Dubbi su metodo di psicoterapia

Gentili dottori,
scrivo perché sono molto preoccupata per mia sorella, ed avrei bisogno, sperando nella vostra disponibilità, di essere rassicurata, o di avere la conferma che i miei dubbi siano fondati, così da prendere provvedimenti. Mia sorella sta attraversando un periodo molto difficile della sua vita: ha dei problemi di salute che le causano disturbi abbastanza fastidiosi, ha perso il lavoro e, dulcis in fundo, è giunta al termine di una relazione ventennale. Il punto focale del problema è proprio quest'ultimo. Dopo 20 anni di tira e molla, in cui il suo rapporto con il fidanzato è andato avanti tra alti e bassi, tradimenti (di lui) e brutti episodi che non sto qui a raccontare, lei, dopo essersi resa conto che nonostante tutto non riusciva a fare a meno di lui, ha deciso di rivolgersi ad uno psicoterapeuta. Non ha però scelto uno psicoterapeuta della nostra città, con cui avviare un normale e sereno percorso terapeutico. Ha preferito rivolgersi ad un terapeuta lontano 200 km (probabilmente trovato su internet), uno che con lei lavora online, in videoconferenza. Si scambiano anche dei messaggi vocali dal cellulare, e proprio nell'ascoltare qualcuno di questi messaggi mi si è avviato il campanello di allarme. Non sono una psicologa, e non sono mai stata in terapia, ma mi sembrava di aver capito che uno psicoterapeuta non dovesse mai esprimere pareri, né dare giudizi. Forse nemmeno fare diagnosi, non so. Invece, questa persona sembrava molto decisa nel diagnosticare un certo disturbo comportamentale all'ex di mia sorella (pur non avendolo mai conosciuto), nell'attribuire a lei il ruolo di vittima e nel cercare di convincerla di tutta una serie di conseguenze nefaste che chi ha a che fare con individui colpiti da quel particolare disturbo patiscono, in vari gradi e misure. Purtroppo ho avuto l'impressione che questa persona stesse in qualche modo inducendo in mia sorella la creazione di un rapporto di dipendenza. In pratica, le dice ciò che lei vuole sentirsi dire, la vittimizza, la convince di essere in qualche modo "irrecuperabile" ed, immagino, di avere bisogno di essere seguita. Da lei. In effetti mia sorella è adesso estremamente vulnerabile, e facile preda di chi, eventualmente, voglia approfittarsene. Ho già provato ad esprimerle con discrezione i miei dubbi, e lei si è subito messa sulla difensiva. Ho fatto ricerche in rete sulla terapeuta che la segue, ed ho trovato in effetti che è esperta in quel particolare disturbo diagnosticato all'ex, praticamente non si occupa di altro. Mi rendo conto del fatto che probabilmente sono stata un po' vaga nella descrizione della questione (non vorrei rendere identificabili le persone coinvolte e peggiorare la situazione), ma spero che quanto detto sia sufficiente per avviare una discussione che mi chiarisca un po' le idee, e mi faccia capire se posso affrontare mia sorella con sicurezza, senza destabilizzarla ulteriormente. Grazie in anticipo per l'aiuto che eventualmente mi darete.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Non ha però scelto uno psicoterapeuta della nostra città, con cui avviare un normale e sereno percorso terapeutico. Ha preferito rivolgersi ad un terapeuta lontano 200 km (probabilmente trovato su internet)"

Buongiorno,
La psicoterapia online è vietata dagli ordini di appartenenza.
Verifichi se il clinico è psicoterapeuta.

Che tipo di fatture fa, con che dicitura, e faccia, eventualmente. un esposto all'ordine di appartenenza.

Auguri per sua sorella

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Utente
Utente
Preg.ma dott.ssa, la ringrazio per la sua sollecitudine. Tuttavia quanto mi ha detto è allarmante, per cui approfitto ancora della sua disponibilità per chiederle se, deontologicamente, uno psicoterapeuta può esprimere giudizi e dare pareri al di fuori di una normale psicoterapia, come se fosse un "amico" che dà consigli a distanza. La situazione è molto delicata, ed ho paura di commettere errori.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Assolutamente no, ma non sappiamo bene come si svolgono o colloqui.

