Vita da fallito, depressione, impotenza, bassa autostima, futuro incerto.

Salve, ho 22 anni. A 19 mi sono regolarmente diplomato, da quell'anno ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Ero 130 kg per 1.90 di altezza, grasso ma anche robusto di costituzione. La svolta sarebbe consistita nel dimagrire, scolpire il fisico andando in palestra, iscrivermi all'università per conseguire una laurea e aumentare le per me insoddisfacenti dimensioni del pene con l'obbiettivo di trovare una ragazza e appagarla sessualmente. Quest'ultima cosa la reputavo possibile grazie ai vari siti sul penis enlargement che promettevano incrementi di dimensioni di almeno 3 cm, che mi sarebbero bastati.
Ho perso 35 kg in due anni diventando esteticamente accettabile, scolpito leggermente il fisico. Grazie al penis enlargement il pene era diventato più turgido e l'erezione era molto duratura. Poi il crollo: un giorno, di un anno e mezzo fa, sentii come un'improvvisa sensazione di "spegnimento" degli stimoli sessuali, della minzione, della presenza stessa del pene. Masturbandomi NON avevo un'erezione. Interruppi immediatamente il PE, aspettando un mese. Seguirono tutta una serie di visite urologiche che non evidenziarono patologia alcuna. Eppure io NON SENTIVO più il mio pene, avevo bruciori anali e perineali e un'altra serie di sintomi, che avrebbe in seguito fatto diagnosticare una grave malattia psichiatrica, quali caldane, tremori, formicolii, sensazioni di spilli che pungono la pelle, eccetera.
Sempre proseguendo la mia dieta e il mio stile di vita votato a mantenere la forma fisica, abusavo oltremodo di caffè, sigarette e "sedute" in palestra, non preoccupandomi della scuola, per la quale studiavo, ma non ottenevo risultati.
Un giorno di agosto andai a correre in campagna, mentre correvo ogni volta che appoggiavo una gamba sentivo come delle scosse all'ano, sulle gambe, dei formicolii forti, pruriti, rallentavo il passo. Tornai a casa, mi venne la febbre. Una febbre stranissima fatta di caldane, formicolii, sensazioni di freddo al sentire l'aria estiva fresca entrare dalla finestra socchiusa. Mi presero attacchi tachicardici, sensazioni di vomito imminente, dispnea, continue durante le giornate, durante la notte.
Andai al pronto soccorso, l'elettrocardiogramma era a posto, flebo e via a casa. Ma stavo male, così venni visitato da un oncologo amico di famiglia che mi somministrò l'Inderal. Tornai una settimana dopo senza miglioramenti e fu la volta di Paroxetina e Synderal. Lievi miglioramenti seguirono nel mese di settembre. Ma ero a terra, spaventato, depresso, cominciavo ad ingrassare, ero incapace di fare qualsiasi cosa, gli attacchi tachicardici si susseguivano incessantemente durante il giorno.
Decisi di vederci molto chiaro nella faccenda, dato che tutto era partito con la sensazione di spegnimento degli stimoli al pene, andai da un neurologo che mi disse di "farmi coraggio". Non contento ci tornai altre 3 volte e dopo incessanti dibattiti sulle sensazioni di formicolii, caldane, tremori, brividi, eccetera, mi somministrò Gabapentin. Andai dal terzo urologo e gli parlai molto chiaramente, mi prenotò un ecocolordoppler penieno dinamico, esami del sangue per la prostata, spermiocultura. Andai da un endocrinologo, la tiroide era a posto anche a seguito di esami del sangue fatti molto recentemente (che non avevano niente fuori luogo), che mi consigliò una risonanza al cervello e tronco encefalico.
Intanto frequentavo, con sforzi immani, le lezioni scolastiche. Avevo sospeso la palestra, ero tornato 110 kg. Gli esami di risonanza ed ecocolordoppler non evidenziarono nulla di rilevante, così mi rivolsi ad uno psichiatra. La terapia si articolava in svariati psicofarmaci: Lyica, Eutimil, Xeristar, Lorazepan, Gabapentin.
Feci un paio di mesi a letto, incapace di muovermi, in preda ad un dormi-veglia incessante. Lo psichiatra aveva diagnosticato una depressione maggiore con imponenti fenomeni di somatizzazione d'ansia, gli attacchi tachicardici, che erano in diminuzione, erano attacchi di panico, i sintomi erano normali per la patologia.
Cominciai a stare decentemente bene a marzo, 2008, ripresi a frequentare la scuola, ma di lì a poco mi ritirarono la patente. Ero a terra, mi facevo portare a scuola dagli amici. A giugno la scuola si fermò e per tutta l'estate non feci niente, stavo a letto, incapace persino di studiare per la patente. A settembre 2008 ho ripreso con fatica ad andare a scuola, un casino coi mezzi pubblici tra pullman e treni da cambiare. Intanto il mio psichiatra è morto, sto continuando sotto un altro con Wellbutrin, Eutimil e Lorazepan.

