Solo Ansia o problemi a monte?

Buonasera.
Scrivo per un parere. sarà una cosa lunga. Ma non so se la sezione Psicologia sia la più adatta...
Nella mia famiglia l'ansia è sempre stata un eredità, insieme alla buona statura e ai capelli neri. Quindi già ad un anno e mezzo cominciai a girare da un medico all'altro per colpa di un forse mutismo selettivo (parlavo solo da sola e a bassa voce) e un agitazione in corpo che a confronto un diavolo della tazmania è il re della calma. Non mi ha aiutato il fatto che alla scuola materna quasi mi cecai un occhio durante una delle tante mancate supervisione delle maestre, le quali mi fecero una pressione incredibile per costringermi non solo a parlare, ma anche a mentire (Ancora prima queste tentarono di approfittare del mio mutismo per accollarmi un insegnante di sostegno che non mi serviva, solo perchè in classe i bambini erano "troppi").
Ansiolin a quattro anni. Che bello.
Il punto è che i miei problemi si sono moltiplicati crescendo.
- A scuola la mia scrittura ha sempre fatto schifo, per me è diventato sempre più difficile seguire i dettati e finire i compiti in classe per tempo e ad un certo punto ha cominciato anche a tremarmi la mano, tutt'ora quando posso scrivo solo su PC.
- Sono goffa fino all'inverosimile. Per me fare sport è OUT, e anche andare in bicicletta è un problema perchè rischio di fare movimenti bruschi e cadere. Non riesco neanche a fare le pulizie di casa come si deve e molte persone credono che i miei genitori non mi abbiano insegnato nulla, cosa che mi dispace davvero.
- Restare ferma per più di dieci minuti è un parto, molto spesso per sentirmi meglio comincio a muovermi avanti e indietro per la casa, con la musica negli auricolari, parlando da sola con suoni che a detta di chi ascolta inquietano un po'. Faccio anche diversi chilometri così e mi capita persino quando magari ho le gambe distrutte e vorrei solo rilassarmi un po'.
- Prestare attenzione a qualcosa è difficile per me, anche quando si tratta di qualcosa che mi piace, finisco per stare tra le nuvole e non ricordare dove sono e cosa sto facendo, è come se avessi la nebbia nel cervello, soprattutto fuori casa. Quello che ho letto o sentito lo dimentico subito.