Perché di certo non sono sedute..
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Utente
Utente
Infatti è quello che devo cercare di capire, affrontando la questione in modo delicato, o "indagando" personalmente. Le dispiace se, quando ne saprò di più, le porrò qualche altra domanda? Intanto la ringrazio, perché le sue risposte mi hanno almeno in parte già dato la conferma di ciò che temevo.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Si, certo, quando desidera.

E speriamo bene...
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Utente
Utente
Presto fatto: la psicoterapeuta risulta regolarmente iscritta all'Ordine ed ha un sito sul quale pubblicizza le consulenze online. Il pagamento avviene tramite bonifico bancario, o carta di credito, con causale "Iscrizione Servizio Consulenza Telefonica". Inoltre ho scoperto, facendo una ricerca su internet, che è prassi diffusa tra molti psicologi/psicoterapeuti offrire questo tipo di servizio.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Anche se è psicoterapeuta, non può fare psicoterapia online.
Ne lei, ne nessun altro, infatti fattura per consulenze telefoniche.

A parte quello che fa, mi pare di capire che lei non sia serena per il contenuto dei colloqui..

Si, purtroppo, è prassi di tanti, ma, solitamente i professionisti bravi e seri, non hanno tempo e voglia di fare "consulenze telefoniche".

Che lasciano decisamente il tempo che trovano, e confondono i pazienti perché li fanno sentire in terapia.

Sensazione assolutamente falsa!
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gentile Utente,
l'uso delle nuove tecnologie permette anche interventi psicologici a distanza e la ricerca psicologica ultimamente è impegnata anche nel rilevare come interventi online possano essere pari o più efficaci di quelli offline.

Per Sua maggiore informazione La rimando alla lettura delle *raccomandazioni* emanate dal Consiglio Nazionale degli Psicologi (http://www.psy.it/allegati/raccomandazioni-prestazioni-on-line.pdf). Nel documento, abbastanza recente, datato 2013 si legge "In attesa di una documentazione più ampia e di una letteratura scientifica più significativa, si ritiene opportuno fornire delle indicazioni che orientino la pratica professionale di quanti ne prevedono l’utilizzazione."

Da una prima lettura potrà ben notare che il fenomeno è noto all'ordine, è adeguatamente dimensionato, e nessuno dei colleghi è stato richiamato, sanzionato o radiato.

Quindi in primis stia serena in presenza di fattura e di iscrizione all'albo. C'è un professionista abilitato, dietro.

Poi vorrei farle notare una piccola contraddizione nella Sua richiesta di consulto.
Da una parte resta stupita da come si possano fare valutazioni di persone che non si è visto, e poi chiede a noi una valutazione dell'intervento di un collega?
Non Le pare contraddittoria come richiesta?

Tecnicamente questi nostri interventi sono consulti e quindi consulenze. Anche adesso noi stiamo interagendo online e questa è una consulenza, non una psicoterapia.

Spero per Lei che i messaggi ascoltati Le siano stati forniti da Sua sorella. Qualora li abbia ascoltati senza consenso, farebbe bene, per mantenere la fiducia di Sua sorella, a non menzionare l'argomento.

Diversamente potrà chiedere a Sua sorella come procede il sostegno psicologico a distanza! Daltronde solo Sua sorella può esprimersi sugli effetti e sull'efficacia della modalità scelta!
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dopo
Utente
Utente
Preg.mo dott. Bellizzi, forse non ha letto bene la mia prima richiesta, e comunque credo che eticamente e tecnicamente ci sia differenza tra l'effettuare diagnosi a distanza di persone che non si sono viste e valutare l'intervento di un professionista. E stia sereno, i messaggi li ho ascoltati in presenza di mia sorella. Non credo sia questa la sede per disquisizioni sul rispetto della privacy.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
Gent. Utente,

la diagnosi a distanza è fattibile ed è più che legale: https://www.internet-test.it/toCosa.do
Ed è possibile fare diagnosi in tanti modi, laddove i test non sono neanche obbligatori.

Pensi che a noi l'esame di Stato consiste nello stilare una diagnosi ed un possibile percorso terapeutico sulla base di una caso narrato in poche righe.

Ci sono dei comportamenti che possono facilmente essere indizio di diagnosi.