Oggi la scuola non va bene, sono indietro di 2-3 anni. Ho ancora diversi sintomi di questa depressione, tra cui ritmi sballati del sonno, formicolii, fastidi vari. Devo dare la patente, devo dare gli esami, inoltre i problemi di erezione non si risolvono e non posso avere una ragazza. Ho ricominciato sporadicamente a frequentare la palestra, sono 120kg, riparto praticamente da zero in tutto e per tutto, come a 19 anni. Sono demotivato. Inoltre mio padre ha un'azienda e io di questa azienda non so davvero nulla, mio padre mi rimprovera di aver passato un'adolescenza a disinteressarmi completamente del suo lavoro, mentre lui a 10 anni era già "nel giro". Non mi attribuisce capacità alcuna, continua a punzecchiarmi sui miei difetti, sul mio stile di vita, sulle mie sofferenze. Dice che mi si prospetta un futuro da umile operaio, destinato ed essere rimpiazzato con delle macchine. Mi rimprovera di non essere nemmeno in grado di dare una patente. E io mi sento incapace di qualsiasi cosa, mi sento completamente ignorante e inadeguato. Inoltre sono depresso. La scuola non va bene, una donna non posso averla, sono impotente a 23 anni senza capirne il motivo. Sono inchiodato nel mio paesino di provincia, impossibilitato a muovermi, ma per andare dove poi.
Non so veramente più cosa fare, cerco di accettarmi, di accettare il mio presumibile futuro da persona umile e povera, ma non ci riesco perchè avevo un sogno, diventare un bravo ingegnere e lo vedo svanire ogni giorno che passa. Volevo guadagnarmi un bel fisico, ma sono tornato da principio. Avevo una patente marcia per spostarmi, ora nemmeno più quella. Ho fallito in tutto, sono riuscito a farmi togliere anche la più banale cosa che avevo maturato.
E intanto il tempo passa, la gente va avanti e io rimango immobile nella mia incapacità, svogliatezza, nella mia patologia che non cessa di tormentarmi.

Immagino le risposte che mi darete, ne ho letti a iosa di consulti psicologici e psichiatrici, non ho scritto per sentirmi dire qualcosa che possa cambiare la mia situazione, consideratelo uno sfogo fine a se stesso.
[#1]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
come vede la sua richiesta è stata "tagliata" delle ultime 5 righe, dove il suo sfogo assumeva toni francamente inaccettabili. Di solito però non facciamo così: solitamente infatti consulti con parolacce vengono respinti direttamente.

Questa volta invece ho pensato di sentire lo Staff del sito per richiedere il "taglio" dell'ultima parte, che come già detto di solito non facciamo.

E sa perchè? Perchè la sua lunga storia è davvero molto interessante, e io volevo che restasse on-line, affinchè tutti la possano leggere. Mi spiace aver dovuto tagliare quelle frasi in cui Lei "malediceva" il giorno in cui decise di fare il penis enlargement, perchè credo che molti ragazzi di 20 anni da queste parole avrebbero imparato molto.

Imparato cosa? Intanto che la propria sessualità non dev'essere una COSA da modificare a proprio piacimento.

E veniamo al resto: Lei ha sofferto in questi anni di una sindrome ansioso depressiva significativa. In questi casi le cose da fare sono due:

1- una farmacoterapia mirata, cosa che mi sembra Lei stia già affrontando

2- una psicoterapia, cosa che onestamente Le consiglio, per diversi motivi non solo sintomatologici, come ad es l'immagine corporea insoddisfacente, l'autostima decisamente bassa, il disorientamento circa il futuro, la scuola, ecc.

Non pensa di aver già sofferto abbastanza? Perchè allora prendersi la briga di scrivere una mail così lunga?

