Problemi di coppia

Dopo 3 anni e mezzo di fidanzamento fra molti bassi e pochissimi alti abbiamo deciso di sposarci. La decisione, come il resto della relazione è stata piuttosto estemporanea. Negli scorsi anni lui mi ha perdonata pur avendo scoperto che avevo frequentato un altro uomo per un certo periodo. Ci siamo lasciati diverse volte e durante alcune di queste pause abbiamo visto altre persone. Sul momento la decisione di sposarsi ha appianato alcune divergenze ma ora continuiamo a litigare come prima, anche per motivi apparentemente sciocchi, e ciascuno dei due resta della sua opinione fino a quando semplicemente non ignoriamo il litigio precedente. A volte mi sento esausta ma anche in virtù di quanto successo in passato non me la sento di rompere tutto. Come faccio a capire la cosa giusta da fare? Non riesco a parlargliene perchè se introduco l'argomento si chiude ed è molto aggressivo, non accetterebbe l'idea di discuterne apertamente
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

talvolta si pensa che prender la decisione di modificare una situazione
- il matrimonio, fare un figlio -
permetta di ripartire da capo
azzerando i problemi.

Ma non è mai così.

Non avendo la capacità di andare a fondo dei problemi quando essi si presentano in forma di litigio,
ve li portate appresso tutti, irrisolti.

Lei ci chiede:
"Come faccio a capire la cosa giusta da fare?"
Parlandone di persona con una nostra Collega Psicologa.
Non si accontenti di un consulto online
- per quanto svolto in scienza e coscienza -
considerata la rilevanza della decisione
e le incertezze che caratterizzano il Vostro stare insieme.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 183
Gentile utente, sono perfettamente d'accordo con la collega che le ha risposto sopra.
Le statistiche sui matrimoni finiti in divorzio (con dispendio di denaro ed energie e con grandi sofferenze, soprattutto se ci sono figli) dicono che la maggior parte è stata preceduta da fidanzamenti burrascosi e frequentemente interrotti.
Lei ci parla di "molti bassi e pochissimi alti", di altri partner anche in pieno fidanzamento, e conclude con la ciliegia su una torta già poco appetibile: ha giustamente dei dubbi ma "Non riesco a parlargliene perchè se introduco l'argomento si chiude ed è molto aggressivo, non accetterebbe l'idea di discuterne apertamente".
Ma davvero? Se non ha confidenza con la partner su una questione così essenziale, preferisce forse discuterne col giudice e con gli avvocati al momento del divorzio?
A me sembra che non abbia evoluzione positiva un dialogo che lei stessa racconta così: "continuiamo a litigare come prima, anche per motivi apparentemente sciocchi, e ciascuno dei due resta della sua opinione fino a quando semplicemente non ignoriamo il litigio precedente".
Forse i motivi delle liti non sono sciocchi, e in ogni caso dimostrano cattiva disposizione reciproca e insanabile disparità di vedute. Provi a proiettare nel futuro questo atteggiamento di ostilità, aggressività e chiusura, quando dovrete discutere la casa, la residenza, il lavoro, le spese, le vacanze, l'educazione dei figli, i rapporti con le rispettive famiglie e con gli amici...
Ma a lei, scusi, lo ha prescritto il dottore di tenersi questo partner e addirittura di sposarlo? Non le viene in mente di analizzare a fondo i perché di una simile decisione? Io le suggerisco di farlo, anche con l'aiuto di uno psicologo esperto.
Il rifiuto del dialogo da parte di lui deve fare da spartiacque. Nell'ipotesi di un matrimonio, lei ha il diritto/dovere di imporgli: "O ne discutiamo fino in fondo, e cambiamo modalità, o la chiudiamo qui". E questo, anche con l'aiuto di un esperto.
Ma le sue amiche, i suoi parenti, non dicono nulla?
Ci scriva ancora, se crede. Auguri!

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com