Ma quel che proprio non è possibile, anche da codice deontologico, valutare un intervento di un collega.
Articolo 36 - Lo psicologo si astiene dal dare pubblicamente su colleghi giudizi negativi relativi alla loro formazione, alla loro competenza ed ai risultati conseguiti a seguito di interventi professionali, o comunque giudizi lesivi del loro decoro e della loro reputazione professionale.

Se ha letto le raccomandazioni dell'Ordine Nazionale degli Psicologi, e queste sono rispettate, allora nulla da eccepire.
Poi ovviamente c'è chi sarà più o meno bravo nell'uso degli strumenti a distanza.

Le faccio nuovamente notare come Lei stia usando lo stesso criterio di Sua sorella: si affida a distanza per una consulenza! :)
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dopo
Utente
Utente
Gent.le dott. Bellizzi, a quanto pare non riesco a farmi capire. Se rilegge bene la mia domanda, vedrà che in primo luogo non ho chiesto un consulto, o una diagnosi, ma ho espresso dubbi sul fatto che uno psicoterapeuta, a distanza o meno, possa esprimere pareri lapidari o dare giudizi su ciò che il paziente racconta. Sbaglierò (ed infatti chiedevo appunto di essere smentita, o rassicurata), ma quello che mi era parso di capire, uno psicoterapeuta, ponendo le domande giuste e dialogando col paziente, porta il paziente stesso a prendere coscienza della sua situazione, mettendolo in condizione di sciogliere da solo i suoi "nodi interiori", e questo dovrebbe avvenire nel corso di mesi, o anche anni, di terapia. Non posso certo scrivere qui, in dettaglio, ciò che ho sentito nei messaggi, perché in questo caso sì che invaderei la privacy di mia sorella. Inoltre, sempre se rilegge la mia domanda, si renderà conto del fatto che la persona "non conosciuta" alla quale mi riferivo, sulla quale la terapeuta in questione ha espresso la sua diagnosi ben precisa, non è mia sorella, ma il suo fidanzato, e l'ha fatto basandosi solo su ciò che mia sorella ha raccontato di lui. Se ad esempio io, qui, scrivessi che la mia migliore amica si lamenta di continuo di quanto si sente sola, inducendomi a lasciare la mia famiglia per consolare lei e per farle dei favori, e che questa cosa mi fa sentire in colpa e costantemente preoccupata, lei direbbe che la mia amica è una manipolatrice o si concentrerebbe su di me per capire qual è il mio problema ed aiutarmi, a prescindere dalla mia amica? Ho letto tutto ciò che mi ha indicato, a dire il vero l'avevo fatto già da prima, ma purtroppo tutto questo non fuga i miei dubbi. Per inciso, da quando mia sorella ha contatti con questa terapeuta, le cose in qualche modo sono anche peggiorate.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

tramite il servizio Medicitalia.it è spesso difficile esprimere pareri in situazioni come quella che Lei descrive.
E' difficile, perchè Lei ci racconta parte di una storia che riguarda altre persone e, inevitabilmente, attraverso la lente con la quale Lei che scrive sta guardando questa storia.

Premesso che è possibile fare terapia attraverso skype, sebbene dal mio punto di vista debba essere limitato ad alcune situazioni specifiche, perchè in alcuni specifici disturbi (es fobie) potrebbe persino essere dannoso per il paziente, nella situazione specifica che Lei ci descrive, pur con tutti i limiti del mezzo, io non ci vedo nulla di anomalo nè dannoso.

Lei infatti scrive che Sua sorella è stata per ben vent'anni in una relazione problematica con un uomo che potremmo definire quanto meno "poco rispettoso" verso Sua sorella, a causa dei tradimenti. Non ci racconta bene la storia nel dettaglio, ma ci dice che Sua sorella, nonostante tutto, fa fatica a chiudere in cuor suo con quest'uomo...

Di solito, quando una donna, nonostante tutte queste particolari problematiche con un uomo, sostiene di non poter fare a meno di lui, si cercano determinati "segnali" che poi quasi sempre portano ad una bassa autostima e all'illusione di poter fare redimere un uomo... Tenga presente che una donna del genere, senza un uomo che ha determinate caratteristiche, non esisterebbe.
In altre parole è plausibile l'ipotesi che Sua sorella sia fragile (vittima) e che si sia infilata in una relazione tossica con un uomo maltrattante (carnefice).