Io se fossi in Lei ci penserei

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_

[#2]
dopo
Utente
Utente
Onestamente Lei crede che il PE abbia portato a danni irreparabili e non identificabili al pene o attribuisce l'impotenza ad un fattore psicologico? E' una cosa che mi tormenta. E' la mia preoccupazione cardine, il bandolo della matassa.
La ringrazio per non avermi liquidato lasciandomi alla selezione di un software di filtraggio.
Sono dubbioso sui trattamenti psichiatrici e psicoterapia: Lei crede possa migliorare la mia situazione se una pastiglia fa produrre più seratonina al mio cervello o se uno psicologo ascolta i miei teatrini, col solito interesse pacato di una persona distaccata, che magari è propensa a darmi dell'idiota a prescindere solo per il fatto di essere stato abbindolato riguardo ad una cosa così vergognosa e dichiaratamente utopistica?
Credo, come ho fatto con tutti i dottori che ho frequentato a parte un urologo, che non riuscirò mai a rivelare di aver fatto PE.

[#3]
Attivo dal 2008 al 2012
Psicologo, Psicoterapeuta
Gentile Utente,

quello che il mio collega Bulla diceva è semplicemente di non rimanere in questo stato di sofferenza e di fare cose utili per venirne fuori. Il suo suggerimento di continuare con la terapia farmacologica e di intraprendere una psicoterapia è pienamente condivisibile e sembra una strada molto buona che le permetterebbe di stare meglio. Sono molto dispiaciuta per il suo atteggiamento di sfiducia nei confronti degli psicologi che normalmente non sono persone distaccate che danno dell'idiota a chi chiede aiuto ed anche, indirettamente, nei confronti di quei medici psichiatri che possono prescriverle i farmaci che potrebbero aiutarla. Anche definire i suoi disturbi "teatrini" è non dare il giusto peso e valore al suo malessere e, se mi permette, è denigratorio nei suoi stessi confronti.
Le faccio notare che il Dr. Bulla ha fatto in modo che la sua richiesta venisse pubblicata e questo, lo riconoscerà, è segno di interesse e non di un interesse pacato e distaccato. Finisco rilevarndo, a proposito della PE, che a noi lei ne ha parlato, dunque può farlo, anche se capisco che vis-a-vis sia più difficile.

Coraggio, dia valore a se stesso e agli altri perchè solo così potrà affidarsi per trovare la soluzione del suo problema.

Un caro saluto.
[#4]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187 37
Gentile Utente,
capisco che tutto questo cinismo è legato alla sua rabbia e frustrazione, chiunque di noi sarebbe incavolato nei suoi panni, e tutti noi oggi avremmo ben poche speranze di uscire da questo tunnel

Ma almeno ci provi. E se ci prova lo faccia nel modo che le abbiamo suggerito, non faccia di testa sua (che forse non le conviene in questo momento): come si può pretendere di essere aiutati dando solo informazioni parziali ai professionisti?

Invece che darsi le martellate in quel posto lì e piangersi addosso inutilmente, perchè non reagisce? Perchè non dimostra a suo padre che Lei non è un fallito?

E' arrivato il momento di dimostrarlo, adesso però!
[#5]
dopo
Utente
Utente
va bene, d'altronde mi resta poca scelta: o prolungare la sofferenza, o passare ai fatti.

Se è destino, incontrollabile e travolgente, che rimanga un piccolo fallito, spero solo di essere un fallito in salute e di non trascinarmi questo stato depressivo appresso.

Chiedo solo una cosa a cui vedo che evitate di rispondere: può il PE avermi causato danni irreparabili e non rilevabili? Mi consigliate di fare esami di un certo tipo, ulteriori visite, oppure è una questione psicologica. Vi assicuro che non ci capisco più nulla in questa storia.

Ri-ringrazio per avermi pubblicato e per il supporto.
[#6]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Gentile utente
Mi perdoni se sarò così franco con lei, ma il solo fatto di aver deciso di fare una cosa come il penis enlargement è, di per sé, sintomo di un problema che giustificherebbe un consulto di tipo psicologico.

Per verificare se ci sono stati danni fisici, i medici in area Andrologia le hanno già suggerito tutti gli esami e visite del caso.

Ma lei si dichiara dubbioso sui trattamenti psichiatrici e psicoterapeutici. E allora, mi permetta di chiederle, se questo è vero, che valore potrebbe mai avere, per lei, qualunque risposta ricevuta qui?

In ogni caso, prima ancora di parlare di trattamento è necessario che lei si faccia vedere di persona. Da qui è impossibile dirle esattamente cosa le è successo, senza conoscerla. Quindi, se sta così male, dovrebbe decidere di affidarsi a dei consulti con uno psicologo/psicoterapeuta ed esporgli i suoi problemi. Viceversa, se riesce ancora a sopportare tutto ciò, può anche permettersi di non farlo.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

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