Lutto - depressione e relazioni

Gentili dottori,
vi scrivo in un momento particolare della mia vita. Sette mesi fa è morto mio padre, dopo una lunga malattia. In questo ultimo anno ho dovuto affrontare un periodo per me molto difficile, dove ho coraggiosamente scelto di abbandonare la città dove mi ero trasferita a vivere, per tornare nella mia città di origine e vivermi l'ultimo periodo della malattia di mio padre, riallacciando i rapporti con la mia famiglia dalla quale mi ero allontanata. Ho un lavoro che mi rende felice, ho fatto tanti cambiamenti affiancata da degli psicologi che mi hanno seguito quando mi trovavo a Roma e con cui sono rimasta ora in contatto. Per scelta, ho deciso di mantenere una terapia virtuale con loro e per questioni anche economiche non ho riniziato da capo una terapia qui. Potrei dire di non potermi lamentare, se non fosse che alla morte di mio padre è seguita una relazione con un ragazzo, già fidanzato, del quale però mi sono innamorata. Sapevo che si trattava di una proiezione, che mi ricordava molto il triangolo genitoriale, tema tanto caro nelle sedute con la mia terapeuta. Eppure, è stata una cosa talmente forte e bella, che me la sono vissuta... un po' la speranza che lui avrebbe lasciato lei. A distanza di mesi, dopo una loro forte crisi, lui ha scelto di non fare questo passo. Io, forse, se lui lo avesse fatto... l'avrei lasciato poco dopo. Eppure, ora, non poterlo più avere e dover affrontare il lutto, la solitudine, il cambiamento di vita di queste ultime settimane legato anche al fatto che non vivo più con un'amica, ma vivo ora totalmente da sola, mi scombussola. Sono sempre stata molto categorica ed assoluto, sempre divisa tra l'essere o troppo sognatrice e dipendente dagli altri, o troppo individualista ed indipendente, quasi evitante gli altri. Ora, come pensa la mia terapeuta, sto finalmente vivendo in una dimensione normale e sto facendo un percorso soddisfacente. Eppure, affrontare il lutto e arrendermi all'idea che questa persona mi "abbia rifiutato" mi tormenta, mi sfogo sul cibo e per me che sono sempre stata molto attenta all'immagine, vedere qualche chilo più mi fa sentire ancora peggio, ma non voglio rientrare in un regime di controllo cibo e vita che mi porterebbe poi dei risultati sul momento buoni, ma poco duraturi.
Vorrei un vostro parere, un consiglio su come fronteggiare questo periodo, considerato che non posso riprendere una terapia in modo costante ed assiduo ed ho già la mia terapeuta con cui mi trovo bene e che sento circa ogni dieci giorni.
Grazie.
Saluti
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Sentire la terapeuta ogni dieci giorni mi pare un ottimo ritmo. Se è già seguita, come mai chiede a noi?

Che cosa le ha suggerito di fare la sua terapeuta?

È la sua prima esperienza di rifiuto?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Non è la prima esperienza di rifiuto... e sia io che la terapeuta sappiamo che il mio malessere non è dato da questo ragazzo. Ora lei mi consiglia di continuare a lavorare, anche assieme a lei, su di me, di darmi tempo e che molti cambiamenti stanno già avvenendo rispetto al passato (non avevo una buona relazione coi miei e sono riuscita invece a recuperare il rapporto con mio padre, del quale sotto sotto sono sempre stata innamorata - e per questo ho ricercato uomini che mi ricordassero lui, indisponibili e sebbene non cattivi ma comunque con delle problematiche); la terapeuta ritiene anche che io stia meglio ora rispetto a quando ero in una fase di controllo, che io associo alla lucidità. E' vedermi meno controllata e meno attenta al peso, più umano, meno perfetta etc. che mi fa stare male... Da un punto di tempo sto assumendo degli antidepressivi (brintellix da 10 mg) e va meglio. Se vediamo la cosa da un punto di vista esterno, ora le relazioni con gli altri - famiglia, colleghi etc. - vanno meglio ed io sono meno rigida. Nella mia testa, invece, c'è l'idea che quest'uomo non abbia scelto me perché non gli piacevo abbastanza, c'è l'incapacità che il problema era lui che aveva una relazione con me, mentre ero impegnato da 10 anni con la sua compagna, ed inoltre alla base c'è la difficoltà di prendermi cura di me stessa quando mi ritrovo sola. Anche l'avere sempre vissuto da sola, ma in delle convivenze, ma non mi ha mai fatto sperimentare la vita totalmente da sola, se non una volta in modo fallimentare ma ero molto giovane e con pochi strumenti. Il punto è proprio usare quest'occasione per continuare il mio percorso e per far sì che, come dentro di me so, vengano fuori delle belle cose dalla convivenza sola con me stessa. Ad ora, ho contattato voi perché risentirò la terapeuta fra una settimana ed avevo bisogno di un ulteriore parere, un po' più immediato...
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.8k 503 41
Gentile Utente,

di solito le donne che hanno problemi di autostima apprendono nella propria famiglia di origine e proprio con il papà ad essere svalutanti verso se stesse e ad infilarsi in relazioni tossiche che già partono male (ad es. con uomini già impegnati e che quindi non potranno mai essere dei partner stabili) perchè desiderano inconsapevolmente poter cambiare questa persona ed avere finalmente un certo controllo sulla relazione, sull'uomo, ecc...

il fatto di non piacere a qualcuno potrebbe fare soffrire o dispiacere, ma difficilmente una persona con una buona autostima se ne dispera... La sua angoscia per la fine della relazione potrebbe essere legata proprio a questo, cioè al fatto di rivedere ancora una volta un copione doloroso che si attua nella sua vita.

Per questa ragione sono d'accordo con la sua terapeuta sull'opportunità di continuare la terapia.

Cordiali saluti,
[#4]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dott.ssa Pileci, ha centrato il punto: "la mia angoscia per la fine della relazione potrebbe essere legata proprio a questo, cioè al fatto di rivedere ancora una volta un copione doloroso che si attua nella mia vita.". Vedendola da questo punto di vista, e cioè come un fatto legato al passato, l'ansia si placa un po' e sono fiduciosa.
Grazie.
Un cordiale saluto