Che cosa trova di strano in tutto ciò?

Questa presa di consapevolezza, all'inizio di una psicoterapia, può certamente fare soffrire molto la paziente. Ecco perchè a Lei potrebbe sembrare che Sua sorella stia peggiorando.

Lei fa un esempio corretto riguardo a "Se ad esempio io, qui, scrivessi che la mia migliore amica si lamenta di continuo di quanto si sente sola, inducendomi a lasciare la mia famiglia per consolare lei e per farle dei favori, e che questa cosa mi fa sentire in colpa e costantemente preoccupata, lei direbbe che la mia amica è una manipolatrice o si concentrerebbe su di me per capire qual è il mio problema ed aiutarmi, a prescindere dalla mia amica?"

Concentrarsi sul paziente non significa non tener conto delle dinamiche che si instaurano nelle sue relazioni. Inoltre, ciascuno di noi ha un ruolo ben preciso nella vita e nelle diverse relazioni. Mi spiego meglio. Sua sorella avrebbe potuto incontrare dei problemi relazionali al lavoro. In questo caso uno psicologo deve certamente capire che cosa è accaduto nella relazione e farsi un'idea di entrambi i protagonisti della storia, non solo di Sua sorella.

Inoltre lo psicologo sospende il giudizio perchè la neutralità è impossibile, ma ciò non significa che non debba aiutare il pz. a vedere chiaramente i personaggi sulla scena e nella propria vita. E' vero che in alcuno casi posso aspettare che sia il pz. ad arrivarci, ma altre volte si possono porre sul cammino del pz. dei sassolini per aiutarlo a ritrovare la strada.

A mio parere, l'operato della Collega che segue Sua sorella mi pare corretto, almeno da quanto scrive Lei.