Ironie a parte, sono molto frustrata, e ho cominciato a pensare di avere diversi altri problemi oltre all'ansia. Perchè molte di queste cose mi succedono anche quando sono rilassata e faccio cose di tutti i giorni. Da sempre passo da uno specialista all'altro, i quali pilotano i miei discorsi concludendone che o che sono in ansia o che non mi sto impegnando abbastanza. Non mi sento ascoltata a dovere (Le ultime medicine che ho preso avevano il calo dell'attenzione come effetto collaterale. Cioè, per far capire).
Ha iniziato a mescolarsi tutto, da qualche anno ho anche cominciato a piangere di continuo e a prendermi a pugni perchè mi sento uno schifo, ho cominciato a balbettare (mai successo) e resto quasi sempre chiusa in casa.
Vorrei una vita normale, è chiedere tanto?
E' solo ansia o c'è altro?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
"Da sempre passo da uno specialista all'altro". Impossibile, quindi, gentile utente, che non l'abbiano vista anche un neurologo, uno psichiatra e uno psicologo. Tuttavia lei non ci riferisce alcuna diagnosi, pur parlando di farmaci assunti a partire dai quattro anni. Utilissimo l'elenco di sintomi che fa nella sua lettera, ma l'ha mai mostrato ad uno specialista, o anche solo al medico di base? Tra le notizie che mancano c'è quella sul suo lavoro, sulla sua attività di studio, sulla sua vita di relazione. Ci invii questi ulteriori dati. Le faccio intanto i migliori auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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dopo
Utente
Utente
Ha ragione a dire che non ho scritto molto, ma il forum mi dice che ho solo 3000 caratteri di spazio e per dire molte cose non bastano. E io non sono affatto brava a spiegare, quindi di caratteri ne impiego tanti e chiarisco le cose a fasi.
Una cosa molto importante che ho saltato è lo scetticismo di mia madre: lei ha sempre detto senza mezzi termini che preferisce la medicina alternativa e quando può mi rifila omeopatici. Per questo motivo, nonostante tutto, di medicinali non ne ho presi così tanti, ma solo quando lei era costretta dall'evidenza dei fatti (dormivo sul water per paura di farmela addosso dopo l'esperienza all'asilo, direi che come evidenza dovrebbe bastare a una madre), ma li toglieva subito non appena mi calmavo un minimo. Ora, diciamoci la verità, se gli omeopatici funzionassero anche poco con me non starei parlando di queste cose, e di recente ci capita di discutere più del solito per questo argomento, perchè si è impuntata sul fatto che non vuole che io diventi "impasticcata" come la famiglia di mio padre (come già detto, l'ansia è di casa). Se continuo a vedere persone è perchè sono io ad insistere, e sto insistendo tanto, nonostante lei continui a dire che per sua opinione dovrei risolvere i miei problemi da sola semplicemente accettando me stessa (però secondo lei dovrei prendere il placebo a base di latte che ha comprato per me. Vah beh).
Per gli specialisti non so se la colpa sia mia, perchè ho sempre avuto l'impressione di non saper spiegare come si deve quello che intendo dire. Scriverlo è già più semplice, ma quando ne devo parlare mi impicco e dico le cose spesso in disordine, quindi è facile che i miei discorsi vengano trascinati in una direzione da chi magari pensa di avere già la risposta in mano. L'ultima persona che ho visto è stato un neurologo, che ha pensato avessi una "personalità perfezionista" e mi ha prescritto medicinali per l'ansia e la depressione, che però abbassavano l'attenzione (uno dei miei problemi più grossi). Dato che sono andata da lui denunciando proprio un calo di attenzione, mi sono sentita un po' presa in giro...
Non so neanche se possa prescriverla quella roba, è stato più un contentino che ha voluto darmi.
Per questo di recente al medico di base ho preferito scriverlo per sms, lui mi ha consigliato di vedere un neuropsichiatra, cha ancora mancava all'appello, ma dato che, essendo solo un'universitaria, i soldi scarseggiano ultimamente volevo tornare da lui per farmi fare un impegnativa per rivolgermi all'ASL.
Solo che volevo andarci senza mia madre stavolta, e mi sono resa conti di dipendere dagli altri più del previsto (tra le altre cose).

Spero di avere detto tutto quello che serviva, come ho già detto, mi spiego davvero male quando parlo...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Cara utente, "mi spiego davvero male quando parlo". Qui però doveva esprimersi per scritto e seguendo le mie domande precise: quale lavoro, quale studio, quale vita di relazione. Al proposito le segnalo due terapie psicologiche basate proprio sullo scritto che potrebbero aiutarla: la Scrittura Espressiva e la Scrittura Narrativa. Veniamo agli altri punti della sua lettera. Lei va da un neurologo e poi abbandona la terapia prescritta sentendosi presa in giro perché nelle prime fasi le abbassa l'attenzione. Non ripeteremo mai abbastanza due cose: uno, certi farmaci non si possono lasciare di iniziativa del paziente, perché questo è pericoloso, ed essendo farmaci che danno il loro pieno effetto nel tempo, i primi risultati non devono spaventare o mettere fuori strada. Due, e anche questo lo si ripete ogni giorno, I DUBBI VANNO SEMPRE DISCUSSI CON LO SPECIALISTA. Così, tra l'altro, lei avrebbe evitato l'errore di chiedersi: "Non so neanche se possa prescriverla quella roba, è stato più un contentino che ha voluto darmi". Qualunque medico può prescrivere farmaci, e certi farmaci sono di specifica competenza del neurologo, il quale di certo non li prescrive per dare un contentino. Lei può farsi visitare, pagando un semplice ticket, da tutti gli specialisti che vorrà concordare col suo medico di base. Ottima sarebbe l'idea di vedere un/una psicologo/a, alle ASL, al consultorio o privatamente. Ce n'è di economici, come potrà vedere sull'albo, per consultare il quale basta cliccare sul nome di uno di noi psicologi nel curriculum qui su Medicitalia, o digitare Albo degli Psicologi della sua regione in Internet, e poi impostare la ricerca nella sua città. Vedo che studia all'università. E' dunque giunto il momento di prendere in mano la sua salute e il suo futuro. Con molti auguri.
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