho avuto una ricaduta e vabbé insomma mia sorella non ha mancato di augurarmi di finire in sedia rotelle e anche ad esortarmi ad uccidermi e insomma grazie al cielo ho imparato anche ad esserle indifferente ma l'unica cosa che mi preoccupa con lei é il suo sentirsi diciamo l'antonomasia della sanità mentale e il suo modo di descrivermi come una persona orribile di fronte agli altri infatti faccio fatica a non esser vista come un mostro e insomma sembra brutto da dire ma il suo vittimismo é vomitevole. Non c'è dialogo,non c'è rispetto né comprensione e mi sento solo timorata che qualcuno riesca a prendere delle decisioni sulla mia vita sentendo solo la sua versione dei fatti. Magari sono paranoica ma non so davvero cosa fare neanche come comunicarle qualcosa,sono davvero da sola e non posso neanche difendermi, perché appunto "io a 22 anni continuo a comportarmi come una cretina di 16 anni".