Tenga poi presente che se ha controllato la regolare iscrizione della professionista all'ordine degli psicologi e all'elenco degli psicoterapeuti, può stare tranquilla.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#13]
dopo
Utente
Utente
Gentile dott.ssa Pileci,
la ringrazio innanzitutto per il tempo che ha voluto dedicarmi, e per la dettagliata risposta, che tuttavia mi porta a voler chiarire ulteriormente qualche punto.
Parto dalla fine: il fatto che la professionista sia regolarmente iscritta all’ordine, per come la penso, non implica necessariamente che stia operando in modo corretto. Se bastasse l’iscrizione ad un ordine o ad un collegio professionale per garantire la correttezza dell’operato di un professionista, non si leggerebbero così frequentemente tragiche notizie su palazzi che crollano, su errori giudiziari ed anche su medici che sbagliano diagnosi o terapie (e questo lo dico, ahimè, per esperienza diretta). D’altra parte, su Medicitalia, quando si chiede un consulto, una delle voci da scegliere dal menu a tendina riguarda proprio consulti su terapie o diagnosi già espresse da altri medici, quindi è implicito che un professionista, nonostante la sua preparazione, possa sbagliare, o quantomeno indurre il paziente a chiedere un secondo parere.
L’errore del professionista può essere commesso in buona fede (il che non rende certo più tollerabili le conseguenze), ma addirittura, in certi disgraziati casi, essere frutto di avidità o arrivismo, che è ancora più grave. Con questo non voglio dire che sia questo il caso di mia sorella, ma mi sento in dovere di verificarlo.
Ma veniamo alla fattispecie. Mi rendo conto che dalle mie poche parole sia difficile avere un quadro esatto della situazione, sia per quanto riguarda il malessere di mia sorella, sia in relazione all’operato della sua collega psicoterapeuta. Lei osserva, giustamente, che è difficile, dalle mie parole, esprimere un parere sulla situazione che descrivo, perché “parte di una storia che riguarda altre persone e, inevitabilmente, attraverso la lente con la quale io che scrivo sto guardando questa storia.”
Ebbene, tengo in primo luogo a ribadire ulteriormente che non è mai stata mia intenzione ottenere un parere circa la situazione di mia sorella, ma solo sull’operato della psicoterapeuta che la sta seguendo.
Lei ridescrive alla perfezione la situazione e mi chiede che cosa trovo di strano in tutto ciò. Le rispondo: assolutamente niente, perché, ripeto, non è la situazione di mia sorella che metto in discussione, ma il modo in cui la sta aiutando la psicoterapeuta.
Ciò detto, va da sé che è nel mio interesse riportare la situazione nella maniera più oggettiva possibile, perché sono consapevole del fatto che, diversamente, otterrei un parere inficiato dal mio modo di decodificare i fatti. Non voglio avere ragione, vorrei invece ottenere elementi per riflettere meglio. Ancora meglio: vorrei poter cambiare idea!
Le faccio poi rilevare che, se è vero che in generale descrivere storie e situazioni riguardanti altre persone porta inevitabilmente a filtrarle attraverso i propri occhi, questo è vero anche per mia sorella che, nel riportare alla psicoanalista in questione il suo modo di vedere la sua stessa storia, che inevitabilmente riguarda però anche altre persone (il suo ex fidanzato), potrebbe averla involontariamente alterata. E, credo, sia proprio per questo che non sia giusto, da parte dello psicoterapeuta, lanciarsi in affermazioni che lasciano poco spazio ad una autonoma e meditata presa di coscienza. Soprattutto dopo così poco tempo.
Ha sicuramente ragione nel dire che la presa di consapevolezza, all'inizio di una psicoterapia, può certamente fare soffrire molto una paziente. Non, però, nel dire che questo potrebbe essere il motivo per cui ho l’impressione che mia sorella stia peggiorando, perché la “presa di coscienza” era in realtà già avvenuta parecchio tempo prima che si rivolgesse ad una professionista per un supporto psicologico.
Qui, temo, devo per forza scendere nello specifico. Non credo si tratti di presa di coscienza autonoma, e che porta a maturazione ed aumento della conoscenza di sé, se mia sorella dice (cito testuali parole) “ho una dipendenza affettiva, secondo la dottoressa è difficile che io possa uscirne”, e, come conseguenza di questo, si sente demotivata, apatica, ha perso interesse in qualsiasi cosa e continua quasi compulsivamente a cercare il supporto di questa terapeuta. Non penso sia questo il modo di condurre una psicoterapia (o consulenza psicologica che dir si voglia). Vedo un potenziale pericolo nel modo in cui mia sorella si sta lasciando andare, e sono ovviamente molto spaventata da questo. D’altra parte credo che un altro segnale d’allarme possa essere letto nel fatto che si mette sulla difensiva quando cerco di parlargliene, proprio come farebbe un tossico al quale si stia tentando di portar via la dose.
Ho trovato proprio qui su Medicitalia questo interessante articolo: https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html
Più lo leggo, più mi convinco che ci sia qualcosa che non quadra.
D’altra parte, anche lei scrive:
“Inoltre lo psicologo sospende il giudizio perchè la neutralità è impossibile, ma ciò non significa che non debba aiutare il pz. a vedere chiaramente i personaggi sulla scena e nella propria vita. E' vero che in alcuno casi posso aspettare che sia il pz. ad arrivarci, ma altre volte si possono porre sul cammino del pz. dei sassolini per aiutarlo a ritrovare la strada.”
Sassolini. Non deprimenti certezze che minano un’autostima già a pezzi e sostituiscono una dipendenza con un’altra.
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Dr. Fernando Bellizzi Psicologo, Psicoterapeuta 1.1k 37 6
> stia operando in modo corretto.

Indubbiamente, ma non siamo noi, Lei inclusa, in grado né autorizzati a valutare l'intervento.
Esiste un'apposita commissione deontologica in ciascun Ordine Regionale.

> un potenziale pericolo
Definisca questo pericolo.

> nel fatto che si mette sulla difensiva quando cerco di parlargliene

Forse perchè la sta portando sulla SUA, di LEI scrivente, strada, impedendo a Sua sorella di trovare la PROPRIA strada.

Anche Lei, mettendo in dubbio le scelte di Sua sorella, rientra tra quelli che
>lasciano poco spazio ad una autonoma e meditata presa di coscienza.

