Penso di essere una bugiarda cronica.

Buonasera.
Ultimamente sono accaduti degli avvenimenti che mi hanno portata ad avere un grosso scontro con la realtà. Da molto tempo porto avanti una relazione con un ragazzo, che però non è vista di buon grado dai miei genitori. Dopo un paio di tira e molla, ho smesso di informare i miei genitori sugli avvenimenti della mia relazione, anche per evitare che le mie scelte portassero loro in quale modo a limitarmi, specialmente nella libertà, cosa che se mi dovesse venire a mancare mi farebbe sentire come se non avessi aria. Portando avanti questo segreto, da un bel po', ho iniziato a mentir loro un po' in tutto, considerandoli un po' troppo all'antica e che le loro considerazioni fossero sbagliate, o forse mi giustificavo così. Questo mi ha portato ad allontanarmi da loro e a risentire tanto il bisogno di quell'affetto che mi sono auto negata perché io per prima sapevo di star perseguendo una strada malsana. Questo distacco mi ha portato a buttarmi a capofitto nella relazione che continuavo ad avere, e continuo ad avere. Purtroppo però, questa persona è il mio opposto: non dimostra affetto come vorrei, è narcisista ed egoista, e soprattutto orgogliosa, mentre io per troppo amore - o forse per troppo poco amore personale - di orgoglio ne metto poco nella relazione. E' una storia lunga, e per tante ovvie ragioni sto cercando di riassumere il più possibile, senza però tralasciare niente..
Da un po' di tempo, tolte sporadiche situazioni, non sto più bene. Mi sento demotivata, quasi come se fossi invisibile o insignificante perché mi sento presa in giro da varie persone che fanno parte del suo mondo e specialmente da lui, che non mi fa sentire come vorrei.
Ho sempre avuto un carattere particolare, e forse l'idea di essere troppo motiva e magari il bisogno di essere ascoltata da qualcuno con delle competenze, ma per tanti motivi, idee e sentimenti non l'ho mai fatto.
Tornando allo scontro con la realtà, i miei hanno scoperto tutto, e la delusione nei loro occhi mi ha appesantito il cuore, opposto al sentimento di liberazione dovuto dalla rivelazione della verità. Il tutto mi ha messo in crisi, in completa confusione, e mi ha solo portato a rendermi conto di quante bugie abbia detto e azioni abbia fatto coscienziosamente e con dolo, pur di perseguire i miei interessi. Il punto è che, sì chi non ha mai detto una bugia ai propri genitori nella vita, e perché non farlo se si pensa che quella persona sia l'amore della tua vita dopo quasi un lustro di fidanzamento, ma perché sentirsi bloccati se inizi a pensare che forse avevano ragione, perché alla fine sei infelice. Non so come comportarmi, specialmente per le tante bugie dette, mi sento come se fossi in un tornado che mi rende impotente, anche se la soluzione sembra così chiara.
Grazie mille per il vostro aiuto e per la vostra attenzione.
[#1]
Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

a mio avviso dovresti fermarti a guardare solo tutti gli aspetti positivi di questa vicenda: finalmente ti sei resa conto che questo ragazzo non è l'amore della tua vita, anzi questa storia ti annienta e, scusa la franchezza, mi pare anche un gran bene che i tuoi genitori hanno visto giusto. Loro hanno più esperienza ed è ovvio che vedono (perchè magari a loro volta hanno vissuto da ragazzi qualcosa di simile o lo hanno appreso da altri indirettamente) ciò che a te può sfuggire, soprattutto perchè sei inesperta e giovanissima.

Tutti noi abbiamo fatto degli errori, ma se tu per prima non perdoni te stessa, non potrai sentirti liberata.

Posso chiederti che tipo di rapporto hai con i tuoi genitori?

Tu parli di bassa autostima: cosa pensi di poter fare per cambiare ?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Cara dottoressa, la ringrazio molto per le sue parole e cercherò di farne tesoro.
Il rapporto con i miei genitori è stato un diminuendo da parte mia da un po', più o meno tre anni, il tutto causato da uno diverbio fra i miei e il mio ragazzo. All'epoca ero appena diciottenne e ritenevo le loro motivazioni blande e un po' all'antica, perché non accettarono in primis il fatto che avessi avuto dei rapporti con il mio ragazzo, e poi perché non sopportavo i tanti vincoli che mi imposero. I miei, specialmente mio padre, è molto credente e questa cosa lo deluse tantissimo.
Evito di descrivere i particolari, perché come ben sa, questa è una discussione che può leggere chiunque.
Da quel momento ho iniziato ad allontanarmi e a divenire quasi apatica nei loro confronti e nei confronti della mia famiglia in generale, quasi distaccandomene, forse per proteggermi da questi pensieri.
Con il passare del tempo le cose non si sono calmate, ma fra le due parti sono sempre andate peggiorando e mi sono sempre sentita una pedina, impotente. Questo mi ha fatto sentire debole, perché mentre io avevo il minimo sindacale con i miei, il mio ragazzo ha sempre avuto un rapporto fantastico con i suoi, e di certo le idee che aveva non erano delle più imparziali sulla situazione. Ho iniziato a non parlare con loro di tutto, praticamente, evitando qualsiasi cosa che li avrebbe portati a formulare un giudizio su di me e sulle mie scelte: dai miei pensieri, ai miei stato d'animo, all'università o alle amicizie.
La bassa autostima la vado a configurare in tante cose.. abito in una piccola cittadina del Lazio, e qui per noi giovani c'è ben poco e per questo mi sento molto poco motivata. Bassa autostima perché forse mi voglio poco bene, perché non ho il coraggio di piantare a terra i piedi e dire "io voglio questo", e non riesco a spiegarmi il perché o non riesco a capire di cosa ho paura. Lui da qualche settimana è partito per lavoro, ed essendo una forza dell'ordine ha degli orari vincolanti, e per una piccola discussione - che a parer mio non abbiamo neanche avuto, ma era un semplice scambio di idee - non si è fatto sentire per giorni interi, completamente ignorandomi. Questo per me è stato un campanello d'allarme, mi ha spinto a pensare un po' al futuro e al tipo di relazione che mi avrebbe portato ad avere, e l'idea di essere stata trattata come se valessi meno di zero, mi ha fatto capire quanto poco possa volermi bene, rispetto a lui; sono molto comprensiva, capisco e rispetto il lavoro e gli impegni, ma penso che se ci tieni ad una persona, anche un minimo voler bene, a fine serata due minuti li cerchi disperatamente anche solo per dirle "t'ho pensata!".
Mi vergogno un po' di tutto questo a dire il vero, perché è un problema blando in confronto ai veri problemi che ci sono. La cosa che mi manda in crisi è il non sapere come comportarmi, per sistemare le cose.
La ringrazio tanto per l'attenzione e per il tempo che mi ha dedicato.
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