Ha espresso i SUOI dubbi a SUA sorella? Si?
Allora lasci quello spazio per una *una autonoma e meditata presa di coscienza*, ed accetti le scelte di Sua sorella.

E ripeto, si rivolga alla Commissione Deontologica dell'Ordine.
[#15]
dopo
Utente
Utente
> stia operando in modo corretto.

Indubbiamente, ma non siamo noi, Lei inclusa, in grado né autorizzati a valutare l'intervento.
Esiste un'apposita commissione deontologica in ciascun Ordine Regionale.

(Che non ho mai detto di non voler contattare. Stavo cercando solo di capire, prima di fare passi avventati, e credo non ci sia niente di sbagliato.)

> un potenziale pericolo

Definisca questo pericolo.
(E perché mai? Non è necessario entrare nel merito delle questioni che riguardano mia sorella, nel caso non si sia ancora capito, perché non è questa la sede per risolvere i suoi problemi.)

> nel fatto che si mette sulla difensiva quando cerco di parlargliene

Forse perchè la sta portando sulla SUA, di LEI scrivente, impedendole di trovare la PROPRIA strada.
(Forse. Ma io conosco mia sorella meglio di lei.)

Anche Lei, mettendo in dubbio le scelte di Sua sorella, rientra tra quelli che
>lasciano poco spazio ad una autonoma e meditata presa di coscienza.
Ha espresso i SUOI dubbi a SUA sorella?
Si?
Allora lasci quello spazio per una *una autonoma e meditata presa di coscienza*, ed accetti le scelte di Sua sorella.
(Come no…anche se dovesse, tipo, tentare il suicidio, sarebbe sicuramente una scelta "accettabile". Come ogni scelta va rispettata, ma io, sembrerà strano, ho la tendenza a preoccuparmi per le persone alle quali voglio bene).


E ripeto, si rivolga alla Commissione Deontologica dell'Ordine.
(Lo farò senz’altro, perché di psicoterapeuti scriteriati probabilmente ce ne sono fin troppi.)
[#16]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
>>> mi sembrava di aver capito che uno psicoterapeuta non dovesse mai esprimere pareri, né dare giudizi. Forse nemmeno fare diagnosi, non so
>>>

Gli psicoterapeuti lavorano in modo diverso a seconda della formazione che hanno ricevuto. Ce ne sono che ascoltano senza dire nulla o quasi, ma ce ne sono altri che certamente esprimono pareri e certamente emettono diagnosi. E che poi danno raccomandazioni pratiche su cosa fare o non fare.

Terapia significa cura di una patologia e ogni cura deve essere preceduta da una diagnosi. E, da un punto di vista strategico, la terapia consiste spesso di prescrizioni comportamentali, per iniziare a fare cose diverse se si desidera cambiare.

"Giudizio" invece può voler dire varie cose. Per deontologia lo psicologo è tenuto a non contrastare o mettere in discussione il sistema di valori della persona, ma fatto salvo questo è libero di "giudicare" cosa, secondo lui, è adatto o meno, nel miglior interesse del paziente.

Sulla terapeuta in questione che sta seguendo sua sorella, lei può certamente rivolgersi all'Ordine per chiarimenti sul suo operato. Tuttavia, dato che non è lei la diretta interessata, ma sua sorella, le suggerisco di muoversi con cautela.

Terapia online. Gli Ordini erano fino a non molto tempo fa più negativi riguardo a tale pratica. Oggi, però, con l'avanzare della tecnologia sembra che stiano rivedendo le loro posizioni.

In pratica l'Ordine dice allo psicologo/psicoterapeuta: online sei autorizzato a fare solo consulenza. Se proprio vuoi puoi fare anche terapia, ma occhio: in caso di problemi la responsabilità è solo tua come professionista. Perché noi non ti abbiamo autorizzato esplicitamente.

Infine tenga presente che la professione di psicoterapeuta in Italia è quella regolamentata in modo più rigoroso rispetto al resto del mondo. Perciò tenga conto anche di questo, nell'esprimere pareri generalizzati.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#17]
dopo
Utente
Utente
Preg.mo dott. Santonocito,
la ringrazio molto perché questo genere di risposta era proprio quella di cui avevo bisogno per chiarirmi le idee.
Le auguro una buona giornata!